sabato 15 giugno 2019
"Push to Open" è un programma che aiuta i dipendenti e le loro famiglie a migliorare l'occupabilità dei giovani. Oltre alla fiducia dei lavoratori verso la propria azienda
Welfare a misura di genitori e figli
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«L'impatto del welfare aziendale basato sui bisogni delle persone è il fattore di successo delle politiche di welfare. Gli incentivi fiscali previsti dall’attuale normativa non devono essere il fine, ma il mezzo attraverso cui finanziare iniziative virtuose come Push to Open, che oltre a migliorare significativamente l’engagement dei collaboratori, hanno impatti positivi su tutti i destinatari coinvolti». Ne è sicura Francesca Rizzi, ceo e fondatrice di Jointly. Anche i numeri le danno ragione. Con un'esperienza nelle risorse umane e nella consulenza aziendale, il 15 aprile 2014 ha deciso di fondare - con la presidente Anna Zattoni - una start up innovativa a vocazione sociale.

«Push to Open è il primo tra i progetti di Jointly che abbiamo voluto sottoporre a una rendicontazione di impatto, per verificare che il nostro lavoro rispondesse ai nostri obiettivi - spiega la ceo -. Dopo i risultati molto positivi del primo report d’impatto, e proprio per dare seguito alla volontà di farsi portatori di innovazione continua e impatto, nel 2018 abbiamo deciso di investire in un nuovo progetto, Push to Open Junior, ampliando il perimetro dell’intervento a genitori e ragazzi di 12-13 anni. Un investimento che nasce dalla volontà di accompagnare i genitori e orientare le scelte dei ragazzi in un contesto caratterizzato da grande complessità, incertezza, e dal blocco del cosiddetto "ascensore sociale", fattori che rendono sempre più cruciali i momenti delle scelte in cui si determina il futuro dei nostri ragazzi».

Il welfare aziendale, quando è fortemente ispirato dal desiderio di dare risposte a bisogni reali dei dipendenti, è in grado di innescare circoli virtuosi tra azienda, collaboratori, famiglie dei collaboratori e territorio circostante. A dimostrarlo è lo studio commissionato proprio da Jointly - il Welfare Condiviso all’agenzia di consulenza Bdo Italia, in cui si rendiconta anno su anno l'impatto sociale dei progetti di servizi alla persona gestiti dall’azienda, che spaziano dal supporto alla genitorialità alla cura dei familiari non autosufficienti alle soluzioni innovative per migliorare la conciliazione lavoro-vita privata.


«Il comune denominatore di questi progetti costruiti insieme alle aziende e con il coinvolgimento attivo delle reti di servizi territoriali, è il metodo - sottolinea Rizzi -. Partendo dall’analisi dei bisogni delle persone che lavorano in azienda, progettiamo le soluzioni, le proponiamo ai destinatari, ne raccogliamo costantemente i feedback e ne misuriamo scientificamente l’impatto in termini valore sociale complessivamente generato».

Push To Open, per esempio, ha coinvolto complessivamente negli anni 15mila tra genitori e ragazzi e ha rappresentato un’operazione di valore condiviso tra aziende, dipendenti e scuole del territorio, che ha permesso di migliorare l'occupabilità dei giovani. Le iniziative di welfare a sostegno dei genitori di figli adolescenti sono state estremamente apprezzate dal 98% dei genitori partecipanti. La quasi totalità dei genitori ha dichiarato di aver soddisfatto le proprie aspettative: quella di aver aiutato concretamente il proprio figlio a fare una scelta (95%); quella di aver sviluppato le proprie competenze di genitore (77%); quella di aver significativamente ridotto la preoccupazione e ansia per il futuro (50%). Grazie a ciò, quattro genitori su cinque al termine del programma hanno dichiarato che è migliorata la fiducia verso l’azienda per cui lavorano.

Per il 93% dei ragazzi, invece, partecipare al programma ha avuto un impatto concreto sulla scelta. Il programma ha soddisfatto nel 98% dei casi le loro aspettative e ha avuto un triplice effetto: quello di renderli più consapevoli di sé, con gli studenti che hanno migliorato la propria autostima e si sono sentiti più autonomi nella scelta; quello di avergli dato una maggior chiarezza sul contesto e sul mondo del lavoro; quello di averli resi capaci di scegliere e quindi di aver acquisito strumenti e criteri per selezionare, aver imparato dove cercare e come decodificare le informazioni.

«Interessante notare - conclude la fondatrice di Jointly- che i ragazzi partono abbastanza sfiduciati nei confronti del Sistema Paese: il 41% di loro pensa che l'Italia non favorisca la possibilità di intraprendere il percorso desiderato. Dopo il programma un ragazzo su tre dichiara di aver nettamente aumentato la fiducia verso il sistema e le possibilità offerte. Da notare che i giovani che per sfiducia hanno lasciato il nostro Paese nel 2016 erano circa 50mila».

Tanto che le scuole che sono state adottate, nel 100% dei casi hanno consigliato Push To Open. In particolare: nel 70% dei casi ha aiutato gli insegnanti a migliorare la loro capacità di dialogo e supporto agli studenti in merito alle scelte da fare; nell'88% hanno dichiarato che è stato un programma di alternanza estremamente efficace, che ha avvicinato i ragazzi al mondo del lavoro.


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