mercoledì 14 febbraio 2024
Il Terzo settore punta a far modificare dal Parlamento il decreto che riordinerà la materia. Fiasco e Bordignon: la gestione del gioco su Internet torni a Consulta e ministeri della Salute e Welfare
Cresce a dismisura il gioco d'azzardo online. E anche la preoccupazione che sempre più persone vengano travolte dalla ludopatia

Cresce a dismisura il gioco d'azzardo online. E anche la preoccupazione che sempre più persone vengano travolte dalla ludopatia - Imagoeconomica

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Il gioco d’azzardo “a distanza” in Italia sta dilagando. Il numero sempre crescente di persone che scommettono sulle piattaforme Internet mette in allarme gli enti del Terzo settore che si occupano delle dipendenze e della tutela dei soggetti più fragili: il 25,3% tra i frequentatori più assidui dei casinò online (5 milioni) diventa infatti “giocatore problematico”, secondo i dati raccolti dall’Istituto superiore di sanità.

Si tratta, dunque, di 1,5 milioni di italiani, concentrati soprattutto nelle regioni del Sud: giovani e pensionati i più esposti. E il decreto di riordino del settore varato dal Consiglio dei ministri il 19 dicembre scorso, ora all’esame del Parlamento, rischia di allargare ulteriormente il fenomeno, anziché attenuarne gli effetti negativi, in particolare sulla salute pubblica. Se n’è parlato ieri in un convegno promosso a Roma dall’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio correlati (Alea) al quale hanno partecipato realtà impegnate nella prevenzione delle dipendenze patologiche, nel recupero e nell’assistenza di soggetti affetti dal “disturbo del gioco d’azzardo”.

Il sociologo e presidente di Alea, Maurizio Fiasco, ha spiegato che il comparto del gioco sul web ha conosciuto nel nostro Paese «come nel resto del mondo, una crescita vertiginosa negli ultimi dieci anni: prima della pandemia da Covid-19, quindi nel 2019, aveva già raggiunto un volume di transazioni pari a 34 miliardi di euro». «Lo scorso anno – ha aggiunto Fiasco – si stima abbia superato abbondantemente gli 85 miliardi di euro, come autorizza a ponderare il dato ufficiale relativo al 2022, ovvero pari a 73,1 miliardi, in linea con un andamento che segna il raddoppio del volume ogni tre anni». Il volume di transazioni online – è stato rilevato – pone a rischio la stessa sicurezza dell’economia pubblica (a cui tali risorse vengono sottratte) a causa anche del diffondersi del riciclaggio del denaro sporco da parte di organizzazioni mafiose (come è stato accertato da numerose inchieste giudiziarie).

Fra le realtà sociali più preoccupate per lo sviluppo dell’azzardo c’è il Forum delle Associazioni Familiari: il suo presidente Adriano Bordignon ha infatti sottolineato la necessità di un riordino del comparto «con attenzione alle persone fragili e alla salute dei cittadini». Il decreto che ha appena intrapreso il suo iter nelle commissioni di Camera e Senato prevede la “rimozione” dell’Osservatorio presso il ministero della Salute che verrebbe sostituito da una non meglio precisata Consulta presso il ministero dell’Economia.

«È importante – ha precisato Bordignon – che l’Osservatorio rimanga, venga potenziato con una maggiore presenza del Terzo settore e dell’associazionismo familiare, abbia anche un compito di controllo rispetto all’impatto sociale che la diffusione del gioco genera e ogni anno possa pubblicare una relazione sulla situazione reale». Tutelare le persone, insomma, prima che la crescita del gettito per l’erario. «In una democrazia non è accettabile che le ferite dell’azzardo debbano essere curate prima di tutto dalle famiglie e poi dagli enti locali attraverso i propri servizi sociali – ha concluso il presidente del Forum –, lo Stato incassa e famiglie, Comuni e Regioni devono prendersi in carico i danni sociali derivanti».

Sono dieci le proposte di modifica del decreto che verranno presentate dal Terzo settore nelle audizioni alle commissioni parlamentari competenti. L’obiettivo è di ridurre il più possibile le nefaste conseguenze del gioco d’azzardo online sulla salute dei giocatori, cercando di aiutarli a non scommettere. Innanzitutto «rallentare la frequenza di ogni singola operazione (che sia inferiore almeno a tre minuti) e interrompere la partecipazione al dispositivo (smartphone, tablet o computer) ogni 30 minuti (con franchigia di almeno altri 30)».

Vanno poi «soppresse le scommesse tra privati e quelle su singole scomposizioni degli eventi sportivi» visto che uno dei modi più diffusi è scommettere “a raffica” su ciò che accade durante una partita e non solo sul risultato finale (ad esempio: una espulsione, un rigore, o una battuta sbagliata nel tennis...).

Va esclusa inoltre la compartecipazione alle quote delle entrate statali e/o del margine privato delle amministrazioni locali e del Terzo settore accreditato nelle prestazioni sanitarie. Un altro punto fermo, per le associazioni (tra cui Caritas, Libera e Comunità Incontro) è «la rigorosa attuazione del divieto assoluto di pubblicità» e «l’attribuzione della governance primaria della materia al ministero della Salute» (e non al Mef, come previsto dal decreto).

Si propone anche «l’eliminazione della istituenda “Consulta nazionale dei giochi pubblici”» e «l’estensione alle vittime dell’usura per gioco d’azzardo dell’accesso alle provvidenze dell’articolo 14 della legge 108/1996» e infine, «l’attribuzione al ministero della Salute, di concerto con il dicastero del Welfare degli obiettivi annuali della prevenzione e riabilitazione».




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