mercoledì 6 ottobre 2021
Acri (l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria e Casse di risparmio) ha reso possibile l'ingresso in Italia a 35 rifugiati sudanesi rifugiati in Niger saranno accolti dalla diocesi
Il campo profughi di Hamdallaye in Niger dove sono stati accolti i minori non accompagnati sudanesi

Il campo profughi di Hamdallaye in Niger dove sono stati accolti i minori non accompagnati sudanesi

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Dalla porta d’ingresso sui Balcani, a Trieste, ai passaggi occidentali sul versante francese a Oulx e a Ventimiglia fino al salvataggio dei migranti in fuga dalla Libia nel Mediterraneo Centrale. Con un impegno a tutto campo a difesa della vita Acri (l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria e Casse di risparmio) ha deciso per il terzo anno consecutivo di agire con il "Progetto migranti" sul versante emergenziale dell’immigrazione. Con un budget ampliato a 1,2 milioni, i fondi verranno erogati dalla Commissione per la Cooperazione internazionale di Acri ai corridoi umanitari, all’assistenza in frontiera e a due associazioni impegnate in mare con il partenariato di 14 Fondazioni e 12 tra Ong e organizzazioni del Terzo settore per portare avanti otto interventi.

«L’ambizione – spiega il direttore generale dell’Acri, Giorgio Righetti – è sperimentare e consolidare alcune buone pratiche realizzate dal privato sociale. Avvertivamo l’esigenza di contribuire a un problema che richiede una attenzione particolare, dato che nel tempo è peggiorata la percezione del fenomeno nell’opinione pubblica, distorta da alcune forze politiche. Il nostro obiettivo di missione è l’interesse generale, non potevamo restare indifferenti. L’intervento si sviluppa su tre linee. Anzitutto i corridoi umanitari, apprezzati da tutte le forze politiche, che meritano una sperimentazione. Poi i transitanti alle frontiere, dove i respingimenti si sono inaspriti negli ultimi anni e assistenza significa offrire un tetto, aiuti sanitari e legali. Quindi il soccorso in mare con le Ong finite sotto i riflettori della giustizia senza che sia emerso nulla. In più abbiamo per la prima volta esteso un piccolo finanziamento fuori dell’Italia all’Ipsia delle Acli per l’accoglienza ai profughi sulla rotta balcanica in Bosnia dove, come ha detto il ministro Luciana Lamorgese il fenomeno è diventato strutturale. Il segnale importante è la riconferma dell’impegno nonostante la pandemia».Tra i partner della terza edizione del Progetto Migranti vi sono per i corridoi umanitari Intersos, Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Fcei, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Per l’assistenza ai migranti in fase di passaggio ecco Rainbow for Africa, attiva a Oulx, Caritas Intemelia, la Diaconia Valdese attiva sia sul versante occidentale che su quello orientale. Per il soccorso in mare è stato dato supporto alle due navi salvataggio di Sos Mediterranée e ResQ - People.

I corridoi umanitari, che consentono l’arrivo in sicurezza di rifugiati grazie a un accordo siglato dal governo italiano, Unhcr, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia da una parte e Cei dall’altra vedono il nostro Paese pioniere in Europa con oltre tremila arrivi in sei anni. Acri ha deciso di sostenere anche i "Corridoi Universitari", che prevedono visti di ingresso per motivi di studio a 43 studenti titolari di protezione internazionale in Etiopia. Ma la novità è l’estensione ai minori non accompagnati rifugiati in Niger con "Pagella in tasca". «Il progetto – spiega Cesare Fermi di Intersos – è ispirato dal bambino maliano 14enne morto nel Mediterraneo con la pagella cucita nella tasca del giubbotto dalla mamme e mira a promuovere l’ingresso in Italia con canali di studio non universitario di 35 minori non accompagnati rifugiati in Niger nel campo di Hamdallaye vicino alla capitale Niamey». Qui Intersos accoglie giovanissimi sudanesi provenienti da Agadez, dove erano approdati dopo la fuga dalla Libia.«Erano ragazzi senza futuro. I minori non accompagnati sono attualmente esclusi dalla maggior parte dei programmi di "resettlement" perché il loro trasferimento e accoglienza sono decisamente più complessi rispetto a quelli degli adulti e dei nuclei familiari. Ci stiamo lavorando da oltre un anno. Il primo finanziamento è arrivato dalla Cei e grazie a questo siamo arrivati a definire il programma con molti enti tra cui Unhcr, governo nigerino, Ambasciata italiana in Niger, governo italiano, comune e diocesi di Torino. Poi è arrivato il finanziamento di Acri e Fondazione San Paolo. In tutto ne arriveranno 35, accolti in famiglie segnalate dalle diocesi. All’arrivo entrano in percorsi di affidamento familiare e saranno accompagnati nel loro percorso di studio e di inclusione sociale da tutori volontari e dalle comunità locali. Il progetto prevede per ciascun minore una borsa di studio di 550 euro al mese per 12 mesi». I ragazzi hanno tra i 15 e i 18 anni e al compimento della maggiore età potranno chiedere asilo. Ad Agadez, crocevia del Sahara nigerino, uno di loro, caso clamoroso, era arrivato addirittura da Ventimiglia, caricato su un pullman fuori da campo Roja a Ventimiglia e rimpatriato a forza in Niger in una clamorosa violazione del diritto internazionale.

Ad Agadez ha riconosciuto l’operatrice di Intersos che aveva conosciuto a Ventimiglia. Ora è tornato in Italia con vie legali e sicure. A Trieste (in entrata dai Balcani), Ventimiglia e Oulx (in uscita verso la Francia) Africa e Oriente si incontrano in frontiere porose con una umanità carica di sofferenze enormi e una meta o una persona da raggiungere a qualsiasi costo in Europa. «Arrivano ogni giorno 150 persone, tra cui moltissime famiglie con bambini piccoli, spesso nati lungo le rotte, donne incinte e sole con gravidanze frutto di violenze – spiega Giulia Spagna del Danish Refugee Council – e moltissimi minori soli. Il 95% di quelli che attraversano a piedi i Balcani subisce violenze dalla polizia croata. I numeri sono in aumento. Il finanziamento ci aiuta a rafforzare la risposta umanitaria tramite azioni dedicate ai bisogni primari, all’assistenza sanitaria e all’orientamento socio-legale con team di esperti. A Ventimiglia Diaconia e Caritas Intemelia accolgono i più fragili e i nuclei con bambini in appartamenti per famiglie numerose. Ad Oulx c’è il rifugio che va ingrandito in accordo con la prefettura». Qui i volontari hanno incontrato qualche settimana fa un iracheno di circa 30 anni. È stato respinto dalla Francia e accompagnato dalla polizia al rifugio di Oulx nel primo pomeriggio, insieme a una donna palestinese, separata al momento del respingimento dal marito e dal figlio. L’iracheno aveva una cicatrice su una gamba, dall’anca al ginocchio. Raccontava di essere stato operato in Croazia perché, in seguito alle percosse della polizia, aveva riportato una frattura al femore. Ha fatto tutto il viaggio fino a Oulx in stampelle. Ha molto dolore e saltella. Non riesce ancora a camminare bene e ha interrotto il percorso di riabilitazione perché non vede l’ora di arrivare in Svizzera, dove lo attendono sua moglie e suo figlio. Anche se sa che non riuscirà ad affrontare la montagna a piedi. Il numero di migranti morti nel Mediterraneo tentando di raggiungere l’Europa è più che raddoppiato quest’anno. In mare provano a salvarli diverse organizzazioni tra cui Sos Mediterranee, che ha sede in Italia, Francia e Svizzera. «Il progetto – spiega il portavoce Francesco Creazzo – è volto a co-finanziare le operazioni di soccorso in mare di SOS Mediterranée attraverso la nave Ocean Viking. Vogliamo ridurre il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo centrale. Il progetto mira a coprire tutte le aree di intervento in cui opera l’organizzazione, dal salvataggio in mare, all’assistenza a bordo, fino al lavoro di testimonianza a terra finalizzato a veicolare una corretta informazione e a sensibilizzare l’opinione pubblica». Compiti su cui è impegnata anche l’altra organizzazione finanziata e l’unica solo italiana, ResQ - People Saving People, che ha effettuato il primo salvataggio ad agosto dopo che ha dimostrato ad Acri di fare sul serio.

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