lunedì 11 marzo 2024
La direttiva mira ad aiutare a determinare il corretto status occupazionale delle persone che lavorano per le piattaforme digitali. Quasi 30 milioni i lavoratori coinvolti
Il Consiglio europeo trova l'accordo sulle norme per le tutele ai rider

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Dopo lo stop del 16 febbraio degli ambasciatori dei 27 - riuniti nel Coreper (il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri) - l'intesa sui rider sembrava definitivamente saltata, rimandando alla prossima legislatura l'adozione di nuove norme che impediscano il lavoro autonomo fittizio per gli addetti della gig economy. A distanza di poco meno di un mese, invece, il Consiglio Ue nella riunione dei ministri dell'occupazione, politica sociale, salute e consumatori ha approvato il nuovo accordo provvisorio con il Parlamento europeo sulle norme per migliorare le condizioni di lavoro del personale delle piattaforme digitali, come Uber o Deliveroo. Il via libera arriva dopo che l'intesa era tornata al negoziato a febbraio a causa dello stop dato a dicembre dagli Stati all'accordo raggiunto in precedenza. Dai dati del 2022 le nuove regole riguardano 28 milioni di lavoratori e, secondo le stime delle istituzioni comunitarie, diventeranno 43 milioni entro il 2025. Grecia ed Estonia hanno ritirato la loro contrarieta' alla direttiva sui diritti dei lavoratori della piattaforme, permettendo cosi' il via libera da parte del Consiglio. Contraria la Francia mentre la Germania si è astenuta.

Certo, si tratta di un accordo di compromesso. Il testo era uscito già ridimensionato nel corso degli iter negoziali degli ultimi mesi. Dall’intesa tra istituzioni europee annunciata lo scorso 8 febbraio, infatti, era già sparito l’elenco dei cinque criteri per presumere il rapporto di subordinazione e per far scattare, purché ne sussistessero almeno due, l’obbligo di assumere il lavoratore.

La direttiva mira ad aiutare a determinare il corretto status occupazionale delle persone che lavorano per le piattaforme digitali. Stabilisce le prime norme comunitarie sull'utilizzo di sistemi algoritmici sul posto di lavoro. Le tipologie di lavoratori considerate riguardano quanti svolgono compiti come la consegna, la traduzione, l'immissione di dati, ma anche babysitting, o assistenza agli anziani. Attualmente sono considerati formalmente autonomi ma in molti casi devono rispettare le stesse regole e restrizioni di un lavoratore dipendente, con un rapporto di lavoro che secondo i co-legislatori dovrebbe godere dei diritti del lavoro e della protezione sociale concessi ai dipendenti ai sensi del diritto nazionale e dell'Ue.

L'accordo provvisorio raggiunto tra il Consiglio e il Parlamento europeo l'8 febbraio 2024 introduce una presunzione legale effettiva e confutabile. Secondo questo accordo, il rapporto tra una piattaforma di lavoro digitale e una persona che svolge un lavoro su piattaforma si presuppone giuridicamente come un rapporto di lavoro quando ci sono fatti indicanti il controllo e la direzione, secondo la legislazione nazionale, i contratti collettivi o la prassi in vigore negli Stati membri, sono trovato. Se la piattaforma digitale vuole confutare questa presunzione, deve dimostrare che il rapporto contrattuale in questione non è un rapporto di lavoro. Spetterà agli Stati membri definire le modalità di tale presunzione legale nel loro diritto nazionale. Tale presunzione dovrebbe rendere più semplice, da un punto di vista procedurale, per i lavoratori delle piattaforme accertare legalmente il proprio status lavorativo.

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