martedì 11 luglio 2023
I cittadini di Paesi terzi residenti in Italia sono circa 3,5 milioni, in aumento rispetto al 2021 di quasi il 6%, anche per effetto del conflitto in Ucraina
Molti rifugiati sono stati inseriti in aziende della moda

Molti rifugiati sono stati inseriti in aziende della moda - Gruppo Otb

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I cittadini di Paesi terzi residenti in Italia sono circa 3,5 milioni, in aumento rispetto al 2021 di quasi il 6%, anche per effetto del conflitto in Ucraina. Tra la popolazione nata in un Paese non comunitario prevalgono, rispetto ai nativi di un altro Stato membro, un maggior senso di appartenenza all’Italia, una maggiore propensione all’acquisizione di cittadinanza, ma anche una più alta identificazione con un gruppo discriminato. Il tasso di attività medio tra gli stranieri risulta essere leggermente più alto (64,7%) rispetto ai cittadini italiani (63,2%), con livelli più bassi al Sud e nelle Isole per tutti i gruppi osservati. Considerando la forza lavoro degli stranieri non comunitari il tasso di occupazione al Sud supera la soglia del 60%, mentre tra i comunitari e tra i cittadini italiani si attesta a poco più del 50%. Al Nord si registra una situazione inversa: la quota di forze lavoro rispetto alla popolazione di riferimento è maggiore tra i cittadini italiani che tra gli stranieri. Rispetto al genere, si registra ovunque una netta prevalenza del tasso medio di attività della componente maschile (circa il 79%), rispetto a quella femminile (47%). La differenza tra le due componenti è massima in Veneto (43,6%), dovuto all’altissima percentuale della quota di forze lavoro degli stranieri non comunitari e minima in Umbria. Il tasso di disoccupazione dei cittadini stranieri, in modo analogo tra comunitari o provenienti da paesi extra Ue, si attesta intorno al 15% ed è superiore a quello dei cittadini italiani. La quota di contratti a termine tra i lavoratori extra Ue raggiunge il 27,8% contro il 22% rilevato tra gli stranieri comunitari e il 16% tra i lavoratori di cittadinanza italiana. Aspetto peculiare dei lavoratori stranieri è l’elevata sovraqualificazione lavorativa, dove il genere pesa in modo molto diverso tra cittadini stranieri comunitari ed extra Ue: la situazione è peggiore per i maschi comunitari, mentre è nettamente a sfavore delle femmine tra i non comunitari. Quasi un quarto dei nati all’estero sente di appartenere a un gruppo sociale discriminato e percepisce un limitato senso di appartenenza verso l’Italia. Di contro, quattro autoctoni su dieci sono preoccupati per la cultura del Paese e le condizioni di vita, messe in discussione dalle persone provenienti da altri Paesi. È una delle principali evidenze che emerge dal Rapporto sull’integrazione dei cittadini di origine straniera pubblicato dall’Inapp-Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche assieme al ministero del Lavoro. L’indagine analizza il processo di integrazione attraverso le dimensioni dell’istruzione, lavoro, inclusione sociale, condizioni di vita. Se si osservano gli indicatori relativi all’acquisizione della cittadinanza e quello relativo all’ottenimento dei permessi di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo si nota come nel Nord, dove maggiore è la presenza di immigrati, risultano essere più basse le acquisizioni di cittadinanza italiana, ma è maggiore, rispetto alle realtà meridionali e insulari, la quota di cittadini stranieri che hanno ottenuto un permesso di soggiorno di lungo periodo, condizionato, oltre che dal possesso quinquennale di un permesso di soggiorno, da determinati parametri reddituali e abitativi. «Complessivamente – spiega Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp - si delinea una condizione socio-economica dei nati all’estero peggiore rispetto ai nativi, con tassi di povertà relativa elevati, 30% contro il 18%, e condizioni abitative precarie. Le condizioni di svantaggio della popolazione immigrata sono più evidenti nelle regioni del Sud per molti aspetti, e per le donne in particolare nel lavoro, con più bassi livelli di occupazione e più alti tassi di sovraqualificazione lavorativa rispetto agli uomini. Da questi dati che certificano una situazione di pronunciata disuguaglianza bisogna partire per individuarne le cause ed elaborare proposte per rimuoverle. Per ampiezza e affidabilità delle fonti questo rapporto è un unicum ispirato alla modellistica internazionale e sarebbe auspicabile che il nostro Paese mettesse a regime la produzione ciclica di analisi con medesime caratteristiche. Il problema delle diseguaglianze che colpiscono la popolazione di origine straniere su molti aspetti della vita sociale pone problemi molto complessi sia sul piano della stessa definizione concettuale di “integrazione” sia su quello della elaborazione di appropriate strategie capaci di promuoverla. Ma si tratta di sfide da affrontare non solo per ragioni di giustizia e di equità, ma anche perché da esse dipendono coesione sociale, progresso economico e benessere della popolazione».

Le buone pratiche

Sono 167 aziende che nel 2022 hanno contribuito all’inserimento professionale di quasi 9.300 rifugiati su tutto il territorio italiano. Lavoropiù - Agenzia per il lavoro presente in Italia e all’estero con oltre 100 sedi e 650 dipendenti - ha ottenuto il logo Welcome 2022, prestigioso riconoscimento assegnato da parte dell’Acnur, Agenzia Onu per i rifugiati, nell’ambito del programma Welcome. Working for Refugee Integration – sostenuto dal ministero del Lavoro, da Confindustria e da Global Compact Network Italia – grazie al quale dal 2017 sono stati attivati 22mila percorsi professionali per rifugiati in oltre 520 aziende attive in Italia. Nato come un premio da assegnare alle imprese che assumono rifugiati, Welcome rappresenta oggi un modello vincente che mette insieme una pluralità di attori – imprese, associazioni della società civile, associazioni di categoria ed enti pubblici. Il modello si basa sull’incontro tra le esigenze di recruiting delle imprese e le capacità di individuazione dei profili, di orientamento e di accompagnamento al lavoro delle organizzazioni della società civile. Questo contesto ha permesso a Lavoropiù di distinguersi con il progetto#Lavoropiù4Welcome, un’iniziativa coerente con il senso di scopo dell’azienda, capace di promuovere e attuare concretamente l’inclusione sociale e lavorativa dei rifugiati. Il progetto, infatti, offre una serie di servizi che spaziano dall’orientamento, alla valutazione delle competenze, ai corsi di italiano e di formazione professionale. Un intenso programma di aggiornamento e riqualificazione e alfabetizzazione che si traduce poi in opportunità di inserimento lavorativo presso le aziende locali. Queste attività sono rivolte non solo ai titolari di protezione internazionale (status rifugiato, protezione sussidiaria e richiedenti asilo), ma anche ai titolari di protezione temporanea o speciale. L’integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro è di vitale importanza. Per i rifugiati, rappresenta un passo fondamentale verso l’indipendenza economica e l’inserimento all'interno della comunità. Per la società ospitante, si traduce in innovazione, crescita delle imprese, arricchimento delle relazioni tra i dipendenti e un impatto positivo sull’intero sistema economico. La stretta collaborazione tra Lavoropiù e le numerose aziende presenti nei propri territori di riferimento ribadisce l’importanza della cooperazione tra diversi attori nell'ambito dell’accoglienza e dell’integrazione dei rifugiati. Queste sinergie facilitano l’inserimento lavorativo dei rifugiati, generando opportunità che generano un impatto positivo sull’intera comunità. Tra i premiati anche alcune imprese del comparto della moda: Otb, polo del lusso internazionale fondato da Renzo Rosso, e due delle aziende del Gruppo, Diesel e Staff International. A Otb Foundation, organizzazione non profit del Gruppo Otb, è stato conferito il riconoscimento We Welcome per l’impegno nel promuovere iniziative specifiche per l’inserimento lavorativo dei rifugiati. L'Acnur ha deciso di conferire il riconoscimento a Otb Foundation per aver promosso il progetto di integrazione lavorativa di lungo periodo di alcuni rifugiati ucraini, e a Otb, Diesel, e Staff International per averli inseriti in azienda. Le persone coinvolte hanno potuto vivere un’esperienza lavorativa in aree come amministrazione e contabilità, uffici acquisti, It e servizi generali, in linea con le competenze, le esperienze e le aspirazioni di ciascuno. Si tratta del primo progetto di questo tipo nel settore moda italiano, avviato dopo una mappatura completa da parte della Fondazione dei profili professionali e delle richieste di impiego delle oltre 440 persone accolte nel corso del 2022, per lo più donne con bambini. Non è il primo progetto di integrazione per la Fondazione e il Gruppo Otb che negli anni hanno più volte dimostrato il loro impegno nell’accoglienza e integrazione di rifugiati, come è stato il caso anche durante la recente crisi in Afghanistan e l’arrivo in Italia di richiedenti asilo da questo Paese. Anche Diesel Farm, l’azienda agricola e vitivinicola indipendente di Renzo Rosso, ha ottenuto il premio “Welcome. Working for Refugee Integration” di Acnur, per aver accolto e dato un’opportunità lavorativa a rifugiati ucraini, a riprova dell’impegno a tutto tondo dell’imprenditore per persone che si trovano in situazione di difficoltà. Mentre Adecco ha l’obiettivo di aiutare almeno 50mila rifugiati a trovare un lavoro che valorizzi le loro attitudini entro il 2025 a livello globale, di questi stima di aiutarne circa 8mila solo in Italia. Almeno 10mila persone beneficeranno di programmi di aggiornamento progettati per migliorare il livello di occupabilità, comprese opportunità di formazione linguistica e professionale. Nel 2020 ha aderito alla Tent Partnership for Refugees, una coalizione di oltre 170 aziende che sostengono i rifugiati. Riconoscendo il valore dell'inclusione e il suo impatto positivo sugli individui, sulle aziende e sulla società, ha sviluppato un'ampia esperienza nell'offrire ai rifugiati le opportunità di lavoro di cui hanno bisogno. Nel 2022, ha assistito oltre 15mila rifugiati in Europa nella ricerca di un'occupazione, aiutandoli a recuperare l'indipendenza e ad inserirsi nelle loro nuove comunità. Inoltre, ha lanciato adeccojobsforukraine.com in risposta al conflitto in Ucraina, mettendo in contatto oltre 10mila rifugiati ucraini con opportunità di lavoro. L'ambizione è lavorare sull'occupabilità delle popolazioni svantaggiate, promuovendo la diversità e l'uguaglianza negli ambienti di lavoro. In un'epoca di carenza di competenze che le aziende di tutto il mondo si trovano ad affrontare, avere la capacità di abbracciare l'inclusione accedendo a bacini di talenti non sfruttati è fondamentale. Infine Hilton ha annunciato il proprio impegno ad assumere altri 1.500 rifugiati in Europa. In qualità di partner di lunga data della Tent Partnership for Refugees, Hilton è stata la prima azienda del settore alberghiero ad aderire a Tent nel 2018, sostenendo il suo impegno nella creazione di percorsi occupazionali per i gruppi sottorappresentati, tra cui rifugiati, giovani, minoranze, persone con disabilità, nonché veterani militari e le loro famiglie. Dal 2015, Hilton ha avuto un impatto positivo su 78.588 rifugiati attraverso il volontariato, la formazione, l'accoglienza e l'occupazione. Dal 2022, sono stati assunti più di 400 rifugiati in 73 hotel nella regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). Attraverso partnership con organizzazioni locali di rifugiati, iniziative comunitarie e programmi di reclutamento dedicati, Hilton offre ai rifugiati opportunità di formazione, tutoraggio e avanzamento di carriera.

Opportunità nella Gdo

e-work apre la selezione di personale per un’importante azienda della grande distribuzione organizzata specializzata nel settore alimentare in forte sviluppo nel Nord-Est d’Italia. Oltre 80 le posizioni lavorative aperte gestite dalla filiale e-work di Verona che porteranno all’inserimento immediato di personale specializzato per il centro logistico e addetti ai reparti per gli ipermercati localizzati in Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. Più in dettaglio, per i profili tecnici, si ricercano 16 conduttori di impianto per il centro logistico di Cerea (Verona): al personale con qualifica professionale in discipline tecniche e scientifiche o pregressa esperienza nel ruolo sarà rivolto un percorso di formazione pre-inserimento e successivamente di crescita professionale in ambito automazione e robotizzazione. Opportunità si aprono poi in diversi punti vendita in Lombardia (province di Mantova e Brescia), Veneto (area Verona, Treviso, Vicenza, Venezia) e Friuli (Udine) per addetti ai reparti pasticceria e panetteria: 23 posizioni aperte per personale di produzione e 4 per addetti al banco. Si ricercano inoltre macellai: 15 posizioni aperte per le province di Vicenza, Padova e Treviso e per l’area bresciana di Orzinuovi, dove le posizioni aperte riguardano anche addetti cassa e personale per il rifornimento scaffali. Addetti al rifornimento scaffali, al magazzino di punto vendita e un addetto al reparto ortofrutta vengono inoltre selezionati per l’area di Jesolo (Venezia). Per tutte le figure ricercate, a tutti i candidati residenti a più di 55 Km dal luogo di lavoro di riferimento l’azienda garantisce vitto e alloggio per i primi 12 mesi. I contratti proposti per le posizioni ricercate sono per lo più a tempo determinato e finalizzati all’assunzione. Per il punto vendita di Jesolo viene offerto contratto stagionale fino al 30 settembre, con vitto e alloggio garantito per la stagione estiva. Maggiori dettagli sulle posizioni aperte, sui requisiti richiesti e sulle modalità di candidatura sono disponibili nell’area annunci del sito e-work al link: https://e-job.e-workspa.it/job/view-job.php?id=43867. Inoltre è possibile inviare la propria candidatura via mail scrivendo all’indirizzo: welcome.verona@e-workspa.it.



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