sabato 26 gennaio 2013
La vicenda Mps continua ad infiammare la politica. Maroni: «Sia Monti stesso a riferire alla Camera». Camusso: «Sistema bancario pieno di finazna tossica». Grillo: «Chiaro comportamento Pd su scudo fiscale».
LE TAPPE Dal 2000 a oggi, 13 anni di shopping dissennato
Il premier: Mps, il Pd c'entra perché influenza la banca
Visco: «Bankitalia non è la polizia»
La questione etica di Massimo Calvi
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Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, sulla vicenda Mps propone di "affidare poteri commissariali" al presidente della banca, Alessandro Profumo, e all'amministratore delegato, Fabrizio Viola. Lo ha detto parlando a La Spezia. "Cerchiamo di capirci - ha affermato Bersani: di cosa si sta parlando? Se si parla di intrecci locali il nostro partito è sempre stato contro. Chi ha fatto saltare il sindaco adesso è nelle liste di Monti". "Su derivati e 'finanza creativa' abbiamo sempre dato battaglia. Se ci cercano, ci trovano. Cosa propongo? Affidare a Viola e Profumo poteri commissariali"."Sento dire che c'e qualcuno che lascia intendere qualcosa di men che corretto da parte nostra su Mps. Parlino chiaro, li sbraniamo": lo ha ripetuto Pierluigi Bersani anche questa sera a Genova. "E gente che ha avuto a che fare con il credito cooperativo fiorentino, non si azzardi a aprire bocca".MARONI: SIA MONTI STESSO A RIFERIRE A CAMERA - "Monti riferisca personalmente in Aula alla Camera sugli aiuti dati a Mps" e "le forze politiche, cioé il Pd, che l'hanno sostenuto e che sono padroni della banca ammettano le loro responsabilità". E' quanto è tornato a chiedere il segretario della Lega Roberto Maroni sul caso Mps, a margine della presentazione a Varese della lista civica che sostiene la sua candidatura alla presidenza della Regione Lombardia.CAMUSSO: SISTEMA BANCHE PIENO DERIVATI E FINANZA TOSSICA"Anche qui si sta dando un esempio pessimo di come si devono discutere le questioni. Non si vuole affrontare il nodo principale che il sistema bancario è ancora pieno di derivati e finanza tossica". Lo ha detto, riferendosi ad Mps, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando alla conferenza di programma. Camusso ha fatto sapere che il sindacato si prepara a presentare una proposta sulla trasparenza del sistema bancario, per una "governance di effettiva trasparenza".GRILLO: SI SPIEGA COMPORTAMENTO PD SU SCUDO FISCALE "Ho letto su Repubblica, che è l'organo ufficiale del Pd, che c'erano miliardi di tangenti a Londra nell'ambito del Monte dei Paschi di Siena. Capisco il comportamento del Pd sullo scudo fiscale". Così Beppe Grillo é tornato a parlare della vicenda Monte dei Paschi, facendo riferimento ai parlamentari del centrosinistra che furono assenti al momento della votazione sullo scudo fiscale.SCONTRO POLITICO SU MPSIl caso Monte dei Paschi irrompe nella campagna elettorale facendo segnare un inatteso attacco di Mario Monti (che difende però Bankitalia) nei confronti del Pd. "Il Partito democratico c'entra in questa vicenda in quanto ha sempre avuto molta influenza sulla banca e sulla vita politica di Siena" afferma, senza giri di parole, il candidato premier di Scelta Civica. Monti smorza poi i toni durante Zeta, su La7: "Mi hanno chiesto se ci sono delle commistioni fra banca e politica e ho detto 'certo e' una vita che lo dicò. E poi mi hanno chiesto: 'il Pd ha influenza in quella zona?' e io ho detto sì. Ma non è che ho additato un colpevole". Comunque, ha detto Monti, in campagna elettorale "d'ora in poi non citerò più nessuno". "La nazionalizzazione" di Monte Paschi di Siena, dice inoltre il premier, "potrebbe accadere di riflesso" qualora la banca non riuscisse a ripagare gli interessi e fosse costretta a cedere azioni allo Stato, "ma credo sia un'ipotesi remota"."Il professor Monti, che ora punta il dito contro di noi, ha preso quello che fino all'ultimo ha sostenuto la vecchia gestione di Mps e ha contribuito a rovesciare il sindaco, e lo ha messo nella sua lista elettorale. E si mette pure a farci la morale. Siccome ho stima di Monti, sono sicuro che qualcuno ha preso la decisione alle sue spalle". Lo ha sottolineato Massimo D'Alema riferendosi a Alfredo Monaci, ex amministratore dell'istituto senese, candidato nella Lista Monti in Toscana alla Camera."Gli amici di Mussari stanno con Monti, è bene che Monti taccia". Lo ha detto Nichi Vendola leader di Sel, parlando della polemica tra il premier Mario Monti e il Pd sulla vicenda Mps, durante l'apertura della campagna elettorale a Milano. "Il sindaco democratico che ha aperto la questione è ha messo in discussione la sua poltrona per dire la verità - ha sottolineato - è stato fatto saltare da persone che ora stanno con Monti"."Trova un difetto al pd tutti i giorni, mentre per un anno non ne ho mai sentiti...", è la risposta a Monti del segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "Monti riferisca personalmente in Aula alla Camera sugli aiuti dati a Mps" e "le forze politiche, cioé il Pd, che l'hanno sostenuto e che sono padroni della banca ammettano le loro responsabilità". E' quanto è tornato a chiedere il segretario della Lega Roberto Maroni, a margine della presentazione a Varese della lista civica che sostiene la sua candidatura alla presidenza della Regione Lombardia.ALFANO: SI ACCERTINO LE RESPONSABILITÀ PRIMA DELLE ELEZIONI"I cittadini prima di votare hanno diritto di sapere di chi è la responsabilità". Così il segretario del Pdl Angelino Alfano è tornato sulla vicenda del Monte Paschi di Siena aprendo a Palermo la campagna elettorale in Sicilia assieme al presidente del Senato Renato Schifani. Alfano non ha dubbi nell'indicare nella sinistra i responsabili di quanto accaduto. Senza bisogno di "sillogismi acrobatici", ha detto, "il meccanismo è facile": la banca è controllata dallla Fondazione Monte Paschi di Siena, la fondazione è controllata dal Comune, e il Comune è sempre stato controllato dalla sinistra, prima Pci, poi Pds, Ds e oggi Pd. Il segretario del Pdl ha polemizzato con il Pd che "pensa di potersi tirare fuori come se si spolverasse la giacca", e haosservato che "quando succedono cose a noi vale la regola del 'non potevano non saperè, mentre quando succedono a loro le responsabilità sono individuali". Ma Alfano non ha risparmiato neppure il presidente delConsiglio, che "mostra indignazione dopo aver dato 3,9 miliardi di euro che, sarà un caso, corrispondono a quanto percepito dallo Stato con l'Imu sulla prima casa". Per il leader del Pdl ora il problema è fare prestonell'accertare le responsabilità per quanto accaduto alla banca più antica del mondo, perché "i nostri concittadini hanno diritto di poter decidere il loro voto essendo informati".​VIA LIBERA AI MONTI BONDAdesso il Monte dei Paschi può chiedere davvero di essere salvato dallo Stato. L’assemblea dei soci ha approvato, con quasi il 99% dei voti, l’aumento di capitale da 4,5 miliardi di euro con cui la banca può garantire allo Stato che, in qualche modo, i soldi dei contribuenti saranno rimborsati. L’obiettivo è restituire tutto in contanti entro il 2017, sia i 3,9 miliardi di prestito sia gli interessi del 9% all’anno. Se Mps non ce la farà «a quel punto lo Stato, il ministero dell’Economia, diventerebbe l’azionista di grande maggioranza. Ma oggi riconfermiamo che la volontà del consiglio di amministrazione e dei manager è di realizzare il piano industriale, non facile sul lato sindacale, e di rimborsare per cassa l’intervento pubblico» conferma il presidente Alessandro Profumo.Il "sì" dell’assemblea era scontato: la banca più antica del mondo non aveva davvero altra scelta. Meno scontato era il poderoso recupero di Borsa: dopo il 20% perso in tre giorni ieri il titolo è risalito dell’11,3%, a 25 centesimi. Non è l’effetto di chissà quale nuovo ottimismo, l’azione sente piuttosto che l’incertezza sta diminuendo rapidamente. «Il mercato si sta rendendo conto che il problema c’è, ma è gestibile» spiega l’amministratore delegato Fabrizio Viola. Il «problema» sono ovviamente le operazioni Alexandria, Santorini e Nota Italia, con cui i vecchi manager avevano nascosto alcune perdite su prodotti derivati tenendo all’oscuro di tutto la Banca d’Italia. Queste operazioni sono finite sui giornali prima che Viola e i colleghi del consiglio di amministrazione potessero valutarne i reali impatti sul bilancio. Un caos che ha fatto precipitare il titolo. In realtà, nemmeno adesso il Cda della banca toscana è in grado di sapere a quanto ammontano le perdite potenziali. Viola chiede ancora qualche giorno di tempo. «Entro la prima decade di febbraio contiamo di concludere il nostro lavoro di verifica, ci vuole un po’ di prudenza». Ma soprattutto il manager si sente sicuro (o quasi) che tutto quello che doveva venire fuori ormai è di pubblico dominio: «A nostra conoscenza – spiega – non ci sono cassetti ancora da aprire».Adesso la sfida è rimettere il Monte dei Paschi in grado di produrre degli utili. L’obiettivo del piano industriale – che andrà aggiornato e presentato anche all’Europa entro 6 mesi – è ritrovare il profitto nel 2015. Profumo e Viola si sentono sicuri. «Ho la convinzione, non solo l’auspicio, di riuscire a portare a casa il taglio delle spese e dei costi» assicura l’amministratore delegato, che aggiunge: «Se faremo questo, credo che avremo fatto una grande operazione di efficientamento della banca, con impatti sociali ridotti veramente al minimo». Impossibile, oggi, dire se Mps nei prossimi anni potrà anche permettersi di distribuire dividendi («la banca deve generare cassa, poi vedremo» dice Viola). Impossibile anche immaginare che possa continuare a permettersi di sostenere tutte le attività sportive e culturali della città. I manager confermano che alla scadenza del contratto, a giugno, la sponsorizzazione della squadra di calcio del Siena (8,5 milioni all’anno) sarà interrotta, mentre l’anno prossimo sarà ridotto il contratto del basket della Mens Sana. Confermata anche la riduzione dei fondi per il Palio. Per fare cassa c’è poi un piano di cessione di partecipazioni considerate «non strategiche» – a partire da Biverbanca – approvato giovedì dal consiglio di amministrazione. Quella che resterà, spiega Profumo, sarà «una banca autonoma e basata a Siena».La crisi si può risolvere. Ma ci vorrà ancora del tempo per decidere se fare causa a chi l’ha creata. Quasi tutti i soci intervenuti all’assemblea hanno chiesto di muoversi per avviare un’azione di responsabilità contro la vecchia gestione, a partire dall’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex direttore generale Antonio Vigni. Profumo continua a mostrarsi cauto: ripete che «non c’è nessuna timidezza» ma vuole prima vedere cosa emergerà dalle indagini. Pietro Saccò
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