venerdì 3 febbraio 2017
Prodotti agroalimentari e artigianali a chilometro zero e possibilità di trasformare una passione in una vera e propria professione
L'Alveare che offre "lavoretti"
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Prodotti agroalimentari e artigianali a chilometro zero e possibilità di trasformare un "lavoretto" in una vera e propria professione. L’Alveare che dice Sì!, la start up che ha creato un nuovo modo per vendere e comprare i prodotti locali utilizzando il web, ha inaugurato il 2017 non soltanto promuovendo il buon cibo e il buon vino, ma anche offrendo opportunità lavorative all’interno dell'economia del "lavoretto" (la cosiddetta gig economy).

«È un progetto nato a Torino, che ha origine in Francia nel 2011 col nome di La ruche que dit oui - spiega Eugenio Sapora, fondatore de L'Alveare - e che nel Paese transalpino ha ottenuto un enorme successo: a oggi sono più di 650 gli Alveari presenti Oltralpe. In Italia, in soli due mesi, sono già sorti oltre 30 Alveari su tutto il territorio nazionale. L'intenzione è di costruire una filiera corta, con un gestore che mette in contatto diretto produttori e consumatori. Per noi viene prima la passione, poi il compenso. Ma soprattutto è il contadino che decide il prezzo».

Obiettivo della start up è quello di capillarizzare la rete degli Alveari in Italia, dando maggior sostegno ai gestori, portando al 10% la percentuale per il loro servizio. A oggi il volume d’affari medio di un buon Alveare è di oltre 1000 euro a settimana, e in questo modo un gestore può guadagnare oltre 500 euro al mese.

Nel 2016 sono stati aperti oltre 100 Alveari su tutto il territorio nazionale e sulla piattaforma si sono registrati più di 20mila utenti. I produttori italiani che hanno aderito al progetto hanno venduto oltre 500mila euro di merce, diffondendo allo stesso tempo una cultura del cibo genuino ed etico e promuovendo la filiera corta e a chilometro zero.

Proprio per dare maggior impulso al progetto, a partire dal 20 febbraio 2017 la percentuale di servizio, cioè il ricavo che il gestore ottiene dal volume d’affari dell’Alveare che segue, ora pari all’8,35%, salirà al 10%: una decisione che permetterà alla start up di valorizzare la propria rete e ai gestori di promuovere il proprio “gruppo di acquisto 2.0”.


«L’idea della nostra start up - continua Sapora - non è soltanto quella di promuovere il buon cibo e le realtà sociali, culinarie e imprenditoriali locali, ma anche quella di offrire un’opportunità all’interno della gig economy. L’Alveare permette infatti a giovani studenti, pensionati, casalinghe, disoccupati, ma anche a qualsiasi appassionato di cibo di reinventarsi e di inserirsi nel mondo del lavoro con un’occupazione part-time, come quella di gestore».

Il gestore di un Alveare, infatti, è una figura fondamentale: è colui che si occupa di tenere il contatto con gli agricoltori e i produttori locali presenti nel raggio di 250 chilometri che, tramite la piattaforma, possono mettere in vendita on line frutta, verdura, latticini, carne e molto altro, tutto a filiera corta. Ha poi il compito di reperire un luogo fisico - pubblico o privato - per riunirsi in occasione delle distribuzioni di ciò che è stato ordinato on line e di divulgare il progetto, coinvolgendo la comunità locale a formare un vero e proprio gruppo di acquisto 2.0. Infine si occupa di proporre sulla piattaforma una selezione dei prodotti ai membri dell’Alveare e assicurarsi che possano ritirarli settimanalmente incontrando dal vivo i produttori.

«Vogliamo creare una rete forte, virtuosa e perenne - conclude Sapora. Lo scopo è anche quello di sostenere la nascita di nuovi Alveari, consentendo ai gestori di investire attivamente per far crescere le vendite dei produttori e i loro stessi guadagni. Aprire un Alveare è semplice, può farlo chiunque: privato cittadino, gruppo di persone, ristorante o bar. È sufficiente collegarsi al sito www.alvearechedicesi.it e compilare il form di richiesta. Il team de “L’Alveare Madre” ricontatterà chi si propone come gestore per permettergli di avviare al meglio la costruzione del gruppo di acquisto 2.0».

Sempre tramite il sito e l’app de L’Alveare, i consumatori potranno invece unirsi alla community e scegliere cosa acquistare, senza obbligo di frequenza o spesa minima. Produttori e utenti si ritrovano poi una volta alla settimana per la consegna dei prodotti freschi e locali, organizzata dal gestore.

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