lunedì 14 gennaio 2013
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Caro direttore,ingiustizie come quella che vuol essere perpetrata nei confronti di Asia Bibi, condannata a morte per una sentenza ingiusta, per una legge ingiusta, chiama a reagire non solo i cristiani, che con Asia Bibi condividono la fede, ma tutti gli esseri umani che abbiano a cuore il rispetto della dignità, della libertà di parola e di culto, in ogni parte del mondo. Ho la fortuna di avere numerosi amici musulmani e pachistani. Per questo so che insieme agli appelli della comunità internazionale – del Santo Padre in primis – al Presidente del Pakistan Asif Ali Zardari, ci sono anche quelli provenienti dai suoi stessi concittadini. Tra i miei amici pachistani, c’è un giovane che in questi giorni rivendica con orgoglio la cultura di tolleranza del proprio Paese. Spiega però quanto sia difficile affermare questa cultura sul territorio pachistano, per colpa dei gruppi di estremisti che usano la violenza per imporre le loro idee. Chiediamo al Presidente Asif Ali Zardari di ascoltare la parte più "pura" (come indica il significato letterale di Pakistan) dei suoi cittadini, di dar voce alle speranze di un futuro di prosperità e tolleranza, oggi messe a tacere dalla violenza degli estremisti. È per questo che gli chiediamo di graziare Asia Bibi e di cancellare le leggi sulla blasfemia.
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