martedì 19 aprile 2016
Per Federico Isenburg (nella foto), classe 1978, fondatore e amministratore delegato di Easy Welfare, «pensare di soddisfare tutti con la medesima soluzione non è impossibile».
Welfare aziendale, così cambia con la crisi
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La crisi sta cambiando la percezione del welfare aziendale. In un periodo economicamente delicato, gli imprenditori riescono a soddisfare le necessità dei dipendenti anche laddove non sia possibile incrementare a livello salariale lo stipendio individuale. Dal rimborso delle spese scolastiche e sanitarie fino ad arrivare ai servizi legati al tempo libero: persino il biglietto del cinema e la quota in palestra non sono più impossibili da ottenere. Ma cosa chiedono gli imprenditori? E cosa i dipendenti? E se senza accorgersene chiedessero la stessa cosa? "Parliamo di persone con gusti, stili di vita e abitudini diverse - spiega Federico Isenburg, classe 1978, fondatore e amministratore delegato di Easy Welfare -. Pensare di soddisfare tutti con la medesima soluzione non è impossibile. Il welfare aziendale permette a ogni individuo di decidere in maniera autonoma come spendere la propria quota benefit, questa penso sia la vera forza dello strumento. In mano all’imprenditore, la possibilità di venire incontro alle necessità di ogni collaboratore, in mano al dipendente, un panel di servizi variegato per ogni necessità. Poi ovviamente al benessere aziendale si accompagna un discorso di ottimizzazione fiscale non indifferente: viene abbattuto il cuneo fiscale, lato azienda e lato dipendente". Easy Welfare gestisce e realizza piani da circa dieci anni, in tutto questo tempo ha affiancato le aziende nella realizzazione di progetti complessi, dall’advisory strategico fino alla definizione e attuazione del piano. Lavora con oltre 180 imprese diverse, gestisce oltre 180 differenti piani welfare: da un lato possiede le tecnologie giuste per la realizzazione di un pacchetto Welfare 2.0 e allo stesso tempo ha un bagaglio di conoscenze,  statistiche e trend che permette di indirizzare al meglio l’azienda cliente.  "Ci sono diverse buoni prassi da seguire - continua Isenburg - la più importante è credere nel progetto. Bisogna partire dalla consulenza, realizzare un piano su misura per la propria realtà (ogni azienda è diversa), coinvolgere i dipendenti con questionari e survey di gradimento, e soprattutto fare comunicazione. Se ho un asso nella manica e non lo comunico come fanno i miei collaboratori a percepirne le potenzialità? Fare welfare in azienda è fondamentale, non solo per migliorare il benessere interno ma soprattutto per mantenere ed attrarre i talenti". Le piccole e medie imprese si avvicinano al welfare non solo per gli sgravi. Bisogna anche considerare che, grazie alle novità normative introdotte dalla legge di Stabilità, le possibilità date alle pmi sono veramente molteplici: crescono i servizi welfare e aumentano le opportunità per supportare i propri collaboratori anche per realtà di piccole e medie dimensioni. "A tal proposito - conclude l'ad - recentemente abbiamo deciso di modulare la nostra offerta lanciando sul mercato Easy Welfrae Pmi e devo ammettere che stiamo già riscontrando un grande interesse da parte delle aziende. Un pacchetto creato su misura per tutte quelle realtà di medie dimensioni che vogliono investire nel benessere aziendale, con una semplicità di attivazione ineguagliabile: è sufficiente un solo giorno dalla firma del contratto. Che la mentalità stia cambiando è fuori discussione: welfare e crescita aziendale sono due parole che stanno sempre più una vicino all’altra. Attuare politiche di welfare aziendale è la giusta strada per piccole, medie e grandi imprese".
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