mercoledì 22 giugno 2016
Per Annamaria Furlan (nella foto), segretaria generale della Cisl, «bisogna affrontare temi come la disoccupazione, ridisegnando un welfare a misura di donna e di infanzia».
Conciliare famiglia e lavoro, più accordi ma non basta
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«L’Italia è un Paese dove non si fanno figli e la principale causa è la precarietà del lavoro femminile, e il fatto che troppo spesso mancano servizi per le famiglie. Molte donne dopo il secondo figlio, se non già dopo il primo, sono costrette a lasciare il lavoro». Lo ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine del convegno Idee per l’altra metà di domani, commentando i dati che vedono l’Italia agli ultimi posti in tema di accesso agli asili nido. «Bisogna quindi – ha aggiunto Furlan – affrontare temi come la disoccupazione, ma anche la qualità del lavoro, ridisegnando un welfare a misura di donna, di famiglia e di infanzia».Meno di un quinto dei bambini nel secondo anno di vita e meno di un decimo dei bambini nel primo anno di vita, infatti, ha l’opportunità di frequentare un nido d’infanzia. Nel panorama Ocse, prosegue il sindacato, «l’Italia purtroppo continua a distinguersi per una bassa presenza di servizi ai bambini». Dai dati dell’Osservatorio sociale della Cisl (che conta 4.671 accordi territoriali), il sistema dei servizi per la famiglia e per l’infanzia è stato tra le principali voci che hanno impegnato le strutture territoriali del sindacato. Nell’ultimo triennio sono stati sottoscritti ben 1.175 accordi che hanno riguardato la famiglia e 356 accordi con beneficiario i "minori", riguardanti soprattutto servizi sociali e socio educativi. Ma per la Cisl servono più servizi a partire dal piano straordinario nidi, oltre a misure concrete che permettano alle donne di essere impiegate nel mercato del lavoro, senza dover scegliere tra occupazione e famiglia. Per quanto riguarda la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la situazione è in forte evoluzione: il 18% degli accordi aziendali complessivamente considerati regolamenta questa materia, disponendo agevolazioni orarie e aperture sul part-time per le lavoratrici madri, nonché varie forme di flessibilità oraria.
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