venerdì 16 dicembre 2022
ll consigliere della Casa Bianca ammette il rafforzamento russo
La tetra «profezia» di John Kirby: una guerra che non finirà presto

Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Suonano tetre le affermazioni di John Kirby, il consigliere per la Sicurezza della Casa Bianca: «L’intensità degli scontri in Ucraina non lascia presagire una fine prossima della guerra». Nubi fosche si stagliano nuovamente all’orizzonte.

Presto, il campo di battaglia comincerà a ghiacciare e riprenderanno slancio le offensive manovrate. Saranno mesi duri. Dopo la liberazione di Kherson, molti profetizzavano un crollo russo, mai avvenuto. Colpa del fango, che ha rallentato Kiev, soprattutto a Lyman. La pausa è stata una boccata d’ossigeno per l’Armata Rossa, capace di riorganizzarsi e di ritemprarsi.

Per l’Istituto americano per gli studi sulla guerra i comandi ucraini sono stati costretti a rivedere i piani. Da qualche settimana, il loro nemico si è fatto più combattivo. Conserva immutato il vantaggio in termini di potenza di fuoco. E l’esercito di Putin è disegnato per guerreggiare con l’artiglieria. Non si fermerà mai finché avrà spunti di superiorità.

Ha già ripreso a bombardare a tappeto le difese ucraine in tutto l’est del Paese. La controbatteria di Kiev non ce la fa a rispondere sistematicamente. Sta cedendo posizioni lungo la linea che corre dal sud di Donetsk fino ai sobborghi di Soledar. Per quanto tempo resisterà?

Le fabbriche e i magazzini di Vladimir Putin hanno retto alle sanzioni. Hanno ancora in pancia centinaia di migliaia di proiettili perché, un anno prima della guerra, il Cremlino aveva fatto incetta di semiconduttori e di elettronica ad uso militare. La rivista Jane’s stima che non avrà intoppi nel produrre missili e bombe per molti mesi ancora.

E c’è dell’altro: da quando il generale Surovikin è stato spedito al vertice del corpo di spedizione in Ucraina, le truppe sono meglio comandate. Ci voleva poco, certo, ma i risultati stanno arrivando, riconosciuti pure dai generali ucraini. Surovikin ha imposto una disciplina ferrea nell’uso dei fanti, badando bene a non sprecare uomini.

Sono finite le avanzate mortali di grandi masse di soldati, mandati spesso allo sbaraglio. Ora si procede per squadre di una decina di fanti per volta, che saggiano le fragilità nemiche e ne occupano i settori sguarniti, ben protetti dalle artiglierie. È un modus operandi molto simile all’odierno combattere occidentale, foriero di forti perdite fra l’avversario.

A Bakhmut, si parla di 600 caduti ucraini al giorno. Sono cifre impressionanti. Surovikin sta beneficiando anche dell’onda lunga dei riservisti: ha già ricevuto 75mila soldati freschi per la prima linea e altrettanti li ha potuti schierare a ridosso. Altri 150mila stanno ultimando la preparazione in Russia. Presto, lo svantaggio numerico di fanterie verrà meno.

È duro da digerire, ma la “profezia di Kirby” sembra destinata ad avverarsi. Ne è convinto il generale di brigata Oleksey Gromov, dello stato maggiore di Kiev. La sua analisi fuga ogni speranza di pace: «la Russia ha in animo di trasformare la guerra attuale in un conflitto senza limiti di tempo». Si prefigura un Natale di sangue. Il Cremlino ha già escluso tregue festive. Dieci mesi di lutti e distruzioni paiono trascorsi invano: le posizioni dei belligeranti restano inconciliabili. E, finché nessuno farà concessioni, la pace sarà un miraggio lontano.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: