martedì 12 marzo 2019
Interessa 87mila lavoratori. Sviluppato il welfare e completato il sistema partecipativo. Fim Cisl: risultato positivo su tutti i fronti da quello salariale a quello dell’innovazione contrattuale
La riunione per la firma dell'accordo Fca-sindacati

La riunione per la firma dell'accordo Fca-sindacati

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Dopo quattro mesi di negoziato è stata raggiunta l’intesa tra azienda e sindacati sul rinnovo del contratto di lavoro (scaduto il 31 dicembre) per i dipendenti di Fiat Chrysler Automobiles in Italia. L’accordo, siglato con le forze sociali, riguarda il quadriennio 2019-2022 e si applica ai 66mila lavoratori del Gruppo nel Paese e a cui vanno aggiunti gli addetti di Cnh e di Ferrari per un totale di 87mila. Nel testo si prevedono un aumento delle retribuzioni contrattuali del 2% annuo e un rafforzamento del bonus annuale legato agli obiettivi di produttività ed efficienza. «Insieme al piano industriale per l’Italia, che con grande senso di responsabilità abbiamo confermato nei giorni scorsi, questo accordo rappresenta un ulteriore impegno dell’azienda nei confronti di tutti i lavoratori del gruppo in Italia e dell’intero Paese – commenta Pietro Gorlier, il responsabile di Fca per la regione Emea –. Pensiamo di aver posto le condizioni per affrontare al meglio le difficili sfide che avremo di fronte nei prossimi anni. Siamo fiduciosi che ognuno farà la sua parte». L’intesa per il contratto specifico di lavoro di Fca, Cnh Indu- strial e Ferrari sarà al vaglio delle rappresentanze sindacali aziendali dei vari stabilimenti per la sua approvazione e venerdì 15 marzo a Roma si terrà una grande assemblea con i delegati di tutte le sigle firmatarie, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri. Entrando nel dettaglio del rinnovo, oltre al ritocco all’insù delle retribuzioni, sono tre i principali cardini del nuovo contratto evidenziati da Fca. Un primo aspetto è legato al sistema di welfare aziendale, che si sviluppa attraverso il consolidamento del programma di flexible benefits e il potenziamento della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa. Il secondo punto è relativo al completamento del sistema partecipativo. Infine, viene definita la riforma dell’inquadramento introdotta in via sperimentale nel precedente rinnovo contrattuale. Tranne la Fiom – che non aveva firmato neanche il testo del 2015, siede a un tavolo separato e parla di «vittoria» per tutti tranne che per i lavoratori – si dicono soddisfatti tutti gli altri sindacati firmatari del Contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl). «È un risultato positivo su tutti i fronti da quello salariale a quello dell’innovazione contrattuale con molti aspetti qualificanti sulla parte normativa», spiegano il segretario generale Fim, Marco Bentivogli, e il segretario nazionale Ferdinando Uliano. Il nuovo contratto, che entrerà in vigore il primo aprile, prevede per un operaio medio un aumento mensile a gennaio 2022 di 144,50 euro, pari a +8,24%, oltre al doppio del tasso di inflazione previsto nel quadriennio. Nero su bianco viene definito anche un incremento del contributo a carico dell’azienda del fondo previdenziale integrativo pari allo 0,5%. Pure sulla sanità integrativa migliorano le coperture assicurative sanitarie per i lavoratori e i propri familiari, si riduce il costo per la contribuzione del lavoratore aderente e aumenta quello a carico azienda. Sono stati introdotti lo smart working che ora interesserà tutti gli stabilimenti e le ferie solidali. Sono previste 40 ore di permesso retribuito per ogni anno del corso di laurea ai lavoratori-studenti.

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