mercoledì 17 agosto 2011
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«Mille volte abbiamo chiesto a Tremonti attenzione per la famiglia e mille volte il ministro dell’Economia ci ha risposto che non era il momento adatto. Ora però basta, ora gli alibi sono finiti». Carlo Giovanardi scandisce al telefono l’ultimatum. «Non accetto più scuse. Anzi, pretendo un segnale e lo pretendo subito. Nei prossimi quindici giorni al Senato verrà discussa e aggiustata la manovra e vedrete che quel segnale ci sarà». Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio va dritto e indica un obiettivo «irrinunciabile»: «Il contributo di solidarietà va rimodulato. Perché le famiglie numerose non possono e non devono pagare». Tremonti vi dirà che ci sono dei saldi di cui tenere conto.E i saldi verranno rispettati. Ho pronto un emendamento: allarghiamo il prelievo anche sotto i novantamila euro per chi non ha figli a carico ed esentiamo così le famiglie numerose. È una questione di equità. E se Tremonti non ne è convinto gli regalo una copia della Costituzione: lì è scritto tutto in maniera assolutamente chiara. E se questo non bastasse a convincere il ministro?Questa volta Tremonti non se la caverà. Se lui è contro la famiglia lo dica apertamente e, subito, si aprirà un confronto politico. Lo ripeto: ho pronto un emendamento e lo presenterò appena partirà il confronto a Palazzo Madama. In quella sede si vedrà con chiarezza chi è a favore e chi è contro la famiglia e Tremonti avrà una bella sorpresa. Passerà?Io non ho dubbi: chiederò al Parlamento un voto trasversale per correggere questa anomalia e il Parlamento la correggerà. Perché con me c’è il Pdl, c’è la Lega, e c’è anche l’Udc e una parte importante del Pd. Poi, una volta corretta l’anomalia, si giocherà la partita vera. Che significa «partita vera»?Nei prossimi cento giorni governo e Parlamento avranno l’ultima occasione per trasformare in realtà quello che era nei programmi della coalizione che ha vinto le elezioni. C’è un Piano nazionale della famiglia che va solo attuato e c’è la delega fiscale che va discussa e approvata in Parlamento. Anche lì è scritto che natalità e famiglia sono obiettivi irrinunciabili.Che si aspetta ancora dalla delega fiscale?Che il fattore famiglia, una forma ben calibrata di quoziente familiare, diventi un punto fermo nel nostro sistema fiscale. Io ci credo. Anche perché sulla riforma del fisco si gioca futura collocazione delle forze politiche e dei singoli parlamentari.È un modo elegante per dire che lascerebbe governo e maggioranza?Troppe volte gli impegni proclamati sono stati disattesi. Ora basta. Se Berlusconi e Tremonti dovessero continuare a ignorare la famiglia e a negare un futuro al Paese io non potrei davvero restare dove sto.
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