sabato 28 settembre 2019
L'Arabia Saudita ha annunciato che, per la prima volta, verranno emessi visti turisti, con richiesta online. E il ministro del Turismo parla di «momento storico»
Il portale saudita che promuove il turismo nel Paese arabo offrendo la possibilità di chiedere il visto d'ingresso on line

Il portale saudita che promuove il turismo nel Paese arabo offrendo la possibilità di chiedere il visto d'ingresso on line

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L'Arabia Saudita ha annunciato che, per la prima volta, verranno emessi visti turisti, con richiesta online. La notizia è data con grande risalto dai media internazionali, con il ministro del Turismo saudita, Ahmad al-Khateeb, che parla di «momento storico». Sebbene indiscrezioni fossero circolate in passato senza portare a nulla di fatto, l’annuncio di ieri viene interpretato come un vero segnale di apertura.

In un regno dove vige l’applicazione di una versione ultra-ortodossa dell’islam, il wahabismo, che prevede anche la rigida separazione tra i sessi negli spazi pubblici. Al momento l’Arabia Saudita è uno dei Paesi più difficoltosi da visitare, se si escludono le città sante per l’islam di La Mecca e Medina, per cui vengono concessi visti religiosi per il grande pellegrinaggio (hajj) e il piccolo pellegrinaggio (umra). I visti turisti consentiranno l’accesso a tutto il paese ma con l’esclusione di La Mecca e Medina, località aperte ai soli musulmani.

Il portale Visit Saudi Visa fornisce tutte le informazioni: la validità è di un anno, il periodo di soggiorno è di 30 giorni e possono essere richiesti dai cittadini di 49 Paesi (Italia compresa, ma nessun Paese africano o latinoamericano e pochi asiatici). L’apertura al turismo è uno dei punti principali di “Saudi Vision 2030”, il programma di riforme economiche e sociali voluto dall’erede al trono, Mohammed bin Salman (MbS), per “liberare” l’Arabia Saudita dalla dipendenza dal petrolio.

Non sono pochi gli analisti, però, che vedono in queste aperture sociali un modo con cui Riad sposta l’attenzione da temi come il suo ruolo nella guerra in Yemen, le restrizioni sulle libertà d’espressione e di religione, l’alto numero di condanne a morte e l’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, scomparso dopo essere entrato nel consolato saudita di Istanbul il 2 ottobre 2018. Delitto del quale in questi giorni MbS si è assunto «tutta la responsabilità» politica.

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