sabato 3 settembre 2022
Il direttore dell’agenzia: «Situazione non paragonabile a Chernobyl, i soldati russi non ci hanno parlato». Ne discuterà il Consiglio di sicurezza Onu
Un tecnico dell'Aiea nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia

Un tecnico dell'Aiea nella centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia - Reuters

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«I militari russi erano presenti nella centrale ma con loro non abbiamo né si sono mostrati disponibili con noi». Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi, in una conferenza stampa a Vienna. Al momento, gli ispettori non forniscono giudizi sull’operato dei militari, tuttavia la «situazione è estremamente complessa» e «necessita dell’intervento dell’Aiea».

All’inizio della prossima settimana Grossi stilerà un rapporto sull’ispezione effettuata nell’impianto e lo discuterà nel corso del Consiglio sicurezza Onu convocato per martedì. «Stiamo raccogliendo informazioni sulla centrale», ha aggiunto il capo degli ispettori. Quest’ultimo ha definito «ammirevole» la scelta degli esperti ucraini che continuino a lavorare sotto occupazione. La tensione, ha ammesso, è altissima e la presenza dei due ispettori che resteranno per un tempo indefinito dovrebbe «contribuire a attenuarla».

La loro presenza, inoltre, dovrebbe garantire una maggiore sorveglianza, scoraggiando le parti dal compiere azioni di militari o di sabotaggio. Grossi si è detto preoccupato da «nuovi attacchi» nell’area dell’impianto anche se «la situazione di Zaporizhzhia non è paragonabile a quella di Chernobyl»

Nel secondo giorno di visita, gli ispettori hanno assistito al rinnovato scambio di accuse tra Mosca e Kiev. L’azienda nucleare statale ucraina Energatom ha dichiarato che l’Aiea ha cercato di verificare la sicurezza dell’impianto e di evitare un potenziale disastro. Tuttavia gli ispettori, pur ammessi all’interno del complesso energetico, non sono stati autorizzati a entrare nelle aree nevralgiche della centrale, dove l’Ucraina sostiene che le truppe russe sono di stanza e che perciò sarebbe difficile fare una valutazione imparziale.

Argomenti che non sarebbero stati bene accolti dai delegati dell’Aiea, quasi si mettesse in dubbio la loro capacità di verifica e analisi indipendente. Fonti sul posto, non smentite dall’Aiea, hanno confermato che Mosca non ha permesso alla missione di entrare nel “Centro di crisi”, il plesso dove attualmente staziona il personale militare russo. «Gli occupanti mentono, distorcono i fatti e le prove che testimoniano il loro bombardamento della zona, così come le conseguenze dei danni alle infrastrutture», hanno reagito fonti di Kiev. Tuttavia dagli uffici dell’Aiea fanno sapere che gli ispettori, con una esperienza decennale nelle aree di crisi, «hanno tutta l’esperienza, gli strumenti e le competenze per non lasciarsi ingannare».

Il ministro della Difesa russo Sergeij Shoigu ha detto che l’Ucraina sta continuando a bombardare l’impianto, accrescendo il rischio di una catastrofe nucleare. Tuttavia, giovedì, nel momento in cui il convoglio Onu si stava spostando in direzione dell’area occupata dalle forze russe ha assistito, come hanno documentato le riprese del Tg1, a tiri di artiglieria e raffiche di mitra provenienti proprio dalle postazioni dei filorussi. Il sito nucleare, a 10 chilometri dalle posizioni ucraine al di là del fiume Dnipro, era stato conquistato dalle forze russe subito dopo l’invasione dell’Ucraina a fine febbraio.

Il team dell’Aiea dovrà ora terminare l’analisi degli aspetti tecnici. «Non andremo da nessuna parte. L’Agenzia è lì, nell’impianto, non si muove e resterà lì», ha dichiarato il direttore generale Rafael Grossi ai giornalisti dopo essere rientrato in territorio ucraino. L’Aiea, con tenacia e abilità diplomatica, è così riuscita a ottenere prima l’ingresso nella centrale e infine la possibilità di osservare da vicino e per un periodo esteso le attività intorno ai sei reattori, cinque dei quali sono al momento spenti.

Nelle settimane scorse un ingegnere nucleare ucraino che non ha mai lasciato la centrale ci aveva fatto giungere il suo disappunto per alcuni attacchi dei militari ucraini la cui risonanza internazionale «ha convinto i russi di simulare altri attacchi ucraini per dare la colpa a Kiev». Non spetterà però all’Aiea stabilire con certezza da quale parte provengano gli attacchi, ma certamente i tecnici dovranno esaminare anche eventuali tracce dei combattimenti.

A rendere più fosco il quadro il nuovo report dell’Ufficio di coordinamento Onu a Kiev. «Le ostilità si sono intensificate nella zona sud-orientale», si legge. «Sono stati segnalati bombardamenti regolari sulle città in prima linea, tra cui Huliaipole e Kamianske, e attacchi missilistici sul centro amministrativo di Zaporizhzhia. Allo stesso tempo – aggiunge l’Onu – sono continuate le segnalazioni di attività militari e di bombardamenti all’interno e intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, situata nella città di Enerhodar». Le Nazioni Unite hanno chiesto la smilitarizzazione dell’area.

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