venerdì 22 gennaio 2021
Rientro nell'Oms e nell'accordo di Parigi per il clima, stop al muro e alle "deportazioni" degli immigrati. Ma anche ritorno dei fondi federali alle Ong che promuovano contraccezione e aborto
Il presidente Joe Biden firma i primi 17 decreti, invertendo la marcia rispetto al predecessore Donald Trump

Il presidente Joe Biden firma i primi 17 decreti, invertendo la marcia rispetto al predecessore Donald Trump - Ansa

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La Casa Bianca è stata tirata a lustro da cima a fondo in poche ore dopo l’uscita di Donald Trump. Ma per Joe Biden non è bastato. Mentre la Speaker della Camera Nancy Pelosi si preparava a inviare l’accusa per l’impeachment di Trump al Senato, Biden si è messo al lavoro per cancellare ogni traccia del suo predecessore.

Come ha confermato ieri mattina via Twitter, il neo-presidente non vuole «perdere tempo» per invertire la rotta degli Stati Uniti, avvicinandosi di più agli alleati storici, tornando a investire nella lotta ai cambiamenti climatici, ad adoperarsi contro la discriminazione e adottando un atteggiamento più aperto nei confronti degli immigrati. Atti che assomigliano a uno sforzo di riportare le lancette dell’orologio indietro di quattro anni, alla fine dell’Amministrazione Obama, con però uno sguardo in avanti per affrontare le crisi parallele della pandemia, alla quale ha dedicato ieri la sua prima conferenza stampa da Commander in chief, e della disoccupazione.

Il primo membro del gabinetto che Biden ha chiesto al Senato di confermare è stata Avril Haines: la prima donna a diventare direttore dell’intelligence nazionale, da cui dipendono 18 agenzie di intelligence, tra cui la Cia e la National Security Agency. La spiegazione della portavoce di Biden è che il presidente vuole ripristinare il più alla svelta possibile una squadra di sicurezza nazionale stabile, rispetto alla giostra di nomine e di licenziamenti che ha caratterizzato l’era Trump. Il nuovo inquilino di Pennsylvania avenue ha inoltre incaricato l’ex ambasciatrice all’Onu di Obama, Susan Rice, ora capo del suo Consiglio per la politica interna, a lanciare un piano di 200 giorni per «sradicare il razzismo sistemico» da tutte le agenzie federali.

Ben cinque dei 17 ordini esecutivi che Biden ha firmato sono dedicati all’immigrazione. Invitano il Congresso a lavorare al più presto a «una tabella di marcia per condurre alla cittadinanza» i circa 11 milioni di immigrati che vivono negli Usa illegalmente; rendono permanente il Daca, programma che protegge dalla deportazione circa 645.000 “dreamer”, e interrompono la costruzione del muro di confine tra Stati Uniti e Messico.

Nella lotta al coronavirus, nella quale finora il governo federale è rimasto assente, Biden ha imposto il distanziamento fisico e l’uso di mascherine in tutte le proprietà federali, mentre ha esortato gli americani a coprirsi bocca e naso ovunque per i prossimi 100 giorni. Il capo della Casa Bianca, che ieri presentando il piano anti-Covid ha avvertito che le vittime americane del Covid-19 «supereranno il mezzo milione il prossimo mese», ha anche ristabilito i legami con l’Organizzazione mondiale della sanità, dalla quale Trump aveva ritirato adesione e finanziamenti.

Nel suo primo giorno alla Casa Bianca, Biden ha anche revocato il blocco dei fondi federali alle Ong che promuovano la contraccezione e aborto: la cosiddetta «politica di Città del Messico», attuata da Ronald Reagan e annullata da tutte le Amministrazioni democratiche successive. La mossa sembra confermare i timori sollevati dal presidente della Conferenza episcopale Usa, José Gomez, che il «secondo presidente Usa di fede cattolica farà avanzare mali morali», tra cui contraccezione, aborto e matrimoni omosessuali. Parole che il cardinale arcivescovo di Chicago Blase Cupich ha ieri definito «sconsiderate». Cupich ha accusato Gomez di aver messo a punto un comunicato «senza consultazioni», rivelando «un fallimento interno» che «non contribuisce all’unità della Chiesa».

Più tardi, i vescovi hanno pubblicato altre quattro dichiarazioni, plaudendo invece a altrettanti decreti firmati da Biden, come il ritorno degli Usa negli accordi di Parigi sul clima, la revoca del bando all’ingresso da alcuni Paesi musulmani e il rafforzamento del Daca.

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