venerdì 29 novembre 2019
Difficoltà per mobilità interregionale e liste d'attesa. Occorrono norme per i laboratori di analisi. Sono circa 5mila i lavoratori a rischio
Potestio (Federanisap) lancia l'allarme
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Mauro Potestio, presidente di Federanisap (Federazione nazionale delle associazioni regionali o interregionali delle istituzioni sanitarie private), lancia un allarme sulle difficoltà che i problemi del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) stanno causando alle strutture sanitarie private accreditate. Federanisap è stata fondata nel 1989, i soci sono proprietari di strutture che erogano prestazioni di specialistica ambulatoriale. Sono iscritti 1.000 associati che gestiscono 1.500 strutture in tutta Italia, i dipendenti sono circa 35mila, quelli che lavorano per le prenotazioni sono circa 5mila. Le prestazioni erogate sono: esami di laboratorio di analisi, diagnostica per immagini, medicina nucleare, fisioterapia, visite specialistiche, radioterapia e in questi ultimi anni anche interventi chirurgici in day surgery. L’associazione svolge la sua attività attraverso le sedi Anisap in tutte le regioni e a livello nazionale attraverso Federanisap.

«Fino al 2012 - spiega Potestio - abbiamo riscontrato apprezzamenti da parte dei pazienti in quanto i finanziamenti che ci venivano assicurati dalla maggior parte delle Regioni ci consentivano di erogare un numero di prestazioni che poteva soddisfare la domanda e, contemporaneamente, ci consentiva di migliorare costantemente la qualità delle nostre prestazioni. Purtroppo, dal 2012 sono stati adottati i seguenti provvedimenti: blocco delle assunzioni nel servizio pubblico accompagnato da una riduzione di investimenti in attrezzature, blocco degli aumenti di finanziamenti per il privato accreditato, non revisione di regolamenti e leggi che tenessero conto dei cambiamenti organizzativi che sono intervenuti nell’erogazione di prestazioni (soprattutto esami di laboratorio). Tutto ciò ha portato all’attuale crisi del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) e a fargli perdere due principi fondamentali che lo caratterizzavano: l’Universalismo e la libera scelta del cittadino».

Da quando è sorta, Federanisap ha sempre mantenuto rapporti collaborativi sia a livello delle istituzioni regionali che a livello nazionale con i ministeri competenti. I principi che da sempre l’hanno ispirata sono stati: mettere al primo posto le esigenze dei pazienti, migliorare la qualità delle prestazioni, collaborare, in sana competizione, con le strutture pubbliche. Attualmente, la percentuale di prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate dalle strutture private convenzionate, rispetto al totale delle prestazioni erogate dal Ssn, varia da Regione a Regione con cifre che partono dal 15% e che, in alcune Regioni, raggiungono il 60%.

«L’universalismo – sottolinea Potestio - si è perso perché il numero di prestazioni che in questi anni potevano essere erogate sia dal pubblico che dal privato accreditato sono state regolarmente inferiori rispetto alla domanda che cresceva costantemente del 3%, come avveniva negli anni precedenti. Questa situazione ha portato a progressive difficoltà che i pazienti incontravano per accedere alle prestazioni sanitarie di cui necessitavano a causa del progressivo incremento dei tempi di attesa. Con estrema chiarezza va detto che non sono stati fatti interventi concreti, in questi anni, né per ridurre la domanda né per aumentare il numero delle prestazioni erogate. La conseguenza di tutto ciò è stata che un numero in costante aumento di pazienti ha rinunciato a fare le prestazioni che gli erano state richieste oppure ha dovuto pagare di tasca propria le prestazioni. Altra conseguenza è stata quella che i pazienti non hanno potuto effettuare le prestazioni nella struttura che avrebbero scelto, ma si sono dovuti rivolgere a strutture che avevano i tempi di attesa meno lunghi».

Il governo ha stanziato per il triennio 2019/2021 400 milioni di euro alle Regioni per il potenziamento tecnologico dei Cup (Centro unico prenotazioni). Si tratta di 150 milioni per quest'anno, 150 milioni per il 2020 e 100 milioni per il 2021. La mancata realizzazione degli obiettivi comporterà il recupero delle somme negli esercizi successivi, ma non è prevista una scadenza precisa. Per chi lavora nelle prenotazioni delle strutture private il rischio è di essere ricollocati in altre mansioni o, in alcuni casi, di essere considerati risorse non più necessarie.

«Abbiamo visto con soddisfazione – prosegue Potestio - che nell’attuale legge di Bilancio finalmente sono stati incrementati i fondi per il Ssn. Abbiamo però contemporaneamente notato che le iniziative che si adotteranno produrranno i benefici attesi in tempi non brevissimi: questo porterà, inevitabilmente, a un ulteriore allungamento delle liste di attesa. In molte occasioni la nostra associazione ha suggerito che l’unico provvedimento idoneo a bloccare l’incremento e a ridurre gli attuali tempi di attesa è un piano straordinario limitato nel tempo, che è necessario affinché le modifiche strutturali diano il loro effetto, che consenta, con l’investimento finanziario adeguato, di poter erogare in questo lasso di tempo un numero maggiore di prestazioni. Federanisap si è sempre detta disponibile a collaborare al successo di questo piano, facendo presente che se ci viene data la possibilità di erogare un numero di prestazioni maggiori a carico del Ssn, automaticamente diminuirebbe il numero di prestazioni che attualmente i cittadini pagano di tasca propria. Purtroppo non siamo stati finora ascoltati. Anzi, da più parti si è detto che la nostra proposta mirava solo a incrementare il fatturato. È una falsità in quanto se noi potessimo erogare più prestazioni a carico del Ssn diminuirebbe in egual misura il numero delle prestazioni che il cittadino attualmente si paga di tasca propria».

Il presidente di Federanisap ha inoltre ricordato che alcune Regioni non riescono ad elargire prestazioni in numero e qualità adeguate per soddisfare le esigenze dei pazienti che vi risiedono i quali, pertanto, si vedono costretti ad andare in altre Regioni per effettuare le prestazioni di cui necessitano. Sono stati adottati due provvedimenti che di fatto non risolveranno il problema della mobilità passiva ma creeranno ulteriori difficoltà ai pazienti: il tetto introdotto per l’erogazione di prestazioni ai “fuori Regione” e l’enunciazione di piani per migliorare l’erogabilità nelle Regioni che hanno una maggiore mobilità passiva. Il tetto ha un effetto immediato ma il miglioramento in quelle Regioni, se ci sarà, avrà sicuramente tempi non brevi. «Riteniamo quindi – afferma Potestio - che vada rivista la norma che introduce un tetto per le prestazioni ai pazienti fuori regione».

«La realtà attuale, soprattutto per i laboratori di analisi, è profondamente cambiata: molti si sono trasformati in punti prelievo e la fase analitica viene fatta sempre più frequentemente tramite service, da cui il prelievo stesso viene trasportato. È quindi necessario emanare norme nuove per regolare i service e che definiscano cosa sono i centri prelievi e come va trasportato il sangue. Ed infine vogliamo ribadire la nostra forte contrarietà affinché non prendano piede in Sanità le pure leggi di mercato per le quali il valore principale lo assume il prezzo della prestazione: è facilmente intuibile che il prezzo minore si accompagnerà ad un decadimento della qualità che comporterà danni per i pazienti e costi futuri superiori», conclude il presidente di Federanisap.



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