sabato 24 marzo 2018
L'obiettivo è mettere in rete le associazioni che vanno dalle Alpi agli Appennini, rilanciando l'importanza delle imprese delle terre alte, i loro pregi e anche le loro difficoltà
Nasce Confindustria per la montagna
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Confindustria "sale" in montagna, per mettere in rete le associazioni che vanno dalle Alpi agli Appennini, rilanciando l'importanza delle imprese delle terre alte, i loro pregi e anche le loro difficoltà. Il battesimo del nuovo network si è tenuto a Cortina d'Ampezzo - per iniziativa di Confindustria Belluno Dolomiti - presente il presidente Vincenzo Boccia. Quello su cui "Confindustria per la montagna" punta il faro è il territorio delle aree che vanno da Aosta a Udine, dove gli imprenditori seguono con tenacia la convinzione di poter gestire e far crescere ottime aziende, pur in aree fisicamente svantaggiate. Quella presentata a Cortina - città che ospiterà i Campionati Mondiali di sci del 2021, e mira adesso anche alla candidatura veneta per le Olimpiadi 2026 - è una rete «informale, aperta, inclusiva e a geometria variabile di territoriali e di federazioni» di Confindustria.

L'iniziativa, stimolata dal "padrone di casa" Luca Barbini, presidente di Confindustria Cortina Dolomiti, ha ricevuto il placet tanto di Vincenzo Boccia che del leader veneto Matteo Zoppas, presenti nel capoluogo ampezzano per sottolineare la valenza del network. «È la volontà dei nostri imprenditori - ha detto Boccia - di rimarcare l'importanza della identità territoriale, della responsabilità che sentono in rapporto al territorio, della spinta a immaginare un Paese sempre più inclusivo». «Inauguriamo oggi - ha detto invece Zoppas -
l'avvio di una strategia macroregionale che rappresenta un passo importante e il segno tangibile di una coesione nel sistema anche su argomenti specifici come la montagna, un tema che merita una rinnovata attenzione».

Sulle difficoltà e sulle soddisfazioni che vive chi fa impresa in montagna si sono soffermati vari capitani d'azienda, segnalando argomenti comuni che oscillano fra l'orgoglio di conservare un'attività in un ambiente circoscritto - e che, proprio per questo, genera un senso di comunità molto più spiccato che altrove - e i limiti connessi alle carenze infrastrutturali, comprendendo fra queste anche la banda larga.

C'è poi l'aspetto specifico della forza lavoro. La manodopera in montagna - è stato osservato - è preparatissima e molto più attaccata all'azienda che altrove, con tassi di assenteismo dimezzati. Ma questo fino a quando si tratta di operai, perché il grande deficit è quello del management che occorre "importare" da altri territori con costi elevati e scarse garanzie di una permanenza sufficientemente prolungata. La presenza di elementi dirigenziali di alto profilo, del resto, diventa centrale quando le imprese hanno l'opportunità, vista la solidità di molti dei loro bilanci, di accedere a strumenti finanziari che ne accentuerebbero lo sviluppo.

A questo proposito Elite, il progetto di Borsa Italiana che dedica una piattaforma di servizi evoluti alle aziende più promettenti ed innovative, attraverso Roberto Race, advisor per le relazioni istituzionali ha lanciato ufficialmente una proposta a "Confindustria per la montagna": quella cioè di «costituire un tavolo Elite - Confindustria per la montagna in Piazza affari per comprendere meglio il mondo della montagna e
costruire assieme strumenti adeguati per la capitalizzazione delle aziende».

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