martedì 1 ottobre 2013
​Si assiste al paradosso di una continua e crescente disoccupazione e alla crescente difficoltà da parte delle imprese a identificare e trovare persone qualificate.
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​La ricerca internazionale di Top Employers Institute “Talent Management to drive business performance 2013“ effettuata su circa 700 aziende in Europa, Cina, Sudafrica, Brasile e Australia evidenzia che il 65% delle aziende ha difficoltà a trovare manager e professionisti adeguati. Una percentuale più che raddoppiata rispetto a tre anni fa (nel 2011 era attorno al 30%).

E poiché il talent management rimane la priorità n°1 delle aziende, diventa cruciale adottare un nuovo concetto di “talento” e di carriera, che affronti la nuova realtà fatta di continue scissioni, acquisizioni, ristrutturazioni aziendali.

Cambia il concetto stesso di “talento”, e lo si va a identificare non più nelle brillanti capacità del singolo, ma piuttosto lo si ricerca a livello diffuso, valorizzando e “risvegliando” le persone già presenti in azienda. Diventano cruciali, allora, politiche di gestione e best practice che  favoriscano la mobilità, l’esperienza senior, il coaching e il mentoring, una programmazione lungimirante e adeguate strategie di successione."Per fare questo, però, occorre che le aziende si attivino con strategie e best practice in proposito, favorendo confronti e tutoring intergenerazionali, valorizzando le diversità, strutturandosi con programmazioni lungimiranti, investendo su coach e auspicando un ruolo di mentoring per i senior. E qui, purtroppo, l’Italia non brilla e presenta percentuali inferiori rispetto agli altri Paesi del mondo", osserva Alessio Tanganelli, Country manager Italia di Top Employers Institute.

Nel corso del convegno “Talent Management: nuove visioni e strategie” sono state evidenziate anche le nuove competenze richieste ai manager: non più solo capacità di leadership, ma anche un approccio più intuitivo, emozionale e coinvolgente. Diventa fondamentale un ruolo di coach e di mentor del manager, e una sua capacità di stimolo e collaborazione; così come, a livello aziendale, diventa sempre più importante avere una maggior conoscenza dei propri dipendenti e delle loro competenze, sia in un’ottica di mobilità interna mirata, sia per poterli meglio motivare.Durante il convegno, sono state presentate da aziende Top Employers alcune Best Practice aziendali già attive e mirate: dal Reverse mentoring, che prevede affiancamenti tra young professional e senior manager in un’ottica di superamento del digital divide; alla nuova visione del “Talentismo”, con politiche di genere e senior program; alla Wiki-page aziendale, che cresce col contributo dei dipendenti; ai programmi di formazione continua; a quelli mirati a identificare i “talenti tecnici”; alle strategie di monitoraggio continuo per poter agevolmente identificare le persone giuste al momento giusto.

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