mercoledì 30 giugno 2021
Scegliere e guidare con discrezione
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Questa rubrica è nata con l’obiettivo di approfondire parole e concetti che ci potessero guidare verso i modelli economici che questo momento storico così complesso sta ispirando e facendo emergere. Parole da concatenare in una sorta di 'collana', come una raccolta di riflessioni utili per orientare piccole e grandi decisioni. In fondo fare impresa è anche, o prima di ogni altra cosa, questo: scegliere, decidere. Ed è per questo che negli ultimi articoli mi sono soffermato su alcune parole – e scelte – strategiche: sostenibilità, economia, impresa. Ma ve ne sono altre al centro non solo delle nostre scelte di business ma delle nostre vite, perché capaci di guidarci nell’incertezza o semplicemente di supportarci nella quotidianità. 'Discrezione' è una di queste.

Parola apparentemente 'discreta' e nascosta ma invece capace di spunti utilissimi nei momenti di cambiamento, come quello che stiamo vivendo. Sembra paradossale ma una parola che nel gergo comune suggerisce l’idea di una quasi 'non azione' di chi sta alla finestra, o alla meglio un timido proponimento, in realtà identifica quasi il suo opposto. Soprattutto quando si accompagna a un altro verbo su cui ci siamo soffermati, lo stesso da cui deriva: 'discernere', che è la capacità, come abbiamo visto, di comprendere il contesto per decidere la direzione. E difatti sappiamo bene che perseguire i risultati sperati, nelle nostre vite e nelle nostre imprese, quelli per i quali abbiamo investito tempo, risorse, passioni, significa ad un certo punto passare alla decisione e ad un’azione mirata. Un’azione forte, da valutare e compiere con discrezione. Una scelta. E scegliere qualcosa a volte può significare rinunciare a qualcos’altro. Allora come riuscire a scegliere in modo risoluto e perseverante un modello di economia che realizzi un valore economico sostenibile, frutto dell’integrazione tra gli interessi di tutti coloro che producono quel valore? Come fare a guidare la relazione con gli stakeholder con fermezza ed equilibrio assieme? Per anni molti testi di riferimento e molti esempi aziendali ci hanno abituato all’idea del capo, manager o imprenditore che fosse, capace di decidere con autonomia, spesso in solitudine, e di guidare gli altri e il contesto con la forza che deriva da un ruolo di comando.

Oggi invece la complessità e la continua connessione tra gli elementi del 'sistema impresa' ci dicono che una scelta affrettata o mal gestita è talvolta sufficiente a incrinare gli equilibri del sistema, a creare scompensi sul fronte economico ma prima ancora su ogni altro. È il cosiddetto effetto butterfly. Così come 'il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo', un qualunque 'errore di valutazione', anche distante, è capace di determinare conseguenze positive o negative rispetto all’operatività di un’impresa e ai suoi sviluppi. Così se la parola 'discernimento' indica la capacità di fare le scelte giuste, la parola 'discrezione' indica qualcosa in più, che sta nell’abilità di farlo pianificando e organizzando con cura le risorse, stabilendo con consapevolezza gli obiettivi, definendo la strategia nel breve e lungo termine, per svilupparla con equilibrio e saggezza. Discrezione intesa allora come necessità di ascoltare ma anche di fare sintesi, di essere prudenti ma anche coraggiosi, di cercare il dettaglio ma anche l’insieme.

È 'discreto' colui che nel fare impresa riesce ad integrare il valore e il contributo degli stakeholder nella quotidianità, costruendo relazioni e processi con cura e attenzione perché il sistema crei armonia e non squilibrio, sostenibilità e non rovine. Per scegliere e guidare con forza e continuità serve conoscere a fondo sé stessi e gli altri, siano essi collaboratori, clienti o fornitori. Le reciproche finalità e i valori, i punti deboli e le risorse, per fare leva su ciascuno nel raggiungimento di quel 'bene comune' che appare sempre più come la grande sfida del futuro.

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