giovedì 3 agosto 2023
L’Italia, nonostante un graduale miglioramento degli ultimi tre anni, rimane sotto la soglia della media europea. Assunzioni nel pubblico e nel privato
In Italia si fa ancora poca formazione

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Nell'Anno europeo delle competenze grande attenzione è stata posta agli investimenti destinati a una formazione più efficace e inclusiva per migliorare il potenziale del capitale umano, facilitando la mobilità tra un posto di lavoro e l’altro. La stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha fatto notare che «oltre tre quarti delle imprese dell’Unione Europea incontrano difficoltà nel trovare lavoratori qualificati e i dati Eurostat più recenti indicano che solo il 37% degli adulti segue con regolarità corsi di formazione». La pandemia da Covid 19, il conflitto in Ucraina, la crisi climatica e quella energetica legate a nuovi paradigmi del lavoro che stanno sempre più dematerializzando le attività occupazionali sono alla base dei molteplici interventi che l’Ue ha messo in campo per facilitare la riqualificazione della forza lavoro continentale. Il Paese che più si adopera alla (ri)qualificazione dei propri lavoratori è la Svezia, seguita dalla Finlandia e dall’Olanda. L’Italia, nonostante un graduale miglioramento degli ultimi tre anni, rimane sotto la soglia della media europea, posizionandosi al 15esimo posto con una percentuale del 9,9% della popolazione tra i 25 e i 64 anni che partecipa costantemente a corsi di formazione e di qualificazione professionale.

Inapp, la formazione in Italia

In Italia solo il 56,7% delle micro imprese organizza corsi di formazione per i propri addetti (contro il 94,1% delle grandi aziende). I corsi sono principalmente legati all'aggiornamento normativo o comunque previsto da obblighi di legge (84,5%), mentre i corsi su specifiche tecniche e tecnologie di produzione/servizio riguardano solo il 32,5% delle imprese. Spesso le aziende coinvolgono nei corsi solo una parte del personale trascurando i lavoratori poco qualificati, che avrebbero invece maggiormente bisogno di aggiornamento e sviluppo delle competenze. Nel frattempo, l’indice di dipendenza degli anziani, ovvero il rapporto tra la popolazione di almeno 65 anni e la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) resta in Italia tra i più alti in Europa (37%). Come a dire, i lavoratori invecchiano e con loro le competenze. È quanto emerge dall’indagine Indaco Imprese, la rilevazione campionaria svolta dall’Inapp-Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche che ha coinvolto oltre 20mila aziende. Dunque, per buona parte delle pmi: poca formazione, poco mirata e solo se obbligatoria. Sembra, infatti, che le piccole imprese non abbiano piena consapevolezza dei vantaggi prodotti da un investimento regolare e sistematico nello sviluppo delle competenze e considerino la formazione come un adempimento necessario o come via per acquisire qualifiche specifiche che servono per legge. Il ritardo è da collegare soprattutto alla scarsa capacità delle piccole imprese di far fronte alle sfide della digitalizzazione e dell'innovazione e di offrire opportunità di sviluppo delle competenze dei propri dipendenti, oltre alla scarsa disponibilità a livello territoriale di corsi adeguati alle esigenze di lavoratori e imprese. Alla base un divario legato alla dotazione infrastrutturale tecnologica e cognitiva, e a modelli organizzativi e di business poco innovativi, ma soprattutto alla mancanza di una cultura dello sviluppo delle competenze. «Le nostre imprese – spiega Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp - sono oggi chiamate a competere nell’era digitale, nella quale, a causa delle profonde trasformazioni tecnologiche dei processi produttivi e a causa della comparsa di nuovi beni e nuovi servizi nonché di nuovi competitor, sono necessarie azioni e programmi di sostegno alla formazione, al reskilling e all’upskilling di tutto il personale anche, e soprattutto, nelle pmi. Dai dati emersi dalle ricerche del nostro istituto risulta infatti molto carente la partecipazione dei lavoratori a programmi di formazione durante la vita lavorativa e largamente insufficiente la sensibilità delle imprese, specie quelle di piccola dimensione, verso l’innovazione tecnologica e organizzativa e verso le iniziative formative che ne sono il necessario presupposto. I Fondi interprofessionali possono rafforzare il loro ruolo in quest’ambito, ma soprattutto l’Anno europeo delle competenze e il Pnrr possono rappresentare grandi opportunità». In generale, solo un lavoratore su dieci (9,9%) in Italia partecipa a corsi di formazione professionale, a fronte di un obiettivo posto a livello europeo del 15%, che resta ancora lontano dal realizzarsi. La partecipazione alla formazione è molto bassa anche a causa della grave carenza di offerta di corsi di formazione a livello territoriale, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. Si fatica anche a cogliere le opportunità legate alle risorse messe a disposizione per la formazione. Un dato per tutti: solo il 4,8% delle imprese ha deciso di presentare un progetto di formazione nell’ambito dei finanziamenti previsti nel Fondo per le nuove competenze, mentre il 13% ha scelto di non avvalersene, o non ne ha mai sentito parlare (81,5%). Per quanto riguarda lo sviluppo delle tecnologie digitali, solo il 5% delle imprese ha adottato quelle hard, cioè quelle indispensabili per competere negli scenari dell'era digitale. Un dato che soprattutto non appare in linea con gli obiettivi europei per le competenze digitali e per la partecipazione degli adulti alla formazione, che puntano in maniera decisa allo sviluppo delle competenze digitali e verdi. Il “Percorso verso il decennio digitale” della Commissione europea parla di portare gli specialisti Ict occupati da otto a 20 milioni, al 75% le imprese che utilizzano cloud, big data e AI e al 90% le Pmi con almeno un livello base di intensità digitale. Sul fronte della formazione, invece, il Consiglio europeo ha fissato per il 2030 il termine entro il quale almeno il 60% degli adulti tra i 25 e i 64 anni dovrebbe aver partecipato ad attività di apprendimento nei 12 mesi precedenti.

Mentre cresce la voglia di imparare a fare nei giovani che scelgono i percorsi di IeFP-Istruzione e Formazione professionale. Anche nell’anno formativo 2020-2021 aumenta il numero di iscrizioni alla nuova sussidiarietà: +79% rispetto all’anno precedente. Gli iscritti sono in tutto 33.663, poco meno dei 35.286 dell’integrativa e assorbono quasi 15 mila dei 36 mila iscritti persi nell’ultimo anno dai due modelli sussidiari in via di estinzione. Aumentano anche gli iscritti al duale (+11,4%), seppur ad un ritmo meno sostenuto dell’anno precedente. In cinque anni formativi sono di fatto raddoppiati. La partecipazione al sistema della IeFP registra invece una diminuzione del 10,9%, da addebitare perlopiù agli istituti professionali (-23%) e per la prima volta anche ai centri accreditati (-2,8%). Se si osserva il solo triennio, si registra una flessione delle iscrizioni del -10,8% (205.789 iscritti a fronte dei 230.811 dell’anno precedente). È quanto emerge dal XX Rapporto di monitoraggio del sistema di istruzione e formazione professionale e dei percorsi in duale nella IeFP. Il report che ogni anno l’Inapp realizza per conto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Tuttavia si rileva un considerevole disallineamento tra fabbisogni espressi dalle imprese e media annua dei qualificati e diplomati (periodo 2022-2026). Nello specifico, l’offerta complessiva di circa 79mila giovani qualificati e diplomati soddisfa solo il 67,6% della domanda potenziale di circa 117mila posti di lavoro. Mancano all’appello 38mila professionisti che si concentrano particolarmente nei seguenti settori: 17mila nel settore meccanico, oltre 12mila in quello edile ed elettrico, più di 11mila in quello amministrativo segretariale e servizi di vendita. Viceversa, esistono figure la cui offerta in prospettiva dovrebbe superare la domanda, tra cui quelle dei settori ristorazione, agricolo, grafico, tessile e soprattutto benessere. Nello specifico, le figure professionali nella IeFP che hanno ricevuto il gradimento maggiore da parte dei corsisti sono l’operatore alla ristorazione (37.723 iscritti) e l’operatore del benessere (29.502 iscritti), seguono l’operatore meccanico (13.298 iscritti), l’operatore elettrico (11.121 iscritti) e l’operatore alla riparazione dei veicoli a motore (11.001 iscritti). Tra le nuove figure professionali, spicca l’operatore informatico che pur essendo stata introdotta solo da questa annualità formativa, registra più iscritti al primo anno (846) rispetto ad altri percorsi di qualifica consolidati da tempo.

Assunzioni nel pubblico e nel privato

È stato sottoscritto l'accordo tra il Gruppo FS Italiane e la controllata Trenitalia con le organizzazioni sindacali. L'intesa chiude positivamente il confronto che nelle ultime settimane ha visto le parti impegnate in una lunga trattativa. Con l'accordo, anche in considerazione del contesto socio-economico e delle sfide che il Gruppo sta affrontando, viene innalzato a 10,50 euro l'importo del ticket per tutti i lavoratori delle società del Gruppo cui si applicano il Ccnl Mobilità/Area AF e il contratto aziendale di Gruppo Fs Italiane, quale strumento concreto di sostegno e ingaggio dei lavoratori in continuità con le azioni già condivise dalle parti nel 2022. Nella convinzione che le risorse umane rappresentino un asset strategico per lo sviluppo di Trenitalia, la società ha comunicato alle organizzazioni sindacali un complessivo Piano di assunzioni 2023 di circa 2mila ingressi.

Italo avvia una nuova selezione per 30 hostess/steward di stazione. Per la prima volta, fra i requisiti che costituiranno un titolo preferenziale nella selezione, c’è la conoscenza della lingua cinese. Le 30 risorse assunte, che entreranno nella squadra Italo che oggi vanta più di 1.400 dipendenti, saranno distribuite lungo le basi di Torino, Milano, Venezia, Verona, Padova, Bologna, Reggio Emilia, Firenze, Roma e Napoli. Sarà possibile candidarsi entro il 18 agosto, direttamente sul sito di Italo, nella sezione Lavora con noi, al link: https://italospa.italotreno.it/lavorare_in_italo/posizioni_aperte/hostess-e-steward-di-stazione.html oppure sul sito di Adecco (che supporta la società nel percorso di selezione).

Nuove opportunità per lavorare all'interno del ministero della Difesa. Sul portale Inpa (https://www.inpa.gov.it) sono stati pubblicati due concorsi per l'assunzione di 1.452 unità di personale ''tecnico'' non dirigenziale a tempo indeterminato. Nel dettaglio, i posti a concorso sono: 1.139 per assistenti (qualifica per la quale è richiesto il diploma) e 313 per funzionari (qualifica per la quale è richiesta la laurea). I due bandi di concorso fanno seguito a quelli, già in corso di espletamento, per il reclutamento di 315 unità per l'Arsenale militare di Taranto e di altre 333 per personale tecnico. I nuovi concorsi confermano la grande attenzione da parte del ministro della Difesa Guido Crosetto verso l'area industriale del dicastero, nella quale verrà impiegata la maggior parte dei lavoratori assunti.

Pubblicato l'avviso di Estar per avere medici specialisti e sanitari disponibili a lavorare da una a cinque settimane l'anno all'ospedale dell'isola d'Elba. L'avviso, spiega la Regione Toscana, non ha scadenze e serve a formare un elenco di professionisti a cui l'Asl Toscana Nord Ovest potrà far riferimento - per periodi di tempo limitati, dal 4 settembre al 31 dicembre 2023 - per garantire i servizi sanitari dell'ospedale di Portoferraio (Livorno). La misura è di carattere eccezionale e viene attivata in attesa di concorsi specifici, anch'essi già annunciati, che prevedono nuove assunzioni con percorsi assicurati di carriera professionale. Secondo questo primo bando, medici e sanitari che decideranno di prestare servizio all'Elba godranno del trattamento di missione (con rimborso dunque di vitto ed alloggio) e di 2mila euro lordi settimanali aggiuntivi di indennità per l'adesione al progetto. Potranno alloggiare nella foresteria dell'Asl oppure in alberghi indicati sempre dalla stessa. A disposizione ci sono anche ulteriori convenzioni con altre strutture. Come da contratto lavoreranno 38 ore a settimana ed alle aziende sanitarie di provenienza saranno finanziate ore di produttività aggiuntiva affinché nessun servizio rimanga depotenziato. Le domande si inoltrano in forma telematica, accedendo al portale con Spid o con carta d'identità elettronica. Possono candidarsi i medici e sanitari che lavorano da almeno cinque anni nel servizio sanitario regionale della Toscana e che non siano attualmente in part-time o in debito orario. In particolare sono cercati specialisti per dieci reparti del presidio di Portoferraio: anestesia, dialisi, ginecologia ed ostetricia, laboratorio di analisi, medicina, ortopedia, pediatria e punto nascita, pronto soccorso, radiologia e Serd. Saranno accolte candidature di specializzati, oltre che nelle discipline individuate, anche in equipollenti e affini.

Nuovo Piano di fabbisogno del personale della Cotral per il 2023. È quanto approvato dalla Giunta regionale del Lazio presieduta da Francesco Rocca su proposta dell'assessore alla Mobilità, al Trasporto, alla Tutela del territorio, al Ciclo dei rifiuti, al Demanio e al Patrimonio Fabrizio Ghera, di concerto con l'assessore al Personale, alla Polizia locale, agli Enti locali e alla Sicurezza urbana, Luisa Regimenti. La stessa Cotral ha elaborato le procedure più idonee per il reclutamento di nuove figure professionali a copertura delle posizioni vacanti. Per quanto riguarda l'Area Corporate, è prevista l'assunzione di una nuova unità; di 100 unità per l'Area BU Gomma e di 15 unità per l'Area BU Ferro. Il Piano dei fabbisogni contempla anche una serie di progressioni verticali. Quattro per l'Area Corporate, 26 per l'Area BU Gomma, 14 per l'Area BU Ferro. Si prevede inoltre l'attivazione di tirocini curricolari o extracurricolari per quattro neolaureati o laureandi in Economia e Giurisprudenza per l'Area Corporate e per due neolaureati e neolaureandi in Ingegneria nell'ambito dell'Area BU Gomma.

Prosegue il massiccio piano assunzioni di BizAway per il 2023 che prevederà altri 60 nuovi ingressi entro la fine dell’anno: la scaleup friulana attiva nel Business Travel dal 2015, infatti, ha da poco ottenuto un finanziamento da dieci milioni di euro da parte di illimity Bank, dopo aver triplicato il fatturato nel 2022 e con la previsione di raggiungere oltre i 100 milioni di euro in breve tempo. Parallelamente alla crescita economica, la scaleup mira a raggiungere 280 dipendenti (rispetto agli attuali 220) entro fine anno. Il comparto maggiormente interessato da questo incremento di personale sarà il team di Customer Service e Operation, soprattutto nella mansione di Travel Support Specialist, mentre gli altri nuovi ingressi riguarderanno i reparti IT, Sviluppo e Sales. BizAway ha aperto dei processi di selezione anche per le proprie sedi estere in Spagna e in Albania. Per tutti i dettagli sui profili ricercati e per inviare la propria candidatura è possibile consultare questo link: https://jobs.bizaway.com/.

Chef Express, società di ristorazione controllata dal Gruppo Cremonini, leader in Italia nelle stazioni con 54 scali ferroviari e presente in aeroporti e aree autostradali per un totale di 410 punti vendita e 80 milioni di clienti serviti ogni anno, e Alice Pizza, uno dei più importanti brand di food retail, con 200 punti di vendita a livello nazionale, hanno siglato un accordo quadro in esclusiva della durata di cinque anni per portare la più grande realtà italiana nella categoria “pizza romana” nel mondo travel. Una partnership, quella tra Chef Express e Alice Pizza già avviata con la recente apertura all’interno della Stazione Porta Garibaldi di Milano e l’ormai prossima nell’aeroporto di Milano Malpensa T1. L’accordo - che prevede un minimo di 30 nuove aperture nei prossimi cinque anni nei canali aeroportuali, autostradali e ferroviari - si inserisce nella strategia già intrapresa da Chef Express per ampliare il proprio portafoglio brand ed è coerente con il percorso di crescita iniziato quattro anni fa da Alice Pizza con l’ingresso del fondo di investimento italiano IDeA Taste of Italy.

Automobili Lamborghini segna nei primi sei mesi del 2023 una tendenza in crescita, con i ricavi che raggiungono 1.421 milioni di euro, in aumento del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2022 e con un risultato operativo che sale del 7,2% fino al record di 456 milioni di euro (rispetto ai 425 milioni del 2022). Di conseguenza, si registra anche un miglioramento del Return on Sales (RoS) che si attesta al 32,1%. Le consegne, a livello globale, si attestano a 5.341 unità, +4,9% rispetto al primo semestre dell'anno precedente. Soddisfatto Stephan Winkelmann, chairman e ceo di Automobili Lamborghini: «Siamo davvero entusiasti di questi numeri, raggiunti grazie a solo due modelli della gamma, in un anno che possiamo definire particolare per Lamborghini. Il 2023, oltre a corrispondere con i 60 anni dell'azienda, ha infatti segnato il lancio di Revuelto, la prima ibrida plug-in della nostra storia e la presentazione della SC63, la vettura da corsa più avanzata mai progettata da Lamborghini che segue Direzione Cor Tauri, la strategia per l'elettrificazione della gamma». Con Urus e Huracan in versione totalmente termica già tutte vendute fino alla fine ciclo produttivo del 2024, la Casa del Toro si prepara all'elettrificazione della gamma. Revuelto, ibrida fin dalla nascita, è già prenotata per i primi due anni. E superare le diecimila auto vendute in un anno è possibile anche se, spiega Winkelmann, è difficile fare previsioni. Certo è che alla gamma si unirà nel 2028 un modello totalmente elettrico, il quarto in gamma, che andrà ad occupare uno spazio fin qui non coperto da Lamborghini. «Il modello che mancava», lo definisce il numero uno di Sant'Agata. Un impegno che richiederà risorse per oltre due miliardi di euro anche per effettuare assunzioni e ampliare lo stabilimento. Un'occasione, sottolinea Winkelmann, per rinforzare anche la presenza femminile nello stabilimento.




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