domenica 1 ottobre 2017
L'Arabia Saudita sotto accusa per i bombardamenti, anche con gli ordigni dall'Italia. L'Iran pure è sotto esame
Bombardamento dei caccia sauditi sulla capitale Sanaa (Ansa)

Bombardamento dei caccia sauditi sulla capitale Sanaa (Ansa)

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Ispettori dell’Onu verranno inviati in Yemen per indagare su presunti crimini contro l’umanità commessi nella guerra civile. Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, espressione dell’Assemblea generale Onu, ha deciso di avviare un’inchiesta su presunti crimini contro l’umanità commessi nello Yemen e di inviare nel Paese una squadra di esperti internazionali.

La risoluzione, presentata dai Paesi arabi e sostenuta da quelli occidentali, è stata approvata venerdì sera dopo una trattativa serrata nella sede Onu di Ginevra, riuscendo così a superare la resistenza dell’Arabia Saudita. Riad dal marzo del 2015 guida, infatti, una coalizione di Paesi sunniti che hanno attaccato i ribelli sciiti Houthi – sostenuti dall’Iran – per reinsediare a Sanaa il presidente yemenita, il sunnita Abdel Rabbo Mansour Hadi. Gli investigatori dovranno accertare anche sui presunti crimini commessi dagli Houthi. Nel fascicolo della risoluzione è stata allegata rassegna stampa che contiene pure le inchieste di Avvenire sul commercio di armi italiane con lo Yemen. In particolare l’inchiesta di Avvenire denuncia come la Rwm Italia, espressione della multinazionale tedesca leader dell’industria bellica, ha prodotto nello stabilimento di Domusnovas, in Sardegna, ordigni venduti alla coalizione saudita: oltre 21mila le bombe consegnate solo nell’anno 2016.

L’invio degli ispettori Onu in Yemen rappresenta un successo per un gruppo di Paesi europei e il Canada che avrebbero, però, preferito una Commissione di inchiesta internazionale (il più alto livello di verifica di crimini in ambito Onu) del tutto indipendente dalle autorità yemenite. Paesi con stretti legami commerciali con Riad, come Usa, Gran Bretagna e Francia – che vendono armi ai sauditi per fatturati di miliardi di dollari – hanno chiesto una azione più morbida. «La risoluzione è una vittoria per gli yemeniti, la cui sofferenza è stata finora ignorata dalla comunità internazionale: una speranza per chi chiede giustizia e un passo avanti verso l’accertamento delle responsabilità», ha dichiarato Anna Neistat di Amnesty International.

La guerra in Yemen ha ucciso oltre 8.500 persone e ne ha ferite quasi 49.000 secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, mentre oltre 17 milioni di yemeniti sono a corto di cibo e da aprile, un’epidemia di colera ne ha uccisi oltre 2.100.

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