giovedì 31 agosto 2023
Più di 19 milioni di euro di contributi sono stati concessi nel periodo 2019/2023 da FondItalia a sostegno dei corsi obbligatori aziendali
Ancora troppi gli incidenti sul lavoro

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Sono ancora troppi gli incidenti sul lavoro in Italia. L'ultimo in ordine di tempo è quello avvenuto poco prima di mezzanotte nel Torinese, con cinque operai morti e due feriti. Le denunce di infortunio presentate all'Inail entro il mese di giugno sono state 296.665, in calo rispetto alle 382.288 dei primi sei mesi del 2022 (-22,4%), in aumento rispetto alle 266.804 del 2021 (+11,2%) e alle 244.896 del 2020 (+21,1%), e in diminuzione rispetto alle 323.831 del 2019 (-8,4%). A livello nazionale i dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano nel primo semestre del 2023, rispetto all'analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 340.784 del 2022 ai 252.675 del 2023 (-25,9%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 6%, da 41.504 a 43.990. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 450, 13 in meno rispetto alle 463 registrate nel periodo gennaio-giugno 2022, 88 in meno rispetto al 2021, 120 in meno rispetto al 2020 e 32 in meno rispetto al 2019.Nel giugno di quest'anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -27,6% nella gestione Industria e servizi (dai 313.474 casi del 2022 ai 226.964 del 2023), un -1,1% in Agricoltura (da 12.612 a 12.471) e un +1,8% nel Conto Stato (da 56.202 a 57.230). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la Sanità e assistenza sociale (-73,1%), l'Amministrazione pubblica, che comprende l'attività degli organismi preposti alla sanità - Asl - e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-63,2%), e il Trasporto e magazzinaggio (-55,2%). In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+17,4%), dell'abbigliamento (+8,7%) e dei prodotti chimici (+2,2%). L'analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nelle Isole (-29,2%), seguite dal Sud (-28,7%), dal Nord-Ovest (-25,6%), dal Centro (-22,1%) e dal Nord-Est (-14,3%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e l'Abruzzo. Il calo che emerge dal confronto tra il primo semestre del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -35,6% (da 165.055 a 106.305 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -12,4% (da 217.233 a 190.360). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-25,4%) sia quelli comunitari (-18,9%) ed extracomunitari (-3,1%). Dall'analisi per classi di età emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+13,1%). Intanto l’ondata di calore spaventa sempre di più chi durante l’estate è costretto a passare per lavoro diverse ore all’aperto anche nei momenti più caldi della giornata. In Italia si sono, purtroppo, già registrati diversi casi di lavoratori deceduti a causa delle alte temperature. Ormai sono diversi gli studi che confermano l’aumento del rischio di infortunio sul lavoro quando il caldo diventa difficile da sopportare. Le principali cause degli infortuni sono la stanchezza e la mancanza di concentrazione dovute al caldo e tra le categorie più a rischio ci sono le persone che operano all'aperto come giardinieri, operai edili e addetti alla manutenzione stradale.

La formazione necessaria a prevenire

Più di 19 milioni euro di contributi sono stati concessi nel periodo 2019/2023 da FondItalia (Fondo Formazione Italia) a sostegno dei corsi obbligatori aziendali sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Contributi che hanno interessato una platea di oltre 60mila lavoratori per un totale di quasi 6mila imprese. Di queste, quasi 3mila sono microimprese (fino a nove dipendenti), poco più di 2mila piccole imprese (da dieci fino a 50 dipendenti) e 634 le grandi aziende con oltre 50 dipendenti. La regione italiana dove si è maggiormente investito in formazione sul tema è stata la Lombardia (più di quattro milioni di euro nel quinquennio), dove hanno preso parte ai corsi di formazione ex lege quasi 20mila lavoratori, per un totale di 2mila imprese. Al secondo posto di questa speciale classifica la Puglia, con quasi 3,5 milioni di euro per progetti finanziati e 557 imprese aderenti per un totale di 8.500 lavoratori e, al terzo, il Lazio con 277 imprese e quasi 5mila lavoratori. I comparti produttivi che hanno espresso maggiore esigenza di risorse per la formazione obbligatoria sono le Attività manifatturiere (quasi cinque milioni di euro per circa 1.500 imprese e poco meno di 13mila dipendenti), il Commercio all’ingrosso e al dettaglio (oltre tre milioni di euro di contributi per più di mille imprese e oltre 10mila lavoratori) e la Sanità e assistenza sociale (quasi due milioni di contributi per 270 imprese e oltre 7mila dipendenti). «Il sistema imprenditoriale italiano si è dimostrato molto attento alla formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza sui posti di lavoro - spiega Egidio Sangue, vicepresidente e direttore di FondItalia - ciò nonostante, il nostro Paese paga ancora uno scotto troppo drammatico in termini di incidenti e morti sul lavoro. Certo, la Legge 81 del 2008 ha dato alcuni benefici, ma dobbiamo tutti quanti fare di più. Penso all’aggiornamento che è, ad oggi, obbligatorio ogni cinque anni, ma che dovrebbe essere più stringente. Oppure alla scuola dove bisognerebbe iniziare a parlare di sicurezza e salute nei luoghi di Lavoro con particolare attenzione al futuro dei nostri giovani; o ancora ai lavoratori stranieri, che spesso incontrano difficoltà di comprensione linguistica e a cui dobbiamo necessariamente rivolgere un’attenzione differente». Per Francesco Franco, presidente di FondItalia, «la formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro rappresenta un caposaldo della normativa italiana che agevola, migliora e rende più sicura la vita professionale dei lavoratori. A tutto ciò, noi di FondItalia consigliamo di accompagnare corsi di perfezionamento più mirati e specifici al fine di rendere ancora più preparati e competenti i lavoratori italiani». Mentre con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’Avviso pubblico di finanziamento Isi 2022, l’Inail rinnova il proprio sostegno alle aziende che scelgono di investire in prevenzione, mettendo a disposizione oltre 333 milioni di euro di incentivi a fondo perduto per la realizzazione di progetti di miglioramento della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. a societaria (asse 5.2). Destinatarie dei finanziamenti sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura. Gli enti del terzo settore, inoltre, possono accedere ai fondi del secondo asse per la riduzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi. Ciascuna impresa può presentare una sola domanda, per un solo asse di finanziamento e per una sola tipologia di progetto. Per ogni progetto ammesso, il contributo Inail erogato in conto capitale può coprire fino al 65% delle spese sostenute fino a un massimo di 130mila euro, sulla base dei parametri e degli importi minimi e massimi specificati dal bando per ciascun asse di intervento.​

Il decalogo per una cultura della sicurezza sul lavoro

Il problema della sicurezza sul lavoro va affrontato fin dalle radici puntando alla diffusione di una educazione e di una cultura che mira a un luogo di lavoro sicuro. Ecco allora, secondo l’Hse advisor e coach Tommaso Barone, quali sono i consigli per far crescere la diffusione della cultura della sicurezza in azienda e non solo:

L’educazione alla sicurezza sul lavoro dovrebbe iniziare in famiglia e a scuola. Deve far parte della formazione di bambini e ragazzi per far sì che possa diventare cultura condivisa;

Insistere sul concetto di rispettare chi ti sta vicino. In ufficio, a casa, in strada il rispetto è sempre fondamentale;

Informarsi e adottare le norme in tema di sicurezza dello Stato, partendo dal decreto 81 del 2008, perché seguirle risolverebbe all’origine gran parte dei problemi;

La sicurezza non è un’imposizione, ma un traguardo da raggiungere per il benessere psico-fisico dei lavoratori e per un ambiente di lavoro di qualità;

Le problematiche dei lavoratori devono essere sempre ascoltate per poter intervenire prontamente in caso di necessità;

Il datore di lavoro ha il dovere di garantire la sicurezza dei lavoratori così come i lavoratori devono fare attenzione alla sicurezza dei propri colleghi;

Fare gioco di squadra con la consapevolezza che un ambiente di lavoro sicuro porta vantaggi a tutti;

Ricordarsi che l’azione sbagliata di un singolo può avere conseguenze anche sugli altri colleghi;

Sia nel privato che nel pubblico tutti, nessuno escluso, sono coinvolti nella prevenzione e nel rispetto delle regole della sicurezza;

La sicurezza sul lavoro prevede un corretto stile di vita e una dieta sana e bilanciata.

Le altre iniziative

Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha annunciato l’ingresso in forza all'Inl-Ispettorato nazionale del lavoro di 983 ispettori tecnici, vincitori di concorso, che hanno preso servizio nei primi giorni di luglio. A questi si aggiungono 42 carabinieri ispettori del lavoro. Nel presentare il monitoraggio sull’attività di controllo da parte dell’Inl è emersa la crescita dell’8% delle ispezioni nel primo trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre dalle stime per i primi sei mesi di quest’anno gli accessi ispettivi salgono al 26,3%. Aumentata anche la capacità dell’Inl di intercettare le irregolarità in materia di sicurezza: grazie all’attività di intelligence con cui si indirizzano i controlli nelle situazioni potenzialmente più a rischio, le ispezioni di questi primi mesi del 2023 hanno permesso di riscontrare irregolarità nell’86% dei casi (+3% rispetto al 2022).

Al via la II edizione del concorso per le buone pratiche nei cantieri temporanei o mobili. L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra l’Inail e il Gruppo tecnico interregionale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, in collaborazione con il Consiglio nazionale degli ingegneri, è rivolta a imprese, professionisti ed enti pubblici. La procedura online per partecipare alla selezione sarà attiva dal 5 settembre al 5 dicembre sul sito dell’Inail.

Il progressivo innalzamento dell’età pensionabile sta generando un invecchiamento della popolazione attiva al lavoro. I disturbi muscoloscheletrici coinvolgono tre lavoratori su cinque e sono tra le tecnopatie più diffuse e comuni in Europa. Stando ai più recenti aggiornamenti sui dati Inail, quasi la metà dei casi di infortunio in Veneto nel corso del 2022 è confluita nella classe d’età tra i 40 e i 59 anni. In Europa, stando all’indagine Share (Survey of Heath Aging and Retirement in Europe), più del 30% dei lavoratori tra i 50 e i 64 anni hanno almeno una limitazione nella mobilità, nella funzione degli arti superiori o nell’esecuzione dei movimenti fini. «Per questo motivo abbiamo pensato al progetto Work Ability and Ageing, tenendo conto che queste patologie insidiano anche attività non tradizionali come le modalità di prestazione in smart working, in cui sono impegnati attualmente ancora molti lavoratori - dichiara il direttore generale di Fòrema Matteo Sinigaglia -. In una logica di tutela globale e integrata della salute degli individui e considerando che i lavoratori trascorrono nei luoghi di lavoro parte consistente della loro vita, i datori di lavoro possono promuovere azioni finalizzate a migliorare gli stili di vita dei loro dipendenti, anche facilitando la pratica dell’attività fisica». Per maggiori informazioni: www.forema.it.

La Regione Toscana aderisce alla Carta di Urbino, un documento d'intenti per la promozione del benessere dei lavoratori nei luoghi di lavoro. «Oltre a sottoscrivere i principi affermati dalla Carta, però, vogliamo anche dare esempi concreti di buone pratiche e di strategie reali ed efficaci per la prevenzione degli incidenti sul lavoro. Per questo la giunta regionale ha anche approvato un bando per reperire, far conoscere e valorizzare competenze, esperienze e buone pratiche tecnico-organizzativo-procedurali che favoriscono la salute e la sicurezza dei lavoratori. Sarà creato un logo, che identifica le imprese più virtuose su questo fronte, e sarà creato e implementato un archivio di strategie, azioni e scelte aziendali mirate su questo tema. Far crescere la cultura della sicurezza e della prevenzione dei rischi sul lavoro è interesse di tutti», sottolinea l'assessore regionale al Diritto alla salute Simone Bezzini. Saranno premiate, distinguendo le categorie in base anche alla dimensione aziendale, le buone pratiche e le imprese che hanno contribuito a migliorare la cultura della sicurezza sugli ambienti di lavoro. Potranno partecipare micro, piccole, medie e grandi imprese che hanno almeno una sede operativa in Toscana. Saranno valutate l'efficacia del progetto in termini di prevenzione, l'esportabilità delle buone pratiche, la fattibilità tecnico-economica, la presenza di iniziative di formazione o informazione, l'investimento in upgrade tecnologici finalizzati al miglioramento della sicurezza. Chi avrà il riconoscimento riceverà una targa di merito e la possibilità di utilizzare il logo identificativo nella propria documentazione e sui propri siti web.

Infine, grazie a un progetto di ricerca promosso dall’Inail insieme all’Istituto Tecip della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con le Regioni e le Autorità di sistema portuale, sono state approfondite le problematiche relative alla sicurezza sul lavoro negli ambiti portuali di Trieste, Venezia, Ravenna, Ancona, Bari, Taranto, Civitavecchia, Livorno e Piombino, con l’elaborazione di nove piani mirati di prevenzione. La formazione aggiuntiva secondo il target di riferimento ha coinvolto più di 1.300 operatori e 120 aziende portuali, oltre a imprese della pesca (armatori) e di servizio di ormeggio.




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