mercoledì 26 dicembre 2012
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Non si può dimenticare!, soprattutto a Natale, quando la speranza torna a nascere nei nostri cuori. Nell’anno internazionale della Fede, Asia Bibi rappresenta un testimone straordinario per la fede con cui vive la sua condizione di prigioniera, colpevole solo di essere coerente con la religione in cui crede e che pratica. Asia Bibi rappresenta oggi, nel terzo millennio, l’espressione viva di un preciso tipo di martirio: martire della fede, vittima dell’ingiustizia. Qualcuno si è arrogato il diritto di calpestare la libertà religiosa di altri, scegliendo come oggetto della propria violenza, vigliaccamente, le persone più fragili. Quelle che non possono difendersi, perché non sanno come farlo. Ma Asia Bibi ci mostra quanto possa essere straordinaria la forza che scaturisce dalla propria fede, perché permette di distinguere tra ciò che è vero e ciò che è falso; tra ciò che è bene e ciò che non lo è. Con la forza dei semplici e degli innocenti Asia sta difendendo la libertà di religione per tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi. È in gioco il diritto a vivere la propria fede, rispettando la fede degli altri, senza ostentazione, ma anche senza infingimenti, nella quotidianità della propria esperienza. Lo affermiamo noi, un gruppo di 25 parlamentari appartenenti a tutti gli schieramenti. Tutte donne, perché vogliamo rendere omaggio alla fede delle donne, che in tempi di crisi e di persecuzione sanno rimanere fedeli al loro rapporto personale con Dio. Sono e si sentono figlie di Dio e sanno bene cosa significhi essere e sentirsi al tempo stesso figli e genitori, in un rapporto di amore infinito che niente e nessuno può rinnegare. È della loro fede che si nutre la fede dei figli. Asia è sola davanti alla sua coscienza, ma ricorda bene l’ultima delle beatitudini: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
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