giovedì 16 novembre 2017
Tre edifici per 25mila metri quadrati ospitano 1.200 studenti provenienti da 31 Paesi, docenti e ricercatori
Un nuovo Campus per formare i professionisti del futuro
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Tre edifici immersi nel verde, 25mila metri quadrati per ospitare 1.200 studenti provenienti da 31 Paesi del mondo. Un Simulation Lab di 2mila metri quadrati tra i più tecnologici e grandi d’Europa, aule high-tech, biblioteca digitale e residence, a pochi passi dai laboratori di ricerca diretti dal prof. Mantovani e dall’ospedale, parte integrante del Campus come luogo di insegnamento per futuri medici, infermieri e fisioterapisti. Investimento complessivo di circa 100 milioni di euro. Sono questi alcuni degli elementi chiave del nuovo Campus di Humanitas University, Ateneo dedicato alle Life Sciences, che è stato inaugurato in occasione dell’apertura dell’Anno accademico 2017/2018.

Alla cerimonia hanno partecipato il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella assieme al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il sindaco di Milano Giuseppe Sala insieme ai sindaci di Rozzano e Pieve Emauele Barbara Agogliati e Paolo Festa. Per Humanitas University sono intervenuti il presidente Gianfelice Rocca, il rettore Marco Montorsi, il prorettore alla Ricerca Alberto Mantovani, in rappresentanza degli studenti Javiera Ali.

Il Campus è una piazza aperta verde sulla quale si affacciano grandi vetrate, uno spazio con ampie terrazze utilizzabili come aule all'aperto. Gli spazi sono concepiti secondo i più moderni standard in termini di tecnologia e comfort ambientale tali da promuovere le occasioni di incontro e di scambio tra premi Nobel, docenti, ricercatori e giovani allievi provenienti da ogni parte del mondo. Il nuovo complesso è formato attualmente da tre edifici per 25mila metri quadrati. Sarà completato da una residenza universitaria di 8mila metri quadrati con 240 posti letto a disposizione di studenti e ricercatori, la cui apertura è prevista per l'estate 2018.

Fiore all’occhiello del Campus è il Simulation Lab, che include il Mario Luzzatto Simulation Center e un Anatomy Lab: uno spazio altamente tecnologico di oltre 2mila metri quadrati, tra i più grandi in Europa, a disposizione di studenti, specializzandi e professionisti della salute, che possono formarsi sulla base dei diversi livelli di specializzazione e complessità. Il Simulation Center di Humanitas University e il residence per gli studenti sono intitolati a Mario Luzzatto, manager di fama internazionale, artista e filantropo, scomparso nel 2012. Il suo impegno nei progetti dedicati alla ricerca e alla salute lo aveva avvicinato ad Humanitas, cui ha destinato un’importante donazione di 20 milioni di euro, insieme a un’altra della stessa cifra al Weitzmann Institute di Israele.

«Non è un caso che questo Campus sorga in una città e regione che è la culla delle Life Sciences. Lo abbiamo costruito in 18 mesi mossi dalla volontà di dotare i giovani di un luogo che li possa attrarre e far crescere. Siamo riusciti a realizzare uno spazio in cui tutti, studenti, medici, professionisti, possono respirare l’aria del futuro - spiega il Presidente di Humanitas Gianfelice Rocca -. Il Campus è l’ultimo tassello di una visione nata venti anni fa, mossa dall’obiettivo di attrarre capitali privati per offrire un sevizio pubblico di qualità, con le cure più avanzate disponibili a livello globale, sviluppare una ricerca che possa cambiare il mondo intorno a noi e, infine, preparare nel miglior modo i medici e professionisti della salute del futuro».

Il nuovo Campus, affiancando e rafforzando la clinica e la ricerca con le frontiere più avanzate della didattica, rappresenta la manifestazione fisica del triangolo della conoscenza che è alla base della mission di Humanitas.

«In un contesto sempre più internazionale - spiega il rettore Marco Montorsi - è essenziale che il percorso educativo dei futuri professionisti della salute si fondi sull’integrazione con una rete ospedaliera di elevata qualità. Avere a disposizione un ambiente in cui vivere, fin da subito, il contesto clinico, permette sia da applicare le proprie conoscenze teoriche sia di sviluppare competenze essenziali tanto quanto lo studio: empatia, predisposizione al lavoro di squadra, capacità di adattarsi rapidamente e comprendere le implicazioni dei diversi contesti culturali. Tutto ciò richiede un nuovo paradigma, in cui gli spazi ricoprono un ruolo fondamentale nello scambio di conoscenze, come già avviene all’estero nelle migliori Università nel settore delle Life Sciences».

Humanitas University, Ateneo internazionale per 1.200 aspiranti medici, infermieri e fisioterapisti, ha strutturato la sua offerta formativa sulla base di un apprendimento attivo, per preparare gli studenti ad affrontare ogni percorso di carriera, nella clinica come nella ricerca, in Italia o all’estero.

Sul fronte dell’offerta post-lauream, l’Ateneo offre 13 scuole di specializzazione per gli indirizzi più importanti dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia, corsi di perfezionamento, master e un PhD in Medicina molecolare e sperimentale. Con un corso internazionale in Medicina e Chirurgia interamente in lingua inglese, e un percorso di integrativo “Excellence in Research Track” con cui apprendere le principali metodologie di ricerca. Il respiro internazionale si ritrova anche all’interno della Faculty, che include più di 70 professori, oltre 200 tra Adjunct e Visiting Professors fra cui tre premi Nobel. I programmi di studi vengono definiti sulla base di linee guide fornite da un Advisory Board internazionale, per garantire il meglio della formazione ed essere competitivi a livello globale. Il progetto educativo prevede metodi di insegnamento che offrono la possibilità di entrare in ospedale e nei laboratori di ricerca fin dall’inizio del percorso, affiancando l’Università a un vero e proprio teaching hospital. Humanitas University sta lavorando con Ibm per l’uso di Watson come tutor per i ragazzi: è il primo progetto di applicazione di intelligenza cognitiva volta all’insegnamento innovativo della Medicina.

Trecento ricercatori guidati dal prof. Alberto Mantovani, insieme a oltre 100 medici, sono costantemente impegnati in ricerca clinica, preclinica e traslazionale. Provengono da 16 Paesi di quattro Continenti e hanno a disposizione 25 laboratori attrezzati con tecnologie d’avanguardia. Lavorano con un focus particolare sul sistema immunitario e sul suo legame con malattie diverse - dalle cardiovascolari alle neurologiche, dalle autoimmuni al cancro - con l’obiettivo di applicare la ricerca direttamente in “corsia”, trasferendo i risultati della sperimentazione e dell’innovazione nell’attività clinica quotidiana. Negli ultimi anni, la qualità e la quantità della produzione scientifica di Humanitas hanno continuato a crescere, raggiungendo livelli molto elevati, come dimostrato dagli indici bibliometrici: oltre 3.500 punti di Impact Factor nel 2016 (ai primi posti tra gli Irccs per produzione scientifica).

Offrire le migliori cure possibili a circa 4mila persone ogni giorno. Con questo obiettivo Humanitas investe ogni anno per favorire innovazione tecnologica, digitalizzazione e misurazione della qualità, quest’ultima strumento fondamentale per monitorare gli esiti clinici e i processi ospedalieri.

Humanitas è stato il primo policlinico in Italia, e uno tra i pochi in Europa, certificato da Joint Commission International. La qualità clinica unita all’innovazione organizzativa ha fatto sì che Harvard University considerasse Humanitas tra i quattro ospedali più innovativi al mondo, facendone un case-study per il modello organizzativo che coniuga qualità clinica, sostenibilità economica, sviluppo e responsabilità sociale.

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