martedì 5 dicembre 2023
Un libro curato da Riccardo Bonacina affronta questa “vocazione”, che coinvolge milioni di persone, dopo aver raccolto discorsi, encicliche e messaggi di papa Francesco
Volontari

Volontari - Siciliani a un convegno di Cor Unum a Roma

COMMENTA E CONDIVIDI

“If everyone did” è lo slogan scelto dall'Onu per la 38/a Giornata internazionale del volontariato che si celebra oggi. Uno slogan che vuole sottolineare la potenza delle azioni collettive di solidarietà. Lo afferma il CSVnet, la rete dei centri di servizio per il volontariato, annunciando che la giornata anche in Italia vuole evidenziare il «valore dell’agire collettivo». L’evento nazionale, “Condividere, valorizzare, costruire”, promosso da Forum Terzo Settore, CSVnet e Caritas italiana, si tiene oggi a Cosenza, Capitale Italiana del Volontariato 2023, che quest'anno darà il testimone a Trento per il 2024. Alla cerimonia prevista al Palazzo della Provincia della città calabrese è previsto il saluto di Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, e fra i partecipanti Luciano Squillaci, portavoce Forum Terzo Settore Calabria, Chiara Tommasini, Presidente CSVnet, Don Marco Pagniello, Direttore Caritas italiana. In questa occasione, saranno presentate tre ricerche: “Noi+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato“ l’indagine di Forum Terzo Settore, Caritas Italiana e Università degli studi Roma Tre sulle competenze dei volontari; “Partecipo quindi dono”, promossa da CSVnet e curata dal Centro studi Medì, sulle pratiche di dono e solidarietà dei cittadini stranieri in epoca Covid; “Il volontariato che cambia”: un focus sulle esperienze di volontariato del territorio cosentino.


La chiamata al bene. Con le mani, con gli occhi, con gli orecchi attenti, con la vicinanza. Gesti di amore verso persone a noi vicine che possono curare i veleni più pericolosi della società, disperazione e turbamento, ma anche paura e rassegnazione. Una marea di gratuità che viene celebrata oggi nella giornata mondiale del volontariato e che ha riscontrato anche il Papa incontrando nel corso del suo pontificato decine di migliaia di volontari e associazioni. Perché il volontariato rappresenta una vocazione così forte in Italia? Nel libro Io avrò cura di te. La chiamata per il bene comune edito da Solferino e Lev, il curatore Riccardo Bonacina, fondatore ed editorialista di Vita, ci offre delle risposte, dopo aver raccolto i discorsi, le Encicliche, i messaggi di Francesco in quella che definisce «quasi una catechesi sul volontariato».

Il Papa all’inizio del suo pontificato ci aveva avvertito che “La Chiesa non è una Ong”. A distanza di dieci anni, il volontariato per come è declinato nel nostro Paese ha avuto sempre più spazio nelle catechesi e nei discorsi di Francesco. C’è stato, dunque, un cambiamento di prospettiva? Come possiamo spiegarlo?

Quando ho incontrato il Papa mi ha detto che il volontariato è la cosa più importante che abbiamo in Italia. Aveva scoperto con gioia anche gli oratori, le banche cooperative e le casse rurali, ma il nostro tesoro culturale più grande rimaneva il mondo del volontariato. Nel corso del suo pontificato Francesco ha fatto conoscenza ed esperienza di questa realtà tutta italiana, approfondendola ancora di più dopo la pandemia. Inoltre, ha colto quest’aspetto che, spesso, è inconsapevole nei volontari: chi fa volontariato fa una scelta di libertà, spinge sé stesso a uscire dalla poltrona, dalla televisione e andare verso gli altri. Il Papa ha capito che questa scelta di libertà è essenziale in questo mondo che lui sogna, un mondo che ha bisogno di volontari, di persone che sognano assieme.

Se praticare del volontariato è una scelta che rende liberi, da cosa ci libera?

Ci rende liberi dal ripiegamento su noi stessi. Ci spinge a uscire verso l’altro e verso l’alto. Papa Francesco ci ricorda spesso il nostro compito di Chiesa in uscita, chiesa in cammino. Maria è l’immagine della Chiesa che esce e si mette in cammino e al servizio. Maria diviene anche l’icona del volontariato. Il riferimento è all’episodio della Visitazione con l’arcangelo Gabriele che le dice che la sua anziana cugina, Elisabetta, è incinta: in quella circostanza Maria mostra, dice il Papa, le tre mosse proprie del volontario: ascolta, decide e in fretta si mette in cammino. Sono le tre azioni, le tre attitudini di chi fa volontariato. Senza dimenticare che quando è finito il servizio è bene tornare a casa, come Maria.

Francesco ci ricorda che non c’è un volontariato da scrivania e non c’è un volontariato da televisione. Qual è, dunque, il compito del volontariato nella nostra società?

Seminare esperienza di bene. Partiamo dal tanto di bene che c’è e ricordiamoci che chi non fa esperienza di bene non può sperare. Serve una carezza da una persona amata o la cura di una madre, sperimentare il bene dà un contenuto alla speranza. Il Papa dopo un periodo di grande siccità aveva usato questa espressione incredibile a inizio 2023: «Abbiamo bisogno di speranza, come la terra della pioggia». Il volontariato ha questo compito di seminare esperienza di bene. Ricordo questo augurio del Papa al mondo del volontariato: «Seminate speranza, semina profumo di speranza, e non aceto di amarezza e dis-speranza». Questo è il compito del volontariato del nostro Paese.

Nel libro che ha curato si ragiona anche di un modello economico in cui alla massimizzazione del profitto si sostituisca la crescita del bene comune. Che cos’è e come si può realizzare la nuova economia per il bene comune?

Attraverso la solidarietà che può anzi deve essere un motore di sviluppo diverso. Il Papa, oltre al volontariato e agli oratori, ha colto la specificità tutta italiana delle banche di credito cooperativo e le casse rurali: un’economia cooperativa non solo aiuta a perseguire il benessere di tutti, invece che di pochi, ma aiuta l’uomo a non essere solo, che è un aspetto importante per favorire la prossimità anche sul lavoro.

Il lavoro delle organizzazioni di volontariato è molto più efficace quando collaborano tra loro, anche con gli Stati. Cosa significa miracolo del mettersi assieme, miracolo del moltiplicare la speranza?

Nel volontariato si dà vita a un “noi” che è più forte della somma di piccole individualità. E nel ricordarcelo il Papa fa riferimento all’episodio del paralitico a Cafarnao che viene aiutato dagli amici a incontrare Gesù. Il Papa sottolinea un altro miracolo, oltre a quello del perdono e della guarigione, quello degli amici che si mettono insieme. Quella capacità di non rimanere indifferenti ma farsi carico della sofferenza dell’amico malato, quel trovare insieme una strategia creativa e vincente per scoperchiare il tetto e far scendere la barella dentro la casa. Gesù, sottolinea l’evangelista, fece quelle che fece per la “loro fede”. In questo senso, come ci ricorda il Papa i sogni si fanno insieme, da soli si hanno dei miraggi, si vedono cose che non esistono. Mentre l’esperienza del volontariato è questo sognare assieme, questo moltiplicare la speranza.

.

Da sapere​

La Giornata Internazionale del Volontariato è stata istituita nel 1985 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di incoraggiare il lavoro dei volontari in tutto il mondo. La giornata si celebra il 5 dicembre. Il titolo di questa edizione è “Il potere dell’azione collettiva: se lo facessero tutti”. «Immaginiamo che più di otto miliardi di noi facciano volontariato. Possibilità illimitate per lo sviluppo sostenibile: cibo e istruzione per tutti, ambiente pulito e buona salute, società inclusive e pacifiche e altro ancora» nota l’Onu.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI