venerdì 10 aprile 2015
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Il Settimo Vertice delle Americhe che si tiene oggi e domani a Panama passerà alla storia come il primo vertice regionale a cui partecipa Cuba dal 1962, quando gli Usa ne imposero l’espulsione dall’Organizzazione degli Stati americani (Osa). Ma acquisisce una particolare importanza anche per l’inedita presenza, come personalità invitata, del Segretario di Stato vaticano. Alla “Cumbre” infatti partecipa il cardinale Pietro Parolin, il più stretto collaboratore di Papa Francesco, il primo Pontefice latinoamericano della storia. Una presenza, questa, significativa, dovuta alla «particolare congiuntura» che fa da contorno al vertice. Una presenza che è innanzitutto un segnale di interesse nei confronti del Paese ospitante, il cui presidente Juan Carlos Varela, un «buon cattolico», teneva molto alla presenza della Santa Sede. Anzi in un primo tempo aveva accarezzato l’idea che all’evento potesse essere presente il Pontefice in persona. Ma questo per motivi di agenda era impossibile è così a rappresentarlo sarà il più alto responsabile della sua diplomazia a cui affiderà la lettura di un Messaggio, non di circostanza, sul tema centrale del vertice, «Prosperidad con Equidad: El Desafìo de la Cooperacion en las Americas».  In Vaticano si è molto riflettuto prima di aderire all’incontro di Panama, ma alla fine si è deciso di farlo soprattutto per continuare a manifestare sostegno al processo di riavvicinamento tra Cuba e L’Avana dopo la svolta di dicembre in cui Papa Francesco e la diplomazia vaticana, e il cardinale Parolin in particolare, hanno avuto un ruolo decisivo per pubblica ammissione degli stessi interessati, Barack Obama e Raúl Castro, entrambi presenti al Vertice insieme ad una trentina di capi di stato del Continente. Così il cardinale Parolin si è ritagliato i giorni necessari per la missione, nonostante l’agenda vaticana fosse in questi giorni particolarmente fitta di appuntamenti, con la solenne pubblicazione della Bolla di indizione del Giubileo prevista per domani, con la messa in ricordo del massacro degli armeni di un secolo fa fissata per domenica e con la nona riunione del C9 – di cui il Segretario di Stato fa parte – in programma da lunedì a mercoledì.  Ma la Cumbre di Panama potrà essere per Parolin – che viene accompagnato da monsignor Francisco Javier Frojan Madero, spagnolo, addetto della seconda sezione della Segreteria di Stato dove segue alcuni Paesi centroamericani – anche occasione di incontri bilaterali con altre delegazioni. Ad esempio con quella del Venezuela, dove Parolin ha lasciato un ottimo ricordo di sé – sia nella compagine governativa che nelle opposizioni – come “ambasciatore' del Papa, essendo stato nunzio a Caracas tra il 2009 e il 2013. Proprio un anno fa il porporato diede la sua disponibilità «a prendere parte personalmente» al processo di pace tra governo e opposizioni poi abortito. In preparazione del Vertice di Panama in Segreteria di Stato non sono comunque arrivate dagli interessati proposte di esercitare i suoi “buoni uffici” per migliorare i rapporti tra Washington e Caracas. Ma nel caso ci fossero non sarà certo il cardinale Parolin, che recentemente ha auspicato la creazione in Segreteria di Stato di un apposito Ufficio per la mediazione pontificia, a tirarsi indietro.
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