venerdì 12 gennaio 2018
Al via un questionario per fare luce sulle zone grigie. A livello dilettantistico sono impiegati quasi 90mila lavoratori, di cui l’85% retribuito con forme di contratti flessibili
Conferenza stampa di presentazione della seconda fase del progetto sul mondo del lavoro nello sport

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In Italia il settore dello sport interessa oltre 19 milioni di persone. È costituito da circa 65mila società sportive e genera cinque miliardi di euro di entrate. A livello professionale i tesserati al Coni sono 4,5 milioni, tra i quali un milione di operatori sportivi. A livello dilettantistico sono impiegati quasi 90mila lavoratori, di cui l’85% retribuito con forme di contratti flessibili. A questi si devono aggiungere oltre un milione di volontari.

Nidil e Slc Cgil hanno presentato oggi a Roma la seconda fase del progetto su questo comparto ancora poco conosciuto e poco tutelato. Un questionario on line rivolto ai lavoratori (sarà disponibile sul sito Nidil a partire da lunedì 15 gennaio) tenterà di fare luce su questo mondo e di rispondere ad alcuni interrogativi: per quanta parte sommerso? Quanto pesano il lavoro nero, precario o sottopagato? Quanti gli addetti tra i professionisti, il personale amministrativo e i servizi? Con quale tipo di contratto? Quante e quali ricadute avranno le misure introdotte con la legge di Bilancio 2018 sulla materia?

«L'esenzione contributiva - spiega Claudio Treves, segretario generale NidiL Cgil - è passata da 7.500 euro a 10mila euro. Tranne l'obbligo di iscrizione al fondo ex Enpals, la maggioranza delle persone impegnate in questo settore non ha copertura previdenziale e non gode di nessuna tutela».

Stefano Landi, Istituto SL&A Turismo e Territorio, curatore della ricerca I lavoratori occupati nel mondo dello sport. Oltre un milione senza diritti e senza tutele ha tracciato una fotografia sullo stato dell’arte del settore, basandosi sugli ultimi dati e elaborazioni disponibili di Istat, Coni Servizi, Isnart, Siae ed Eurostat: «La nostra è una sfida. Lo sport è un mercato che riguarda milioni di italiani. Sono cinque milioni i praticanti a livello agonistico e otto milioni i turisti sportivi. Il questionario vuole definire la zona grigia del milione di volontari».

Si tratta di persone “professionalizzate” e impiegate nello svolgimento di diverse discipline che, nella stragrande maggioranza dei casi, svolgono l’attività in modo prevalente ed esclusivo, ma spesso ricevono solo rimborsi spese, diarie e piccole cifre. Migliaia di giovani, ex atleti o laureati in Scienze motorie o licei sportivi, che, per precisa scelta professionale, si approcciano allo sport come opzione lavorativa, ma poi si scontrano con le dinamiche di un settore produttivo poco regolamentato in termini di tutele e diritti dei lavoratori.

«Stiamo cercando di capire le condizioni reali di chi è impegnato in questo settore - conclude Fabrizio Solari, segretario generale Slc Cgil -. Le misure introdotte nella legge di Bilancio 2018 estenderanno alle società sportive “lucrative” i copiosi benefici finora possibili solo per le società sportive dilettantistiche. In pratica, le società quotate in Borsa potranno godere degli stessi benefici della polisportiva di quartiere che promuove l’integrazione delle figure sociali fragili».


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