Nel 2015 sono stati attivati 420mila nuovi contratti di lavoro. È questo il saldo positivo tra i 10,4 milioni di contratti di lavoro attivati e le 9,98 milioni di cessazioni registrate lo scorso anno. A fotografare l'andamento dell'occupazione il Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie 2016 del ministero del Lavoro. Il numero delle trasformazioni di contratti da rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato, che aveva subito un calo sia nel 2013 che nel 2014, fa registrare un deciso aumento nel 2015: si passa da 273 mila del 2014 a 489 mila del 2015, con una variazione percentuale su base annua del 79,5%.Trend in discesa per i licenziamenti che nel 2015 sono stati pari all'8,4% del totale delle cessazioni per un totale di rapporti cessati pari a 842mila, circa 8,4 punti percentuali in meno rispetto al 2014, in calo a sua volta di 1,2 punti percentuali sul 2013.Cala l'utilizzo del contratto a tempo determinato che però si conferma ancora come il contratto prevalente: si attesta al 65,5% dei contratti avviati nel 2015 rispetto al 68,6% di quelli registrati nel 2014. La quota di quelli a tempo indeterminato invece sale dal 16,7% del 2014 al 22,6% del 2015. Così il ministero del Lavoro a valutare così lo "spostamento delle nuove contrattualizzazioni" agevolato dalla decontribuzione varata con la scorsa legge di stabilità. Nel 2015 sono stati registrati complessivamente 1.592.612 rapporti di lavoro attivati in somministrazione (pari al 13,3% del complesso di attivazioni), a fronte di 1.382.023 assunzioni del 2014. "Rilevante" la presenza di under 25 cresciuta del 15,2% rispetto al 2014 mentre il 31,7% delle attivazioni si concentra tra i 25 e 34 anni; un rapporto attivato in somministrazione su due, cioè, è riservato a lavoratori under 35.