mercoledì 13 maggio 2009
Secondo Washington i miliziani hanno imbottito ordigni rudimentali e munizioni con l’agente chimico, utilizzandoli poi sia contro le forze Nato che sui civili, come nel caso della strage di Farah. La fabbricazione è avvenuta in diversi Paesi, tra cui la Gran Bretagna I miliziani negano: «Sono stati i marine a impiegarlo in battaglia».
COMMENTA E CONDIVIDI
Nella guerra sporca e infida che sparge sangue e dolore in terra afghana c’è un particolare agghiacciante che sta emergendo dai documenti in mano alle forze americane. Nella loro lotta armata fatta di imboscate, attacchi kamikaze e agguati mirati, i ribelli taleban non hanno esitato a imbottire razzi, ordigni e mortai di fosforo bianco, arma chimica ammessa solo a scopi difensivi. Non che i taleban abbiano evidentemente tempo da perdere con le sfumature delle convenzioni internazionali: per loro il fosforo bianco è solo l’ennesima devastante risorsa da gettare nel mezzo del conflitto che li oppone alle truppe della Nato. Ma l’obiettivo, a dirla tutta, è ancora più vasto: spesso le vittime di quest’arma letale sono soprattutto civili.È il caso, sostiene Washington, di quanto accaduto lo scorso 4 maggio durante gli scontri nella provincia di Farah: sarebbero i taleban, infatti, i responsabili della morte di 100 civili. Inizialmente gli americani erano stati accusati di aver provocato la strage con i loro raid aerei, ma i medici hanno riscontrato, sui corpi delle vittime, ferite derivanti dall’uso di fosforo bianco, arma che l’esercito Usa nega di aver usato in quell’occasione. Washington, infatti, ha ammesso di aver utilizzato in altre occasioni fosforo bianco in Afghanistan, ma mai come arma anti-uomo. Secondo il maggiore Jennifer Willis, portavoce dell’esercito Usa a Bagram, i marines se ne sono serviti solo per creare cortine fumogene, illuminare il campo di battaglia o distruggere bunker ed edifici vuoti.Il fosforo bianco è un agente chimico che esplode in fiamme al contatto con l’ossigeno: provoca ustioni gravissime ed estremamente dolorose, penetrando rapidamente attraverso la pelle e bruciando i tessuti sottostanti, spesso fino alle ossa. Recentemente molte polemiche ha sollevato la scoperta del suo utilizzo nella Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, e il dossier in questione è sotto inchiesta da parte dello stesso Israele.L’uso di fosforo bianco è uno «sviluppo preoccupante» della strategia taleban, sottolinea Washington, anche se un portavoce dei miliziani ha detto ieri che i ribelli non hanno «mai avuto o usato il fosforo»: «Gli americani lo hanno usato in molte operazioni e ora vogliono attribuire la loro tirannia ai taleban». In 8 dei 44 casi evidenziati dall’esercito Usa, sono state trovate tracce di fosforo bianco in ordigni rudimentali fatti in casa e ritrovati dai marines. In altri 25 casi sono state ritrovate munizioni «imbottite» da 105 e 120 millimetri, ancora inutilizzate. In altri 11 casi, infine, il fosforo bianco è stato effettivamente utilizzato contro le forze nemiche. Ma da dove si riforniscono i taleban? È il punto più controverso sul quale bisognerà fare chiarezza. Le munizioni risultano fabbricate in diversi Paesi, tra i quali Gran Bretagna, Cina, Russia e Iran. Si pensa siano state trafficate in Afghanistan tramite il poroso confine pachistano. Ma il come e il quando restano ancora un mistero.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: