sabato 13 ottobre 2018
«Ci sono le opportunità – ha spiegato l'ad Claudio Descalzi – di sviluppare una nuova industria, e di promuovere nuove assunzioni per esempio di biologi, ingegneri, chimici»
Da Eni 5 miliardi nell'economia circolare
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Eni crede nell’economia circolare. Anche per questo si spiega la massiccia presenza dell’azienda del cane a sei zampe – con tanto di ristorante circolare – alla Maker Faire di Roma. Sono già stati investiti, negli ultimi cinque anni e mezzo, cinque miliardi di euro in questo settore e in agenda c’è la volontà di programmare ulteriori iniziative. Questo il messaggio lanciato dall’amministratore delegato della società, Claudio Descalzi, intervenuto in occasione della sessione 'Circular Economy'.

«Certamente a livello industriale, nel campo energetico, bisogna investire molto», ha detto il manager, spiegando che tali risorse sono state impiegate in più campi, dalle raffinerie alla chimica, alle bonifiche dei territori. «Noi siamo impegnati nell’economia circolare per diversi motivi, soprattutto per un motivo molto banale. Ossia – ha proseguito – non avendo materie prime in Italia e dovendole importare, abbiamo fatto di necessità virtù e in questi anni abbiamo sviluppato tecnologie uniche al mondo per trasformare, per esempio, le raffinerie tradizionali in bioraffinerie ». È il caso di Venezia e nei prossimi mesi anche di Gela. Descalzi ha rivelato di aver parlato di sviluppo dell’economia circolare non solo con gli investitori («diventerà una escalation fondamentale nel nostro business»), ma anche con il premier Giuseppe Conte e con il ministro a Lavoro e Sviluppo economico, Luigi Di Maio, in quanto «serve uno sviluppo industriale. Deve poter nascere una filiera che possa certificare, raccogliere i rifiuti e trasformarli in prelavorati, almeno per 1,5 milioni di tonnellate l’anno di scarti organici » e poi «al resto possiamo pensarci noi». E per far questo, «occorrono anche molte professionalità»: di qui, la volontà espressa dal manager di creare nuovi posti di lavoro.

«Ci sono le opportunità – ha spiegato Descalzi – di sviluppare una nuova industria, e di promuovere nuove assunzioni per esempio di biologi, ingegneri, chimici» che abbiano tra gli architrave della loro formazione le nuove tecnologie, la digitalizzazione. Secondo l’ad, «la circolarità ha tantissimi vantaggi, tra cui la possibilità di trasformare i rifiuti in energia », ma «c’è bisogno di sviluppare la ricerca scientifica, la tecnologia». «Intendiamo lavorare con le start up che vogliano dare maggiore dinamicità a questo settore, si può infatti creare una filiera che possa permettere a Eni di sfruttare l’energia che si può ricavare dai rifiuti. Come investimenti e come possibilità di farlo, noi siamo primi in Italia». Inoltre «almeno il 40% della plastica che produciamo è sparsa nel mondo, quindi vanno studiate tecnologie che combattano il fenomeno e che riescano a trasformare questi rifiuti a livello chimico». Anche se per il riciclo è molto importante innanzitutto che «vi sia un’educazione al consumo e che in questo vi sia anche una collaborazione tra pubblico e privato».

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