sabato 25 febbraio 2012
​È di almeno 5 morti il bilancio delle violenze in Afghanistan, sabato al quinto giorno consecutivo dopo il rogo del Corano da parte di soldati Usa. Due consiglieri militari statunitensi sono stati uccisi in una sparatoria nella sede del ministero dell'Interno. Il Pentagono: «Inaccettabile».
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​Due consiglieri militari americani sono stati uccisi nella sparatoria avvenuta dentro al ministero dell'Interno afghano, edificio superprotetto nel cuore della capitale Kabul. I due consiglieri militari americani sarebbero stati colpiti da "poliziotti afghani".L'uccisione dei due consiglieri militari a Kabul è "inaccettabile". Lo ha affermato il Pentagono aggiungendo che il segretario alla difesa Usa, Leon Panetta, ha parlato con il suo collega afghano e lo ha esortato ad adottare misure di protezione delle forze Isaf.Il generale John Allen, comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), ha deciso di adottare "immediate misure" per richiamare tutto il personale della Forza che lavora in ministeri dentro e intorno a Kabul.È di almeno cinque morti il bilancio delle violenze in Afghanistan, giunte sabato al quinto giorno consecutivo, dopo il rogo del Corano nella base Usa di Bagram. Una vittima si è registrata nella città di Mihtarlam, capoluogo della provincia di Laghman. Almeno tre sono i morti a Kunduz, dove la folla ha cercato di assaltare la sede dell'Onu. Un altro morto in provincia di Logar.Fonti locali hanno segnalato che almeno 1.000 persone hanno avviato un corteo per le strade di Kunduz City, prima sfilando in modo pacifico, ma poi alzando i toni della protesta, con nutriti lanci di pietre contro edifici governativi, con azioni incendiarie e con l'assalto alla locale sede dell'Onu. Il portavoce del governo provinciale, Sarwer Hussaini, ha indicato che la polizia, che aveva costituito una cintura di sicurezza, ha respinto i manifestanti sparando in aria, con un bilancio provvisorio di almeno cinque feriti. Kunduz è una delle cinque province dove oggi, insieme a Kabul, sono riprese per il quinto giorno consecutivo le proteste per la dissacrazione del Corano commessa da militari Usa della base di Bagram. Nei giorni scorsi il saldo delle vittime ha raggiunto quota 29, mentre i feriti sarebbero almeno 200 in tutto il paese. Le altre province coinvolte oggi sono Logar, dove ci sarebbe stato un morto e numerosi camion incendiati, Nangarhar, Paktia e Laghman. In quest'ultima, a quanto ha appreso l'Ansa da fonti mediche, i feriti hanno raggiunto quota 18. Centinaia di persone, infatti, hanno manifestato violentemente, anche con il lancio di pietre, davanti alla sede del governo provinciale.
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