mercoledì 7 febbraio 2018
Anche le aziende enogastronomiche a caccia di searching engine optimization: oltre il 26% nel 2017 rispetto al 2016
Crescono le richieste di seo specialist
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Se nel periodo del boom della new economy i professionisti nel food più richiesti erano quelli che creavano i siti, ora per le aziende la parola d’ordine è diventare visibili; di conseguenza le richieste di searching engine optimization specialist (Seo specialist) nel settore food crescono di oltre il 26% nel 2017 rispetto al 2016. Lo rivela un'analisi di Gustorotondo.it, società di e-commerce attiva nel settore enogastronomico. «Il seo specialist deve conoscere i vari linguaggi di programmazione e sviluppo dei siti e le logiche di indicizzazione - spiega Giovanni de Simone, amministratore delegato di Gustorotondo.it -. Le competenze necessarie non sono solo di tipo tecnico e se infatti è richiesta normalmente la conoscenza di base del linguaggio Html, Javascript e Cascading Style Sheet, i veri punti di forza che rendono appetibile un candidato sono più da ricercare nella capacità di analisi e del posizionamento del brand su Internet e nella definizione di un vero e proprio piano editoriale del sito, coerente con gli obiettivi generali. Inoltre per questa posizione è molto richiesta la capacità di analisi dei risultati in termini di traffico per aggiornare costantemente le strategie e i piani progettuali. L’inquadramento può variare in funzione della seniority del candidato e dell’azienda di riferimento. In aziende di dimensioni non elevate o all’inizio del percorso di sviluppo si può ricorrere all’outsourcing utilizzando una società di consulenza specializzata in searching engine optimization».

Il seo è infatti chiamato ad assicurare la visibilità dei siti, soprattutto nei motori di ricerca: seleziona le parole chiave e segue le attività di posizionamento. Per posizionamento si intende un insieme di tecniche che hanno l'obiettivo di migliorare la posizione di un sito web nei risultati delle ricerche nel ‘searching engine’, ovvero nel motore di ricerca. Inoltre, il searching engine optimization specialist cura la creazione di link reciproci con altri siti web attinenti, monitorizza le risposte degli utenti, consolida e mantiene nel tempo i risultati ottenuti.

«La presenza fra i risultati organici è tema rilevante da tempo per chi sia su Internet; la sola pubblicità difficilmente permette di ottenere risultati interessanti in termini di visibilità. Quello che nel tempo è cambiato è la valutazione dei contenuti da parte di Google, che ha reso il proprio algoritmo via via più sensibile alla ‘genuinità’ di quanto scritto. Google ha limitato sempre più la possibilità di utilizzare ‘scorciatoie’: ad esempio, se una volta era possibile ottenere buoni risultati ripetendo in continuazione le parole chiave (molto più spesso rispetto a quanto richiesto per una comunicazione efficace verso il lettore), ora non è più così. Altro punto importante è l’originalità dei contenuti: per ottenere un buon posizionamento è necessario pubblicare informazioni che non siano la semplice riproduzione di informazioni già reperibili. Infine, direi che occupa una posto importante la credibilità del sito, misurata dai link in entrata e in uscita verso altri siti che godano di reputazione elevata. In sintesi, Google ha migliorato via via il servizio per chi cerca informazioni, e questo si è tradotto nella penalizzazione di comportamenti in qualche misura ingannevoli. La questione che ancora pare in larga misura irrisolta è invece quella della veridicità dei contenuti: spesso, come sappiamo, si trovano riportate su molti siti informazioni errate. Il fatto che siano premiati contenuti originali aiuta a limitare la diffusione di tali notizie; tuttavia, allo stato attuale, tale strumento non pare sufficiente», conclude de Simone.


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