sabato 14 ottobre 2023
Cresce la richiesta di figure con competenze digitali e profili specializzati in ambito sostenibilità e D&I-Diversità & Inclusione. Oltre che di artigiani: sarti, prototipisti, ricamatori
Ancora lunga la strada per una moda sostenibile

Ancora lunga la strada per una moda sostenibile - Archivio

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L'industria della moda cerca di diventare sempre più sostenibile. Secondo un rapporto dell'Onu il comparto è responsabile di una quota tra il 4% e il 15% delle emissioni globali di CO2 (tra l'8% e il 10%, cioè 4-5 milioni di tonnellate all'anno). Inoltre, consuma (e inquina, soprattutto per l'uso di prodotti chimici e per i processi di tintura e concia) più del 20% dell'acqua per usi industriali, seconda solo all'agricoltura. Non basta: il 70% dei tessuti è composto da derivati del petrolio (soprattutto poliestere, per 80 milioni di tonnellate all'anno). Solo l'1% di questi viene riciclato, il resto finisce in discarica (con un tempo di degradazione di mille anni). E ancora, l'abbigliamento è la maggior fonte (35%) di microplastiche nei mari (e non solo, queste minuscole particelle di fibra di plastica sono state trovate anche nel nostro organismo), da cui la nota affermazione che nel 2050 ci sarà più plastica che pesci nei nostri mari. Il 70% delle emissioni a effetto serra del settore sono dovute alla produzione. Secondo l’edizione 2022 del Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra, la raccolta differenziata complessiva relativa al settore del tessile nel 2021 è stata pari a 154mila tonnellate, con una maggiore incidenza delle regioni del Nord Italia dove si concentra il 50% della differenziata, seguite da quelle del Sud, dove complessivamente sono state raccolte in maniera differenziata oltre 42mila tonnellate di prodotti tessili e del Centro (poco meno di 35mila tonnellate complessive). Tra le regioni con livelli più elevati di raccolta differenziata dei tessili Lombardia (circa 27mila tonnellate), Campania (15mila tonnellate) e Veneto (14mila tonnellate). Ancora particolarmente contenuto è anche il livello di raccolta differenziata pro-capite che, per la frazione tessile, nel 2021 è stata pari a 2,6 chilogrammi per abitante, con un leggero aumento rispetto ai 2,4 kg del 2020. Ma la sostenibilità non è solo un problema di emissioni e di rifiuti. Basti pensare alla biodiversità (all'impatto delle microplastiche sulla fauna marina), al consumo del suolo e alla deforestazione, allo sfruttamento delle acque, ai cicli biogeochimici dei nutrienti), in particolare fosforo e azoto, che nel caso del sistema moda significano soprattutto pesticidi e fertilizzanti. E poi c'è tutta la parte sociale, l'aspetto della tutela del lavoro, della parità di genere, della diversità e dell'inclusione. L’Italia, per esempio, è ancora lontana dalla media internazionale: solo due donne su dieci siedono nei Consigli di amministrazione delle aziende di moda. In Francia la quota femminile presente nei Cda è pari a circa il 50%, in Germania al 29%, negli Usa al 38%. La media globale/europea è del 33%. Nel Tessile-Abbigliamento, se si incentra l’analisi sul solo segmento femminile (donne su totale donne), si rileva come quasi sette donne su dieci (69,2%) siano operaie, a fronte di un 26,9% di impiegate, uno 0,9% di quadri e di uno 0,3% di dirigenti.

Le professioni richieste

Crescente la richiesta di figure con competenze digitali, tra cui i responsabili del commercio elettronico, gli esperti in digital marketing e i content creator. Allo stesso tempo si conferma l’attenzione delle aziende nei confronti dei temi Esg, con la crescente richiesta di profili specializzati in ambito sostenibilità e D&I-Diversità & Inclusione. Non manca la domanda di candidati specializzati nell’analisi dei big data, oltre alle figure volte a supportare le diverse funzioni aziendali nel loro processo di trasformazione digitale, come per esempio i cyber security analyst o gli esperti in blockchain. E poi c'è il “dietro le quinte della moda”. Si tratta di artigiani, sarti, prototipisti, ricamatori, addetti sviluppo prodotto, ma anche tecnici di processo, addetti al rimaglio, tecnici di controllo qualità. Senza dimenticare store manager, store associate, eCommerce manager, visual merchandiser, fashion buyer, fashion stylist e personal shopper.

Accordo tra Confindustria Moda e Federazione Cnos-Fap

Secondo le stime del Censis, in Italia entro il 2030 andranno in pensione 1,9 milioni di lavoratori, di cui circa il 6% nell’industria della Moda ed Accessorio. Nello stesso arco di tempo, si stima che la crisi demografica porterà ad avere 1,3 milioni di studenti in meno. Per prevenire l’aggravarsi delle difficoltà che gli imprenditori già incontrano nel trovare nel mercato del lavoro operatori con le giuste competenze, Confindustria Moda, la federazione che riunisce le sette associazioni italiane della Moda e dell’Accessorio, e Cnos-Fap, Federazione Nazionale dei Centri di Formazione Professionale Salesiani, hanno firmato un accordo triennale di partenariato per promuovere la formazione professionale nell’industria della Moda e dell’Accessorio in Italia e nel mondo. L'obiettivo di questa partnership è promuovere l'occupazione giovanile nel settore, fornendo una formazione professionale di alta qualità, soprattutto per ragazze e giovani in Italia, anche provenienti da altri Paesi. Gli obiettivi specifici includono l'attrazione dei giovani verso la formazione professionale, il potenziamento delle competenze degli studenti e dei formatori nel settore moda ed accessorio, e lo sviluppo di percorsi formativi dedicati a questo settore in varie regioni italiane. Il progetto prevede anche lo scambio internazionale attraverso la rete dei DBTech Salesiani per facilitare l'inserimento occupazionale di giovani stranieri nel settore moda e accessorio, formati nei Paesi d’origine nelle scuole salesiane.

La formazione continua per la trasformazione digitale

Fondazione Its Mita-Made in Italy Tuscany Academy, Pin, il Polo Universitario della città di Prato - Università di Firenze e Confindustria Moda lanciano Train for digital (https://mitacademy.it/trainfordigital/), progetto nazionale di formazione selezionato con 916mila euro dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale. Articolato in 11 percorsi di formazione modulabili e personalizzabili, Train for Digital è rivolto a giovani tra i 18 e i 34 anni che non studiano, non lavorano, affinché acquisiscano nuove competenze digitali e possano inserirsi nel mondo del lavoro. Le Academy, fruibili sia on line che in presenza, saranno gratuite e adatte a tutti i livelli di istruzione e avranno l’obiettivo di formare più di 300 persone in tutta Italia. Svolte in collaborazione con le aziende, il loro obiettivo sarà rispondere in maniera mirata alle specifiche esigenze di ogni realtà, con il supporto anche dello Ied Istituto Europeo di Design Spa Società Benefit (che si occuperà della formazione in ambito retail e visual digitale) e di Remira Italia (che si occuperà della formazione nell’ambito IT per il mondo moda). Gli 11 percorsi saranno così articolati:

  1. Digital Marketing
  2. Sviluppo sito e E-Commerce
  3. Programmazione app
  4. Programmazione web
  5. Analista aziendale
  6. Gestore Erp
  7. Magazziniere Digitale
  8. Digital Retailer
  9. Allestitore spazi 4.0
  10. Cad Moda
  11. Cybersecurity.


Tutta la filiera della moda, comunque, si sta mostrando particolarmente sensibile nei confronti di un cambiamento importante di procedere e di operare per salvaguardare il pianeta e la salute dei suoi abitanti. Tuttavia è un’esperienza nuova che il nostro secolo sta affrontando e come tale necessita di una nuova visione della realtà, ma anche e soprattutto di professionalità nuove e in linea con i tempi. Per discutere di questi temi Gianni Scaperrotta, amministratore di Nhrg-Agenzia per il lavoro, organizza una serie di seminari.

Un Consorzio per la gestione dei rifiuti tessili

Assicurare una gestione efficiente del fine vita dei prodotti tessili finiti, diffondendo una sempre maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dall’economia circolare: nasce con questo obiettivo principale Erion Textiles, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla responsabilità estesa del produttore (Epr) applicata al settore del tessile. Il nuovo Consorzio, il sesto del Sistema Erion, è stato fortemente voluto da alcuni tra i principali player del settore (rappresentato dai soci fondatori Amazon, Artsana, Essenza, Miroglio Fashion, Rimoda Lab e Save The Duck) che hanno deciso di unire le loro forze per dar vita a un sistema collettivo al servizio dei produttori. Il Consorzio intende non solo esprimere la volontà di perseguire ambiziosi obiettivi di sostenibilità, ma anche rappresentare un interlocutore affidabile, sicuro e trasparente nel nuovo percorso verso la Epr che, da febbraio 2023, ha visto protagonista prima l’Italia e poi la Commissione Europea nella definizione di sistemi Epr obbligatori e armonizzati per tutti i Paesi dell'Ue.




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