venerdì 8 marzo 2024
Dare lavoro a persone “fragili” e ridurre l’impatto ambientale di un settore inquinante. L’hub della coop Vesti Solidale potrà trattare 20mila tonnellate di indumenti l’anno provenienti dai cassonetti
Rho (Milano): il "Textile Hub" di Vesti Solidale ha richiesto un investimento di 8 milioni di euro. A pieno regime potrà trattare 20.000 tonnellate di rifiuti tessili all'anno

Rho (Milano): il "Textile Hub" di Vesti Solidale ha richiesto un investimento di 8 milioni di euro. A pieno regime potrà trattare 20.000 tonnellate di rifiuti tessili all'anno - foto Vesti Solidale

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Un’opera che fa bene all’ambiente. E dà lavoro a tante persone “fragili”. È stato inaugurato a Rho (Milano) il Textile Hub della cooperativa Vesti Solidale. Si tratta del più grande impianto di riciclo tessile del Nord Italia, garantiscono i promotori: un’iniziativa che permette di creare la prima filiera interamente cooperativa del comparto. Con un investimento di otto milioni di euro e una superficie di dodicimila metri quadrati – di cui cinquemila coperti, dedicati all’igienizzazione e alla selezione – a pieno regime avrà una capacità di trattamento fino a ventimila tonnellate di rifiuti tessili all’anno – quasi cento volte l’attuale volume gestito – dando lavoro, nel solo impianto di Rho, a 40 persone.

Vesti Solidale è una cooperativa sociale del Consorzio Farsi Prossimo, sistema di tredici cooperative promosso da Caritas Ambrosiana. La struttura di Rho è stata realizzata grazie al contributo di Confcooperative-Fondo Sviluppo, Cooperazione Finanza Impresa, Intesa SanPaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Cesvi, Invitalia, Fondazione Peppino Vismara e Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore. All’inaugurazione dell’hub, svoltasi, giovedì 7 marzo,sono intervenuti, fra gli altri, il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, e il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini.

Rho (Milano): il momento del taglio del nastro, alla inaugurazione del 'Textile Hub' della cooperativa Vesti Solidale

Rho (Milano): il momento del taglio del nastro, alla inaugurazione del "Textile Hub" della cooperativa Vesti Solidale - foto Vesti Solidale

Il nuovo polo tessile di Rho sarà il centro nevralgico dell’attività di raccolta dei cassonetti gialli che portano i marchi di Caritas e della Rete Riuse (Raccolta indumenti usati solidale e etica) nei territori delle diocesi di Milano, Brescia e Bergamo, tramite nove cooperative sociali. «L’hub – spiega una nota di Vesti Solidale – gestirà la fase finale del ciclo di vita di indumenti usati e di prodotti tessili “post-consumer” – abiti, scarpe, borse conferiti nei cassonetti o provenienti da aziende d’abbigliamento, tra cui anche marchi d’alta moda, come capi resi, invenduti o difettosi – ma anche rifiuti “pre-consumer”, cioè filati, tessuti da scarti di lavorazione (i “cascami”). Infine, il riciclo. In questo caso i tessili vengono selezionati per fibra, qualità e colore ed eliminate le parti non riciclabili: bottoni, cerniere, elementi in plastica o qualsiasi altro elemento che possa compromettere la successiva fase di riciclo».

Rho (Milano): il 'Textile Hub' ha una superficie di 12.000 metri quadrati, 5.000 dei quali coperti, dedicati alle fasi di selezione e igienizzazione

Rho (Milano): il "Textile Hub" ha una superficie di 12.000 metri quadrati, 5.000 dei quali coperti, dedicati alle fasi di selezione e igienizzazione - foto Vesti Solidale

«Qui noi selezioniamo le fibre che i nostri clienti trasformano in nuovi filati di lana, cotone, jeans, poliestere, oppure trovano spazio nel nostro laboratorio Taivè, per la creazione di nuovi prodotti con l’upcycling creativo – spiega Matteo Lovatti, presidente di Vesti Solidale –. Abbiamo anche progetti pilota per il riciclo del nylon e del cuoio. Poi c’è tutta la filiera del riutilizzo, la principale, in cui i capi sono selezionati e igienizzati per la vendita nella nostra catena di negozi second-hand Share presenti in Lombardia e in Piemonte, il resto destinato ad altre reti di distribuzione o commercializzato».

L’industria tessile è tra le più inquinanti a livello mondiale. Il riuso e il riciclo dei rifiuti tessili rimane l’unica alternativa al consumo indiscriminato di risorse. Per il solo 2023, grazie al recupero di 6.151 tonnellate di indumenti, l’impegno di Vesti Solidale ha permesso di risparmiare 29mila tonnellate di CO2, l’equivalente dell’emissione prodotta da 3.625 voli Milano-Napoli o dai motori di 13.467 automobili. Per migliorare l’efficienza e contenere al massimo l’impatto ambientale dell’attività di raccolta dei rifiuti tessili, i 936 cassonetti gestiti da Vesti Solidale sono dotati di “sensori di riempimento”. Il nuovo hub di Rho, inoltre, grazie ai pannelli fotovoltaici è un impianto a basso impatto ambientale. Non solo benefici ambientali ma anche economici: nell’ultimo anno, grazie al recupero del 100% degli abiti usati, Vesti Solidale ha “salvato” quei materiali dall’inceneritore o dalla discarica come frazione indifferenziata, permettendo alla collettività di risparmiare 1,5 milioni di euro per lo smaltimento.

Rho (Milano): il 'Textile Hub' della cooperativa Vesti Solidale è occasione di lavoro e inclusione per 40 persone

Rho (Milano): il "Textile Hub" della cooperativa Vesti Solidale è occasione di lavoro e inclusione per 40 persone - foto Vesti Solidale

Infine: Vesti Solidale – cooperativa sociale di tipo B d’inserimento lavorativo – conta 145 dipendenti, di cui 17 assunti solo nell’ultimo anno, e 11 con svantaggio. Il totale dei dipendenti “fragili” è del 74,5%. «Nel 2023 abbiamo fatturato oltre 7 milioni di euro e con questo investimento ci proiettiamo a crescere ancora e ad aumentare ulteriormente il numero dei nostri lavoratori – conclude Lovatti –. Lavorano con noi ragazzi con disabilità fisiche, donne vittime di tratta e prostituzione, over 50 disoccupati e giovani con storie familiari complesse che finirebbero altrimenti per strada. L’obiettivo di Vesti Solidale è creare opportunità di lavoro per le persone, in particolare quelle fragili o tagliate fuori dal mercato. Siamo convinti che il lavoro sia uno strumento fondamentale perché ciascuno possa ridare dignità e autonomia alla propria vita e mettere le proprie capacità al servizio della comunità».

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