venerdì 23 marzo 2018
In Italia le più recenti stime Istat rivelano che sarebbero circa 360mila le persone non vedenti e circa un milione e mezzo quelle con disabilità visiva
Un sostegno a ciechi e ipovedenti che lavorano
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Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo sono 253 milioni le persone che soffrono di disabilità visive, oltre il 3% della popolazione mondiale. In Italia le più recenti stime Istat rivelano che sarebbero circa 360mila le persone non vedenti e circa un milione e mezzo gli ipovedenti.

Orcam è un’azienda israeliana che ha sviluppato una tecnologia innovativa di visione artificiale a impatto sociale che promuove la diversità sul luogo del lavoro permettendo alle persone non vedenti di continuare la loro attività lavorativa oppure di intraprenderla. Si tratta di un innovativo “occhio tecnologico” composto da una smart camera da posizionare sugli occhiali che aiuta le persone non vedenti, ipovedenti e con dislessia a leggere tutti i testi, schermi del pc e del cellulare, insegne, a riconoscere prodotti (consentendo quindi di fare la spesa o ordinare al ristorante in modo autonomo) e dotato di un sistema di riconoscimento facciale che identifica i volti e li memorizza. E ora ha scelto il nostro Paese per un progetto-pilota e lanciare una versione aggiornata di questa telecamerina, oltre a stimolare aziende, istituzioni e lavoratori con disabilità visive per una politica sociale e inclusiva. «L’abbiamo presentata a Genova all’evento dell’Unione Italiana Ciechi - spiega Rotem Geslevich, responsabile dello sviluppo di Orcam per l’Italia -. E un signore, dopo aver provato, ha detto che se fosse esistita 30 anni fa, quando lui è diventato cieco, non avrebbe dovuto lasciare il lavoro. La Orcam My Eye 2.0 pesa soli 22 grammi e ha le dimensioni di un dito (comprese la camera, processore e batteria). Il nuovo device è dotato di Bluetooth, riconoscimento automatico di due lingue, touch pad e luce led per poter leggere nel buio. Ma soprattutto è in grado di aiutare i lavoratori che hanno questo tipo di disabilità visiva. In Germania, per esempio, è stato acquistato da alcuni dipendenti di una banca, che ha richiesto altri dispositivi. È stato fatto un progetto pilota, per il quale abbiamo fornito qualche telecamerina per provarne l'utilità per i dipendenti e ora l’azienda li acquisterà per coloro che ne hanno bisogno».

Tante e varie le funzionalità: legge in tempo reale testi stampati e in formato digitale, su qualsiasi superficie (quotidiani, riviste, libri, menù di ristoranti, insegne, etichette, schermi di smartphone e computer); capta la presenza di una persona nel campo visivo della smart camera, e una volta memorizzata in archivio, la riconosce istantaneamente, per una piena autonomia anche fuori casa e in mezzo a tante persone; identifica prodotti di consumo, colori e banconote, per un elevato livello di autonomia.

«Con Orcam My Eye 2.0 abbiamo studiato una soluzione end-to-end che si serve della computer vision non solo per le funzionalità principali, ma anche a livello della stessa interfaccia utente - continua la manager -. Migliaia di persone in tutto il mondo a oggi si affidano con fiducia alla nostra tecnologia nella loro vita quotidiana. Sento di poter affermare che il device di seconda generazione avvicinerà a questa tecnologia un numero sempre crescente di utenti».

Il nuovo dispositivo è già stato lanciato con successo negli Stati Uniti e presentato in occasione del Lighthouse Guild a New York, al Braille Institute a Los Angeles, e al Cnib Community Hub a Toronto. In Italia Rotem Geslevich si rivolge non solo alle aziende, ma anche ai centri di riabilitazione di Assisi e Arezzo.

«La nostra mission - conclude - è di supportare concretamente le persone non vedenti, ipovedenti o con problemi di lettura, inclusa la dislessia, consentendo loro di studiare, lavorare e vivere le loro giornate in piena autonomia. Continueremo a lavorare per rendere le nostre tecnologie di visione artificiale sempre più innovative e rivoluzionarie, con un forte e positivo impatto sulla qualità della vita di chi usa ogni giorno i nostri device».

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