sabato 4 maggio 2024
In aumento i lavoratori qualificati. Ma resta il mismatch. Nel Salernitano un nuovo polo per formare saldatori e impiantisti industriali
Sempre più ricercati gli operai specializzati

Sempre più ricercati gli operai specializzati - Archivio

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È un momento particolarmente positivo per il nostro mercato del lavoro. Sia per il record storico di occupati che per l’aumento del numero di coloro che dispongono di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e infine anche per l’incremento, avvenuto soprattutto nell’ultimo anno, del personale con livelli di qualifica elevati. Nel 2023 - secondo l’Ufficio studi della Cgia - la platea degli occupati in Italia ha toccato i 23,6 milioni di unità, 471mila in più rispetto al periodo pre-Covid, di cui 213mila hanno interessato il Mezzogiorno, che è stata la ripartizione geografica che ha registrato l’incremento percentuale più elevato del Paese (+3,5%).

Su base mensile, il tasso di occupazione sale a marzo al 62,1%, segnando un nuovo record in base ai dati dell'Istat, che ha diffuso la stima provvisoria su occupati e disoccupati. Rispetto a febbraio, l'occupazione cresce di 70mila unità (+0,3%). L'aumento mensile coinvolge uomini, donne e tutte le classi d'età, ad eccezione dei 35-49enni. A marzo 2024 - commenta l'Istat - la crescita dell'occupazione è effetto dell'aumento sia dei dipendenti, che raggiungono i 18 milioni 793mila, sia degli autonomi, pari a 5 milioni 56mila. Il numero degli occupati - 23 milioni 849mila - è superiore di 425mila unità rispetto a marzo 2023, come conseguenza dell'incremento di 559mila dipendenti permanenti e di 46mila autonomi, a fronte della diminuzione di 180mila dipendenti a termine. Il tasso di disoccupazione scende al 7,2% (-0,2 punti rispetto a febbraio 2024 e -0,7% su base annua), quello giovanile al 20,1% (-2,3 punti), mentre il tasso di inattività è stabile al 33%.

Le previsioni, inoltre, ci dicono che lo stock complessivo degli occupati è destinato a crescere ulteriormente, sfiorando i 24 milioni di addetti entro il 2025. Sempre l’anno scorso abbiamo raggiunto una incidenza dell’84% di coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo in determinato (15,57 milioni su 18,54 milioni) sul totale dei lavoratori dipendenti. Se confrontiamo il numero di lavoratori dipendenti del 2023 con il posto fisso sempre con lo stesso dato del periodo pre-pandemico, l’aumento è stato di 742mila unità (+5%). Infine, il numero dei lavoratori altamente specializzati/qualificati è aumentato nell’ultimo anno del 5,8% (+464 mila), pari al 96,5% dei nuovi posti di lavoro creati nel 2023; mentre rispetto al 2019 la variazione rimane positiva (+2,3%), ma più contenuta rispetto all’anno precedente (+192 mila) con una incidenza del 40,7% sui nuovi posti di lavoro creati in questo ultimo quadriennio.

Tuttavia permangono ancora delle criticità che fatichiamo a superare. La principale rimane il basso tasso di occupazione nonostante il record di marzo: tra i 20 Paesi dell’area dell’Euro, l’Italia è fanalino di coda contro una media dell’Eurozona del 70,1%. Non va trascurato nemmeno il trend registrato dai lavoratori autonomi: rispetto al 2019 sono scesi di 223mila unità (-4,2%), nonostante nell’ultimo anno ci sia stato un leggero segnale di ripresa pari +62mila unità (+1,3%). Senza contare che, purtroppo, contiamo storicamente su retribuzioni mediamente più basse degli altri Paesi dell’Ue, a causa di un livello di produttività del lavoro molto basso, di un tasso dei Neet (giovani che non studiano e non lavorano) elevatissimo e di un tasso occupazionale relativo alle donne più contenuto di tutta Europa. Resta anche la difficoltà delle aziende a trovare personale qualificato: ossia il disallineamento tra domanda e offerta (il cosiddetto mismatch).

In questi ultimi anni a livello territoriale sono le regioni del Mezzogiorno ad aver registrato gli incrementi occupazionali più importanti. Rispetto al 2019 la Puglia ha segnato un ragguardevole +6,3% (+77mila unità), seguono la Liguria e la Sicilia entrambe con il +5,2% (la prima con +31mila unità e la seconda con +69mila), la Campania con il +3,6% (+58 mila unità) e la Basilicata con il +3,5% (+7mila unità). A livello provinciale, invece, è Lecce con il +16,5% (+36.500 unità) ad aver conseguito l’incremento percentuale più significativo del Paese rispetto al periodo pre-pandemico. Seguono Benevento con il +12,4% (+10mila unità), Enna con il +11,2% (+4.800 unità), Frosinone con il +10,9% (+16.600 unità) e Ragusa con il +9,4% (+10mila unità). Non tutto il Mezzogiorno, comunque, ha potuto contare su risultati positivi. Tra gli ultimi posti della graduatoria provinciale scorgiamo altre realtà del Sud: in particolare Sud Sardegna e Siracusa dove la contrazione occupazionale è stata per entrambe del -4,3% (la prima con -4.900 unità e la seconda con -5mila), Caltanissetta con il -5,2% (-3.400 unità), Sassari con il -6,8% (-12.600 unità) e, infine, chiude la classifica la provincia marchigiana di Fermo con il -7,9% (-6 mila unità).

Nasce il polo per formare saldatori e impiantisti industriali

È stato inaugurato a Pontecagnano Faiano (Salerno) Eduwork, il nuovo polo per saldatori e impiantisti industriali di Fmts group focalizzato sulla formazione per il lavoro. Con un investimento di cinque milioni di euro e con oltre 300 aziende collegate all'iniziativa nei settori metalmeccanica, impiantistica industriale ed elettronica, sono stati creati cinque laboratori e tre aule per la formazione didattica. La scuola potrà ospitare fino a 80 corsisti contemporaneamente e i corsi di formazione verranno organizzati su più edizioni annue. Gli studenti avranno l'opportunità di formarsi nelle professioni di saldatura, elettricista e impiantista industriale e il percorso didattico si articolerà in formazione teorica in aula o in modalità Fad e in sessioni pratiche, all'interno di laboratori dotati della strumentazione tecnologica più avanzata (più del 70% della formazione avverrà in laboratorio), così da fornire tutte le competenze necessarie per poter entrare direttamente nel mondo del lavoro. Grazie alla relazione stretta con le imprese distribuite sul territorio nazionale il tasso di placement garantito dai percorsi formativi è del 100%. I moduli così strutturati rispondono in modo tempestivo alle esigenze del mercato e alle richieste da parte delle aziende di risorse umane specializzate. Il polo, nuova sfida di Fmts group, nasce dalla necessità di colmare il divario all'interno del mondo del lavoro e di rispondere correttamente alle richieste del mercato italiano.

Come rispondere al mismatch? Con la formazione: l'analisi di ResearcHu Institute per Eduwork mette in luce le criticità e le sfide del sistema formazione-lavoro italiano. Il mercato del lavoro è influenzato da diversi fattori che ne determinano l'instabilità: il cambiamento climatico, l'emergere di nuove tecnologie e l'invecchiamento della popolazione sono tra le principali cause.
Inoltre, negli ultimi anni, si è acuito il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Secondo i dati raccolti da ResearcHu institute per Eduwork su un campione nazionale di 120 aziende del settore Impiantistica civile e industriale, è emerso che le figure maggiormente richieste sono: elettricista (circa 168 unità richieste), tecnico manutenzione impianti termoidraulici (circa 98 unità richieste), impiantista di sistemi di climatizzazione (circa 92 unità richieste), progettista impianti elettrici (circa 84 unità richieste), cablatore elettrico (circa 74 unità richieste). Nel settore metalmeccanico, invece, le aziende intervistate sono state 190 ed è emerso il bisogno di saldatori elettrici e ad arco (circa 110 unità richieste), saldatori di metalli speciali e leghe (circa 80 unità richieste), saldatori a fusione (circa 75 unità richieste), saldatori ad idrogeno (circa 61 unità richieste).

Con uno sguardo proiettato al futuro, Eduwork continua a monitorare l'evoluzione dei fabbisogni del mercato del lavoro con particolare attenzione al fenomeno delle transizioni digitali ed ecologiche. Secondo la ricerca, nel periodo 2024-2028 il mismatch, per alcune professioni, rischia di diventare critico. Attualmente figure professionali come tecnici della salute, medici, ingegneri tecnici in campo ingegneristico, operai specializzati nelle costruzioni, scontano una difficoltà di reperimento pari al 40% con una richiesta che supera il 3,2% (media annua). Se non aumenterà l'offerta per queste figure il reperimento all'interno del mercato sarà sempre più difficile e impatterà negativamente sugli investimenti del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza.

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