mercoledì 31 marzo 2021
Chi ha più di 21 anni potrà acquistare cannabis e coltivarne piante a casa per uso personale. Già in 14 gli Stati e il Distretto di Columbia è consentito l’uso
Il governatore di New York Andrew Cuomo

Il governatore di New York Andrew Cuomo - Reuters

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New York è diventato il 15esimo Stato americano a legalizzare l’uso della marijuana a scopo ricreativo. Con tanto di esultanza del governatore democratico Andrew Cuomo, del quale l’Assemblea statale ha chiesto le dimissioni dopo una serie di accuse di molestie sessuali anche da parte di membri femminili del suo staff. «Per troppo tempo, il divieto della cannabis ha preso di mira in modo sproporzionato le comunità di colore con pesanti pene detentive», ha dichiarato Cuomo. I repubblicani hanno votato in blocco per il «no», ma il loro muro non è valso a nulla nelle due Camere statali a maggioranza dem.

D’ora in poi dunque i residenti dello Stato del Nordest con almeno 21 anni potranno acquistare cannabis e coltivarne piante a casa per uso personale. Questo è già possibile in 14 Stati e nel Distretto di Columbia, sede della capitale Washington. La legge fissa a 85 grammi il nuovo limite per il possesso personale e prevede la cancellazione automatica di tutte le condanne agli individui sanzionati per reati legati alla marijuana. La misura sembra anche autorizzare il fumo di marijuana in pubblico, una possibilità che preoccupa il commissario di polizia di New York, Dermot Shea.

Il passo di New York è stato seguito dalla Virginia, dove il governatore Ralph Northam ha proposto di spostare la legalizzazione del possesso di marijuana a luglio piuttosto che aspettare fino al 2024, obiettivo fissato in precedenza. Norml, un gruppo pro-marijuana, ha accolto con favore la notizia da New York, dicendo che decine di migliaia di newyorkesi sono stati arrestati ogni anno per reati minori di marijuana, e che la maggior parte sono giovani, poveri e di colore.

Secondo l’ufficio del governatore Cuomo, il provvedimento potrebbe portare fino a 350 milioni di dollari di entrate fiscali annuali e creare decine di migliaia di posti di lavoro, ma che per raggiungere quel risultato «ci vorranno anni». Lo Stato prevede di tassare le vendite della marijuana al 9%. In realtà, due anni e mezzo di legalizzazione della marijuana nel vicino del Nord non hanno portato, da un punto di vista economico e fiscale, i risultati sperati dai suoi sostenitori. Il mercato nero – grazie ai prezzi più bassi – resta florido in Canada dove la cannabis è legale dall’ottobre 2018 e dove, secondo dati governativi, circa la metà dei consumatori di marijuana l’acquista nei negozi autorizzati. E la California è stata costretta a tagliare 223 milioni di dollari dalle proiezioni del bilancio statale nel 2019 a causa delle vendite di marijuana più lente del previsto.

L’uso ricreativo della cannabis resta proibito a livello federale, e i sondaggi mostrano come circa il 65% degli statunitensi è a favore dell’uso libero della droga. Intanto la letteratura scientifica mette in evidenza che la legalizzazione ha portato a un aumento nell’uso della marijuana. Secondo una ricerca della Columbia University, nel 2005 circa tre milioni di americani usavano cannabis ogni giorno. Oggi sono otto milioni. E circa un consumatore di cannabis su cinque la usa quotidianamente. La stessa ricerca ha concluso che negli Stati in cui esistono leggi sulla marijuana medica, la diffusione del consumo illegale e i disturbi da uso di cannabis sono aumentati più che negli altri Stati.
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