mercoledì 6 maggio 2020
Risorse minime stanziate soltanto da Valle d'Aosta, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Calabria (anche se solo per i tirocini negli uffici pubblici)
L'impegno di un giovane stagista

L'impegno di un giovane stagista - Archivio

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Ogni anno in Italia vengono svolti mezzo milione di stage: circa 350mila extracurricolari all'anno “censiti” dal ministero del Lavoro, più un numero indefinito – con tutta probabilità non inferiore a 200mila – di curricolari, svolti cioè all'interno di percorsi di studio formalmente riconosciuti (scuole professionali, corsi universitari, master). «Nell'emergenza Covid che stiamo vivendo da due mesi, finora per queste centinaia di migliaia di persone la politica non ha fatto quasi niente» è la denuncia di Eleonora Voltolina, la giornalista che da oltre dieci anni si occupa di stage in Italia con la sua testata Repubblicadeglistagisti.it: «Eppure una larga fetta di questi tirocini è stata improvvisamente interrotta a marzo a causa dei decreti, e dei balletti sulla possibilità/impossibilità di proseguire gli stage da casa» in una modalità che sulla Repubblica degli stagisti è stata ribattezzata “smart internshipping”, dato che è simile allo smart working. «Ciò vuol dire che tantissimi stagisti si sono ritrovati dall’oggi al domani senza un’attività da fare durante il lockdown» prosegue Voltolina «e sopratutto con un entrata in meno per affrontare le proprie spese. Cosa ci aspettiamo? Che siano sempre le famiglie a correre in soccorso e a mantenere figli e nipoti? Le famiglie al momento sono in grande difficoltà economica: bisogna aiutarle, e aiutare le persone in tirocinio».

Per questo la Repubblica degli stagisti ha formulato quattro proposte e le propone al governo, al Parlamento e alle Regioni: chiarire le tempistiche di ripresa dei tirocini, per non lasciare nel limbo le decine di migliaia di persone sospese; permettere in tutta Italia la prosecuzione dei tirocini da casa; autorizzare l’avvio di nuovi tirocini, anche direttamente in modalità “smart”, perché vi sono molte aziende che sarebbero intenzionate ad attivare stage e che non lo possono fare perché le Regioni hanno deciso di vietarlo; e infine l’aspetto forse più importante, e cioè prevedere un sussidio a favore di tutti coloro che si sono visti interrompere o sospendere lo stage causa Coronavirus.

«Negli ultimi giorni - conclude Voltolina - qualcosa si è mosso: alcune Regioni, prima fra tutte l’Emilia Romagna, hanno stanziato dei fondi per offrire ai tirocinanti – purtroppo solo quelli extracurricolari – un sussidio una tantum per ricompensarli del danno subito dalla sospensione dello stage. Buone pratiche da segnalare anche in Valle d’Aosta, nel Lazio e in Toscana. Mentre in Calabria sono tutelati solo gli stagisti negli uffici pubblici. Ma c’è bisogno di fare molto di più. Completamente assente la Lombardia, dove si concentra la maggior parte degli stage. Vorremmo vedere un impegno bipartisan del mondo politico su questo fronte: gli stagisti hanno bisogno di tutele e di sostegno. Ci aspettiamo che le quattro proposte vengano prese in considerazione e che la politica metta in atto delle azioni concrete e immediate e recuperi il tempo perduto».

Qui tutti i dettagli delle proposte: www.repubblicadeglistagisti.it.

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