mercoledì 6 giugno 2012
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Alla fine Madrid chiederà aiuto all’Europa. Avvitata in una crisi bancaria che non sembra lasciare scampo, ha bisogno urgente di capitali per puntellare una fuga di depositi – cento miliardi solo nei primi tre mesi dell’anno – che rischia di schiacciare il Paese e le sue finanze pubbliche. Il ministro del Bilancio, Cristobal Montoro, abbandonando la cautela delle ultime settimane, si è appellato in modo esplicito alle istituzioni e ai leader comunitari: mettano a disposizione fondi per le banche spagnole, ha detto, «non parliamo di cifre astronomiche». Una sorta di preambolo alla richiesta formale di salvataggio da parte di Ue e Fmi, come chiede la Germania. «Il premio di rischio indica che la Spagna non ha le porte aperte ai mercati», ha detto Montoro. Gli ha fatto eco il premier Mariano Rajoy: «Abbiamo un problema di finanziamento, liquidità e sostenibilità del debito».Ecco allora che, forse più che sulle decisioni del board, gli occhi domani saranno puntati sulle parole di Mario Draghi. Anche perché l’unione bancaria e fiscale in Europa, indicate proprio dal governatore della Bce, cominciano a fare breccia e se ne parlerà a fine mese. Draghi potrebbe addentrarsi maggiormente sulle prossime mosse per salvare la Spagna: assicurazione europea, non più nazionale, dei depositi bancari; salvataggio diretto delle banche attraverso il fondo salva-Stati, tema su cui la Bundesbank solleva obiezioni con cui occorre fare i conti, e vigilanza sulle banche sistemiche ceduta all’Europa a scapito dei poteri nazionali. In ogni caso, per far fronte all’emergenza immediata, spetta all’Eurotower approntare quelle misure estreme per assicurare il funzionamento del credito e la stabilità sui mercati. In particolare potrebbe vedersi una terza riedizione del maxi-prestito «Ltro» dopo le due tranche di dicembre e febbraio. Secondo il quotidiano tedesco Die Welt «la Spagna potrebbe richiedere un aiuto precauzionale ancor prima delle elezioni in Grecia e prima di presentare una relazione sullo situazione delle sue banche».I mercati restano intanto con il fiato sospeso. Dopo aver altalenato tra lievi guadagni e modeste perdite, i listini del Vecchio Continente hanno terminato in rialzo contenuto, fatta eccezione per Francoforte (-0,15%) che ha rivisto i minimi da 5 mesi soffrendo i dati sulla congiuntura molto deludenti. Lo spread ha chiuso a quota 440 dopo una breve puntata a 450 punti e l’euro ha tentato il recupero sopra 1,25 dollari per poi terminare attorno a 1,2450.Tra scambi rarefatti per la chiusura di Londra per il Giubileo della Regina (riapre oggi, ndr), la piazza migliore è stata Parigi (+1,07%). A seguire Milano (+0,63%), grazie alla discreta intonazione dei bancari. Buona tenuta per Madrid che archivia un +0,45%, sempre grazie ai bancari. Domani il Tesoro spagnolo emetterà titoli a medio e lungo termine e per Madrid sarà un test per capire se sta perdendo l’accesso al mercato. Per l’Italia arriva intanto un nuovo messaggio rassicurante del direttore generale del Tesoro per il debito pubblico, Maria Cannata, che riscontra come il nostro Paese sia ora percepito più solido, malgrado le tensioni per la crisi europea abbiano fatta diminuire l’interesse degli investitori esteri mentre ci sono «più investitori italiani».
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