mercoledì 5 agosto 2020
Quasi 5mila nuovi contagi in tre settimane, il premier non cede su misure più restrittive. Mascherina obbligatoria solo sui mezzi di trasporto, ma Amsterdam e Rotterdam l'hanno ottenuta in strada
Il premier olandese Rutte

Il premier olandese Rutte - Ansa

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Nei Paesi Bassi il numero dei contagiati è salito in modo preoccupante. I dati vengono comunicati per settimana: nelle ultime 3 sono stati ben 4.904. Partiti da 987, poi 1.329, ora sono 2.588. Mentre si teme quindi una seconda ondata, molto più virulenta, del Covid- 19, il premier Rutte rimane “rigorosamente” in vacanza, dove si è dileguato poco dopo il suo rientro dal vertice di Bruxelles. Così, dopo aver esasperato tutti durante la trattativa europea sul Recovery fund, adesso è nei guai in patria per la situazione coronavirus.

Nel frattempo c’è stato un nuovo caso di dipendenti risultati positivi al tampone nelle fabbriche di macellazione della ditta Van Rooi Meat di Helmond. All’emittente Nos alcuni di loro hanno raccontato che dovevano lavorare anche con sintomi riferibili al coronavirus. Pare che un loro superiore gli avesse consigliato di mentire, scrivendo nel formulario inerente il loro stato di salute che stavano bene, anche se non era vero. Cosa che avevano fatto per timore di perdere il posto di lavoro. Il direttore ha smentito la notizia, asserendo che non ne sapeva nulla. Il Belgio – più colpito dall’epidemia dell’Olanda – vista comunque l’inquietante crescita dei contagi nel Paese confinante, ha dichiarato «zona arancione» tre regioni del suo vicino di casa.

Nei giorni scorsi è stata molto importante la pressione esercitata dai sindaci di due grandi città, Amsterdam e Rotterdam, nel richiedere con insistenza l’obbligo dell’uso di mascherine. Dopo un lungo tira e molla finalmente il premier ha accettato, considerandolo «come un esperimento » da attuare nelle vie di maggior passaggio, negozi e strade più affollate. Ma nel resto del Paese le mascherine sono obbligatorie solo sui mezzi di trasporto pubblici. L’esperimento in questione inizierà oggi stesso, 5 agosto.

Ma Rutte è abituato ai tira e molla: la sua intransigenza ha portato all’esasperazione quasi tutti i Paesi dell’Ue. Per lui l’economia va tutelata sopra tutto. Basta pensare che, prima di darsi alla politica, ha fatto carriera all’interno di una grande multinazionale, l’Unilever, dove ha svolto funzioni di rilievo a livello di formazione del personale e ristrutturazione interna, in seguito direttore delle Risorse Umane presso una filiale della stessa impresa. Adesso che il virus si sta riattivando, soprattutto a causa delle trasgressioni delle norme di sicurezza da parte dei giovani, i cittadini si sentono abbandonati. I medici chiedono la riapertura del Parlamento (fissata invece il 12 agosto), per l’immediata assunzione di maggiori restrizioni. La risposta sino ad oggi è stata negativa.

Due settimane fa l’associazione del personale medico e paramedico olandese, in particolare per quanto riguarda le case di cura e l’assistenza agli anziani, ha emesso un comunicato in cui dichiaravano di essersi resi conto di aver fatto male a seguire le linee del governo dettate dall’Rivm (l’ente del Ministero della salute che ha gestito l’epidemia, a volte con poca trasparenza), circa «l’inutilità» dell’uso di mascherine ed altri mezzi di difesa che invece avrebbero potuto proteggere dal contagio «sia loro che i loro pazienti ed assistiti. Alcuni dei quali deceduti proprio perché da loro infettati».

Parole dure, drammatiche, che avrebbero dovuto indurre alla riflessione lo stesso premier. Alcune domeniche fa Rutte è stato intervistato nel programma “Op1”, del primo canale televisivo. Alla domanda su «come possa essere sempre così sicuro di sè e delle decisioni assunte per contenere la diffusione da Coronavirus », ha risposto che lo è in quanto circondato da persone «fantastiche: esperti, virologi, scienziati. Di cui si fida completamente». Nel corso del suo discorso ha ripetuto per ben sei volte la parola «fantastisch», fantastico. Come al solito, senza ombra di dubbio.

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