martedì 28 luglio 2015
Il Fmi: nell’Ue (e in Italia) ripresa debole, rischiate una «generazione perduta». Le raccomandazioni del Fondo: fate le riforme a partire dalla Pa e dalla giustizia civile. Il Tesoro replica: non avete tenuto conto di quelle che abbiamo già fatto.
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Il rischio di una ripresa senza lavoro c’è. Il grido di allarme era stato già lanciato più volte dagli economisti. E ora la conferma arriva anche dal Fondo monetario internazionale. «Senza una significativa accelerazione della crescita, ci vorranno dieci anni alla Spagna e quasi 20 anni a Portogallo e Italia per ridurre il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi», spiega il Fmi nel Rapporto Article IV.Nell’Eurozona – continua il Fondo – la ripresa economica «si sta rafforzando, sostenuta dai bassi prezzi del petrolio e dal programma di acquisti della Bce: ma le prospettive di medio termine restano deboli, appesantite da una domanda insufficiente, da una bassa produttività e dai bilanci deboli di banche e imprese». Il Fmi osserva come «la crescita potenziale, stimata solo intorno all’1% sul medio termine, è ben al di sotto di quanto servirebbe per ridurre in molti Paesi la disoccupazione a livelli accettabili». «Il miglioramento della fiducia, l’aumento delle aspettative sull’inflazione e un allentamento delle condizioni del credito suggeriscono che la ripresa continuerà nel breve termine», si legge nel documento, in cui si prevede che il Pil dell’area euro crescerà quest’anno all’1,5% dallo 0,8% del 2014 e accelererà ulteriormente all’1,7% nel 2016. L’inflazione resterà vicino allo zero quest’anno per salire all’1,1% il prossimo. Secondo il Fmi, i rischi di battuta d’arresto «sono ora più equilibrati» e legati in particolare alla bassa inflazione, a un potenziale rallentamento dei mercati emergenti, alle tensioni geopolitiche e alla volatilità dei mercati finanziari. Per migliorare le prospettive di medio termine dell’Eurozona il Fondo invita a definire una «risposta complessiva» sia intervenendo per ripulire i bilanci «così da incoraggiare le banche a prestare e le imprese a investire», sia «accelerando le riforme strutturali e rafforzando la governance economica».Preoccupa, però, l’alto tasso di disoccupazione giovanile nell’Eurozona, che potrebbe danneggiare il potenziale del capitale umano e dar luogo a una lost generation. «Nonostante i recenti miglioramenti – sottolinea il Fondo – il tasso di disoccupazione rimane sopra l’11% nell’area euro e vicino al 25% in Grecia e Spagna». Secondo il Fmi, tuttavia, per uscire dalla "palude" di una ripresa senza occupazione, l’Italia – sono cinque le raccomandazioni – deve prima di tutto approvare e mettere in atto «la pianificata riforma dell’amministrazione pubblica» per aumentare l’efficienza del settore pubblico. Inoltre, si invita anche ad adottare «ulteriori misure per migliorare l’efficienza della giustizia civile», razionalizzando i tipi di casi che approdano in Cassazione, permettendo un’ulteriore specializzazione dei tribunali e varando misure ad hoc per ridurre il carico delle cause pendenti. La terza raccomandazione riguarda il rafforzamento delle politiche definite dal Jobs act, oltre a «definire e adottare misure concrete per ridisegnare» gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione per dare vita a «un sistema universale di sostegno condizionato alla ricerca di lavoro e alla formazione». La quarta raccomandazione del Fondo al nostro Paese è di adottare una «ulteriore decentralizzazione della contrattazione salariale attraverso una maggiore flessibilità nei contratti nazionali». Ultimo punto, il varo della legge sulla concorrenza per gestire le barriere regolamentari che al momento esistono in settori come il commercio al dettaglio e i trasporti.Intanto il ministero dell’Economia ritiene che la stima del Fmi è basata su una metodologia che non tiene conto delle riforme strutturali che già sono state introdotte, per cui non servono 20 anni per tornare a una occupazione pre-crisi.
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