venerdì 17 gennaio 2020
Il documento, in 14 articoli, fissa standard minimi di tutela che andranno applicati a tutti coloro che operano sul territorio cittadino
Arriva la "Carta dei rider e dei lavoratori della gig economy"
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Il Comune di Napoli scende in campo al fianco dei rider e presenta la Carta dei diritti dei rider e dei lavoratori della Gig economy. Il documento, frutto di un percorso che ha visto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e la comunità dei rider, punta a migliorare le loro condizioni di lavoro e di altri lavoratori la cui collaborazione è gestita da piattaforme digitali «promuovendo un'occupazione più sicura e dignitosa». «Ancora una volta Napoli è città dei diritti - ha detto il sindaco, Luigi de Magistris - vogliamo essere in prima linea per costruire diritti per le nuove forme di lavoro che devono garantire un lavoro giusto, ben ricompensato, sicuro, senza discriminazioni e che coniughi il diritto alla salute. Noi riteniamo, come stabilisce la Costituzione, che il lavoro debba essere al centro della nostra democrazia». Il documento, in 14 articoli, fissa standard minimi di tutela che andranno applicati a tutti i lavoratori e collaboratori che operano sul territorio cittadino. Tra i temi affrontati figurano: gli obblighi di informazione contrattuale per i datori di lavoro; il tema del compenso che deve essere «equo e dignitoso e non inferiore ai tabellari sanciti dai contratti collettivi di settore sottoscritti dai sindacati»; la sicurezza per cui «le piattaforme devono sottoscrivere con oneri a proprio carico un'assicurazione che copra i lavoratori dal rischio infortuni e da malattie sul lavoro»; la possibilità di organizzazione sindacale e il diritto all'astensione collettiva. Nel documento inoltre l'amministrazione comunale si impegna a sostenere i lavoratori e i collaboratori di piattaforme digitali e istituisce un tavolo di monitoraggio permanente per verificare l'efficacia e l'applicazione della Carta.

Rider che - come sottolineato dall'assessore comunale al Lavoro, Monica Buonanno - «non sono soltanto giovani, ma purtroppo anche persone adulte che dopo aver perso il lavoro si trovano ad affrontare questa nuova tipologia lavorativa da svolgere in condizioni difficili».

Secondo i numeri forniti da Antonio Prisco, rappresentante dell'Union Riders Napoli, in città ci sono circa 2mila rider di cui 50 aderenti all'organizzazione. «Questa Carta per noi è importante - ha affermato - perché si pone l'accento che siamo di fronte a un lavoro che non deve essere sfruttamento mentre oggi purtroppo siamo ridotti come erano i contadini nei campi un secolo fa».

Secondo quanto raccontato, a oggi i rider lavorano senza rappresentanza sindacale, senza ricevere un compenso fisso che invece viene calcolato sulla base delle ore lavorate e sul numero di consegne fatte. Un lavoro che può arrivare a far guadagnare, lavorando tutti i fine settimane per molte ore, fino a 1.200 euro lordi con una media di 7,5 euro l'ora. Un compenso complessivo da cui vanno sottratte la ritenuta d'acconto o l'Iva, il costo della benzina e la manutenzione del motorino che va in riparazione ogni settimana per cambiare le pasticche dei freni.

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