sabato 10 novembre 2018
Sette sinistri su dieci avvengono in città: motociclisti, ciclisti e pedoni gli utenti più vulnerabili. Nello studio realizzato dall'ACI la mappa dei tratti maggiormente a rischio
Incidenti stradali: ecco le strade più pericolose d'Italia
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Sette incidenti su dieci in Italia avvengono sulle strade cittadine, 3 su quelle extraurbane; aumentano gli incidenti in autostrada (+0,4%), diminuiscono sulle altre tipologie di strada (-0,7% extraurbane, -0,5% urbane), mentre sulle strade extraurbane principali aumentano i morti (+7,4%) e calano i feriti (-1,6%). Sono i dati essenziali che emergono da “Localizzazione degli incidenti stradali 2017”, lo studio, realizzato dall’ACI consultabile sul portale www.lis.aci.it. Prendendo come riferimento l’anno 2010, gli incidenti sono diminuiti del 22%, i morti del 17,8%. Rispetto al 2016, invece, gli incidenti sono calati dell’1% e i decessi cresciuti del 7,4% (94 in più). Le autostrade urbane risultano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi.

LE STRADE PEGGIORI

La cosiddetta Penetrazione urbana della A24 (cioè il tratto tra il Grande Raccordo Anulare di Roma e via di Portonaccio) è la strada sulla quale si verificano più incidenti in assoluto: 17,1/km, a fronte di una media italiana di 1,3 incidenti/km (per la rete autostradale) e di 0,6 incidenti/km per le strade extraurbane. Nel 2016 il triste primato era toccato alla Tangenziale Est di Milano, ora al settimo posto nella classifica. Seguono il Raccordo di Marghera (11,3 incidenti/km) e il Raccordo di Reggio Calabria (10,5 incidenti/km). Tra le strade extraurbane invece troviamo al primo posto la Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga (7,6 incidenti/km), seguita dalla 131 dir (7,5 incidenti/km) e dalla 296 della Scafa (6 incidenti/km). In autostrada la circolazione dei veicoli per il trasporto delle merci costituisce un elemento di rischio: nel 41% degli incidenti, infatti, è coinvolto un autocarro (anche leggero), un autotreno o un autoarticolato.

GLI UTENTI VULNERABILI

Sulle strade extraurbane gli utenti vulnerabili rappresentano una quota assai elevata dei decessi: ben il 36% (1 morto su 3 è ciclista, “dueruotista” o pedone): nel 21% dei casi è deceduto un motociclista (288), nell’11% un pedone (149) e nel 4% un ciclista (52). Rispetto al totale dei morti per modalità di trasporto, i pedoni sono il 25% (1 su 4) ed i ciclisti il 20% (1 su 5).

DUE RUOTE E PEDONI

I veicoli a due ruote (biciclette comprese), sono coinvolti nel 23% degli incidenti stradali. L’indice di mortalità delle due ruote (motocicli e biciclette) è molto più elevato di quello delle quattro ruote: più di 3,8 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto all’1,4 delle auto. Al vertice delle tratte più pericolose per le due ruote, la SS 001 Aurelia, in Liguria, la SS 249 Gardesana Orientale, in provincia di Verona e la SS 145 Sorrentina, in provincia di Napoli. Le strade con un numero particolarmente elevato di investimenti sono: Aurelia, Adriatica, Statale Tosco-Romagnola, Padana Superiore e Casilina.

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