lunedì 17 maggio 2021
Sono 36 realtà di 11 Paesi del mondo che hanno annunciato oggi la loro adesione alla campagna internazionale per il disinvestimento
Uscire dalle fossili: le istituzioni religiose «chiamano» G7 e COP26
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Uscire dalle fossili: le istituzioni religiose «chiamano» G7 e COP26. Se questo decennio dev'essere quello dell'azione decisiva nella lotta alla crisi climatica, bisogna essere molto chiari sulle priorità che la comunità internazionale deve darsi. Abbandonare il prima possibile le fonti fossili di energia, il cui utilizzo è la prima causa del riscaldamento climatico, non può che essere in cima alla lista. E a ricordarlo sono 36 istituzioni religiose di 11 Paesi del mondo che hanno annunciato oggi la loro adesione alla campagna internazionale per il disinvestimento dai combustibili fonti fossili. L'annuncio è stato coordinato dal Movimento Cattolico Globale per il Clima e arriva all'inizio della Settimana Laudato si', che celebra i progressi della Chiesa cattolica nel senso della conversione ecologica, a sei anni dall'emanazione dell'enciclica di Papa Francesco.

Brasile, Argentina, India, Filippine, Uganda, Italia, Spagna, Svizzera, Irlanda, Regno Unito e Stati Uniti sono i Paesi di provenienza delle istituzioni religiose (anglicane, cattoliche, metodiste, presbiteriane e battiste, fra le altre) che oggi si uniscono a centinaia di altre che hanno già compiuto questo passo negli ultimi anni. Particolarmente significativa l'adesione della Chiesa del Galles (quasi un miliardo di dollari il patrimonio in gestione): «Alla nostra riunione del Consiglio direttivo in aprile - ha dichiarato il Rev. dott.ssa Joanna Penberthy, vescovo di St. Davids nella Chiesa del Galles - abbiamo dichiarato un'emergenza climatica, impegnandoci a raggiungere idealmente zero emissioni di carbonio entro la fine di questo decennio e prendendo la decisione di disinvestire dai combustibili fossili entro la fine dell'anno». Hanno aderito anche le diocesi di Bristol e di Oxford, prime della Chiesa d'Inghilterra a farlo, insieme a sette diocesi cattoliche del Regno Unito e dell'Irlanda. «Non c'è modo di difendere le persone più vulnerabili sulla terra e di salvaguardare il resto del Creato, a meno che tu non sia disposto ad affrontare l'industria dei combustibili fossili», ha dichiarato Bill McKibben, che con l'organizzazione ambientalista 350.org di cui è co-fondatore è stato il motore della campagna a livello mondiale. Oggi gli investitori istituzionali aderenti al fossil fuel divestment sono oltre 1.300 nel mondo, con quasi 15mila miliardi di dollari di asset complessivi.

Oltre un terzo (il 34%) sono istituzioni e organizzazioni religiose, decisive fin dall'inizio per far sì che il disinvestimento diventasse una delle principali strategie con cui i grandi investitori di finanza sostenibile approcciano la questione dell'emergenza climatica.Le istituzioni religiose intendono far pesare la loro voce in vista di appuntamenti cruciali nella lotta alla crisi climatica come il G7 di giugno e soprattutto l'attesissima COP26 di novembre. Mercoledì 19 maggio il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima organizza il webinar "Dialogo Laudato si’ su energia e combustibili fossili", con interventi del cardinale Jean-Claude Hollerich, di monsignor Brendan Leahy, vescovo cattolico di Limerick, e dello stesso Bill McKibben.

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