martedì 19 ottobre 2021
I jihadisti hanno sempre impedito le inoculazioni considerate «filo-occidentali»: tanti gli attacchi agli operatori sanitari. Appello della Nobel Malala per il ritorno in classe delle studentesse
Tornano le vaccinazioni anti-polio in Afghanistan

Tornano le vaccinazioni anti-polio in Afghanistan - Ansa

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Dopo tre anni e una pesante serie di attacchi subiti dagli operatori sanitari, i taleban hanno accettato ieri di riprendere la campagna di vaccinazione contro la poliomielite, campagna che in Afghanistan era ormai bloccata da tre anni. Il 9 novembre, hanno annunciato ieri l'Oms e l'Unicef, sarà quindi di nuovo possibile avere accesso al vaccino. L'obiettivo è di immunizzare 3,3 milioni di bambini che erano rimasti esclusi dalle campagne precedenti, per lo più proprio a causa dell'ostilità dei taleban nelle zone sotto il loro controllo. Gli islamisti accusavano infatti gli operatori sanitari delle Ong di essere delle spie. Ancora a marzo di quest'anno tre vaccinatrici antipolio erano state uccise a Jalalabad. Secondo l'inviato dell'Oms in Afghanistan, Luo Dapeng, quello di ieri è dunque un «passo estremamente importante nella direzione giusta».

L'Afghanistan e il Pakistan sono gli unici Paesi al mondo in cui la polio risulta ancora endemica. Nel 2019 l'Oms ha dichiarato eradicato a livello globale anche il polio virus di tipo 3, a quattro anni di distanza da un annuncio simile che aveva riguardato il tipo 2. In forma selvaggia circola soltanto il virus di tipo 1, endemico appunto in Afghanistan e Pakistan. I casi globali di poliomielite, malattia altamente contagiosa che nel secolo scorso è stata tra le più temute a livello infantile, sono crollati del 99 per cento a partire dal 1988 proprio grazie ad intense campagna di vaccinazione.

Ai taleban, intanto, si è rivolta con una lettera aperta anche Malala Yousafzai. «Un mese fa, i taleban hanno chiuso i cancelli delle scuole a milioni di ragazze afghane, derubandole non solo dell'istruzione ma anche del loro futuro», ha scritto la 24enne pachistana Nobel per la pace, chiedendo il ritorno delle ragazze in classe. «L’Afghanistan è oggi l'unico Paese al mondo che impedisce alle ragazze di studiare. Tutti i leader devono compiere azioni urgenti e decise per riportare a scuola ogni ragazza afghana», prosegue l'appello della giovane, vittima di un'aggressione dei taleban in Pakistan all'età di 15 anni proprio per il suo impegno in difesa del diritto all'istruzione. L'attivista ha quindi esortato tutti a sottoscrivere l'appello dal suo profilo Twitter. Secondo fonti Onu, un annuncio in questo senso da parte dei taleban potrebbe arrivare «molto presto», ma a livello ufficiale non ci sono conferme.

Sulla situazione generale afghana, intanto, si muove anche l'Iran: dopo Mosca, anche Teheran ha annunciato una conferenza sull'Afghanistan. L'appuntamento è previsto per il 27 ottobre con i capi della diplomazia dei sei Paesi vicini, compreso un delegato da Mosca. Secondo Teheran, l'obiettivo è formare un governo afghano inclusivo e aiutare la pace e la sicurezza in Afghanistan. Intanto, questa settimana a Mosca sono già in programma due summit sul dossier afghano, che coinvolgeranno anche Pakistan e Cina.

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