mercoledì 6 gennaio 2016
«Nei prossimi dieci anni avremo il 45% di tempo libero - spiega il presidente di Assolavoro, Stefano Scabbio (nella foto) -. Oggi le figure a basso contenuto formativo probabilmente verranno sì sostituite da macchine e, quindi, alcuni lavori più tradizionali scompariranno, ma altri non sono stati ancora inventati. Assisteremo a nuove figure professionali. Alcuni esempi li abbiamo già oggi: pensiamo a chi lavora con i social».
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"Stiamo vivendo un momento di grande impatto riguardo alla digitalizzazione non solo in ambito lavorativo, ma anche nella vita quotidiana". Lo dice Stefano Scabbio, presidente di Assolavoro e presidente area Mediterranea ed Europa orientale di Manpower Group."Sta cambiando profondamente - commenta - il modo con cui si lavora, il luogo dove si lavora e le relazioni che sviluppiamo all'interno degli ambiti lavorativi"."Di conseguenza - ammette - cambierà anche la modalità organizzativa, in un prossimo futuro, delle realtà aziendali. Questo non vuol dire che verrà meno l'esigenza dell'apporto di valore che può dare comunque l'uomo, come figura professionale all'interno di qualunque realtà"."Non c'è dubbio - sottolinea Scabbio - che verremo sgravati da tantissimi lavori manuali. Si dice, infatti, che nei prossimi dieci anni avremo il 45% di tempo libero. Oggi le figure a basso contenuto formativo probabilmente verranno sì sostituite da macchine e, quindi, alcuni lavori più tradizionali scompariranno, ma altri non sono stati ancora inventati. Assisteremo a nuove figure professionali. Alcuni esempi li abbiamo già oggi: pensiamo a chi lavora con i social"."Le competenze di oggi - avverte il presidente di Assolavoro - sono quelle della vita, che rappresentano le nostre capacità di lavorare in una squadra, di risolvere i problemi quotidiani; un aspetto fondamentale per far risultare efficace il proprio operato in qualunque ambito"."Oggi si danno molto più per scontate -ricorda- le competenze cosiddette hard che, invece, rappresentano una qualifica distintiva nell'ambito di qualunque lavoro e che oggi pesano in un colloquio di selezione per oltre il 60%. Il tema di fondo è che la scuola molto spesso non prepara i ragazzi a queste competenze, richieste però dal mercato".
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