martedì 5 marzo 2019
Di Maio presenta a Torino lo strumento per attirare capitali: «Sarà operativo entro maggio e la dotazione iniziale si può raddoppiare»
Ecco il fondo Innovazione Si parte con un miliardo
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Un soggetto unico con una dotazione finanziaria di partenza (prevista nella legge di Bilancio) di un miliardo di euro in tre anni e la cui gestione verrà affidata alla Cassa depositi e prestiti (Cdp), attraverso una cabina di regia che ha l’obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate a un tema strategico per il futuro del Paese. È il Fondo nazionale innovazione (Fni) presentato ieri a Torino con una cerimonia ad hoc alle Officine grandi riparazioni dal suo ideatore e promotore Luigi Di Maio. Parlando a una platea in cui erano seduti, tra gli altri, il fondatore dell’associazione Rousseau Davide Casaleggio, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e l’ad di Cdp Fabrizio Palermo, il ministro dello Sviluppo economico ha spiegato quali saranno le principali caratteristiche del progetto lanciato dal governo gialloverde e tutte le iniziative previste per il venture capital. In pratica si mette in campo una Sgr (Società di gestione del risparmio) per effettuare investimenti diretti e indiretti in minoranze qualificate nel capitale di imprese innovative con fondi generalisti, verticali o fondi di fondi, a supporto di startup, scaleup e Pmi innovative. Così si punta anche a difendere l’interesse nazionale contrastando la co- stante cessione e dispersione di talenti, proprietà intellettuale e altri asset strategici «che nella migliore delle ipotesi vengono 'svendute' all’estero con una perdita secca per il sistema Paese».

«Di partenza mettiamo un miliardo ma con sgravi fiscali puntiamo a raddoppiarlo», ha annunciato Di Maio. Il Fondo, secondo i piani dell’esecutivo, dovrebbe partire a maggio, diventando operativo in meno di due mesi. I risultati secondo il ministro si vedranno soprattutto nel lungo periodo. «L’investimento su questo fondo è strategico per la nostra economia, per la nostra conoscenza e per far restare qui i giovani – ha aggiunto –. Non mi interessa quanto consenso avrà ma sarà strategico per i prossimi 10-15 anni ».

Particolare attenzione verrà dedicata ad una serie di ritardi culturali e strutturali del nostro ecosistema: ampliare il mercato degli operatori di venture capital; creare spazio ed opportunità di crescita per un contestuale ricambio generazionale; riequilibrare in modo radicale il gender gap, favorendo una maggiore presenza femminile. Tra le misure previste ci sono 45 milioni di euro in tre anni per la sperimentazione delle nuove tecnologie, un voucher di 40mila euro per introdurre in azienda i manager dell’innovazione, la detraibilità per le aziende strutturate degli investimenti nelle startup. Dal ministero si conta di «suscitare investimenti per 5 miliardi in 5 anni, generando in parallelo lavoro qualificato a moltiplicatore 5». Oggi l’insieme degli occupati in ambito startup e Pmi innovative è stimato in 50.000 persone. Per il Mise «non è un’utopia raddoppiare o triplicare tale numero».

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