giovedì 17 agosto 2017
Nel II trimestre 2017 il saldo tra aperture e chiusure di aziende guidate da persone non nate in Italia fa segnare ancora un bilancio positivo che ha toccato 6.700 unità in più
Crescono le imprese straniere in Italia
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Continuano ad aumentare le imprese straniere in Italia che, pur mostrando ritmi di crescita inferiori rispetto al passato, rappresentano ora il 9,5% delle imprese italiane (nel 2011 erano il 7,2%). Secondo i dati più
rilevanti dell'indagine condotta da Unioncamere-InfoCamere, nel II trimestre 2017 il saldo tra aperture e chiusure di aziende guidate da persone non nate in Italia fa segnare ancora un bilancio positivo che ha toccato 6.700 unità in più. Il sistema delle imprese straniere in Italia supera quota 580mila e se nel 2011 pesava per il 7,2% sull'universo delle imprese totali, nel 2017 la loro incidenza è salita al 9,5%, indice di una popolazione immigrata sempre più attiva nello scenario economico del Paese.

Il settore in cui le imprese di stranieri sono maggiormente presenti è quello del commercio (circa 208mila imprese, il 36% di tutte le aziende a guida straniera), seguito dalle costruzioni (132mila, il 23% delle straniere) e da alloggio e ristorazione e manifattura (entrambe prossime alle 45mila unità). Quasi un'impresa di stranieri su tre (il 31,8%) è artigiana. La regione più attrattiva per l'insediamento di imprenditori non italiani è la Lombardia con 113mila realtà, seguita dal Lazio (76mila) e dalla Toscana (54mila).

Marocco, Cina, Romania e Albania: sono i Paesi con le comunità di imprenditori immigrati più numerose, facendo riferimento alle sole imprese individuali (le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare. Il Marocco, con 68.482 imprese individuali esistenti alla fine del giugno scorso, è la nazionalità più rappresentata; sugli altri gradini del podio la Cina (51.546 imprese) e la Romania (con 49.020).

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