mercoledì 24 aprile 2019
Abbiamo provato la versione 2.2 Skyactiv-D da 184 Cv: linee azzeccate, grande confort e prezzi inferiori a quelli della concorrenza
Mazda Cx-5, l'autostradista comoda ed elegante
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Per chi cerca un Suv di stazza non proprio minima, le alternative sul mercato non mancano. Ma l'opzione giapponese della Mazda Cx-5 potrebbe essere una scelta azzeccata, se non altro perché alternativa a quella delle solite tedesche senza essere troppo bizzarra. L'abbiamo provata aspettandoci già, prima ancora di salire a bordo, la ben nota qualità costruttiva del marchio giapponese. Ma alla fine siamo scesi confortati dall'inattesa scoperta della comodità di questa vettura che anche esteticamente è tutt'altro che banale. Lunga 4 metri e 55, larga 1,84, alta 1,68 e con un passo di 2,7 metri, ha un peso a vuoto di 1.671 kg., il modello che abbiamo guidato è equipaggiato con il 2.2 Skyactiv-D da 184 CV e una coppia massima di 445 Nm a 2.000 giri, abbinato all'automatico a sei marce (optional da 2.000 euro) e alla trazione integrale.

Com'è. Le dimensioni sono quelle di una Suv compatta, ma l'impressione che regala è di una vettura che non sfigurerebbe nella categoria superiore. A cominciare dallo spazio che offre a passeggeri e bagagli. E se la facilità di accesso è il mimino che ci si possa aspettare da veicoli di questo segmento, non è altrettanto scontato che si stia così comodi anche in cinque (chi siede al centro ha solo un po' meno spazio per le gambe) e che il vano bagagli sia così abbondante e ben sfruttabile (minimo 506 litri) , con apertura elettrica del portellone.

Come va. Già omologato secondo i requisiti del ciclo WLTP, il turbodiesel 2.2 Skyactiv-D “spinge” parecchio grazie ai suoi 184 cavalli. La cilindrata è impegnativa ma mettendola alla prova su un percorso misto-veloce, il computer di bordo ha restituito la media di 7,3 litri/100 km. Non male, per un'auto di questa stazza. Un po' rigida nell'assetto, l'autostrada resta comunque il suo regno preferito per lunghi viaggi in totale confort. Riuscito l’abbinamento col cambio automatico a sei marce, poche se si pensa alle otto o nove di qualche rivale. Ma se si vuole guidare in maniera sportiva, non è questa l'auto da scegliere. In marcia c'è tutto quello che serve per viaggiare in sicurezza: dal Cruise control adattivo al monitoraggio degli angoli ciechi, dal mantenimento della corsia all'head-up display. E quando è il momento di parcheggiarla, il sistema di telecamere a 360° consente di gestire senza problemi anche le manovre millimetriche.

Quanto costa. L'allestimento della vettura del nostro test è il top di gamma Signature, in vendita a partire da 43.150 euro, un prezzo meno impegnativo di quasi tutte le altre concorrenti nello stesso segmento, specie con questi optional. Il listino comunque parte dei 29.400 euro della versione base del 2.0 litri a benzina e dai 31.900 euro del 2.2 diesel da 150 Cv.

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